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Perché chi sta combattendo contro il cancro è un Guerriero

Quando vedi qualcuno che sta soffrendo dolori lancinanti e tu non sai come fare, quando vedi qualcuno che sta vivendo un momento drammatico della sua vita e ti chiede aiuto, un aiuto che tu purtroppo di cose, puoi dare solo in parte, e vorresti sbattere la testa al muro per trovare una soluzione e non vivere tutto ciò, nell’apice dello sconforto, ti possono apparire due piccole verità che come perle di speranza ti accarezzano il cuore.

E così capisci nel profondo,  quando retoricamente si dice che bisogna dar valore alle cose semplici, ai gesti e agli affetti della quotidianità e di tutti i giorni, perché un giorno potresti non avere più la possibilità di vivere tutto questo.

Ma capisci anche e soprattutto, che chi sta lottando contro un male bastardo, infame, che ti attacca da dietro e che non permette al tuo corpo di reagire facilmente, che sei, senza ombra di dubbio alcuno, di fronte ad un guerriero, un vero combattente coraggioso che ancora crede nella forza della vita e che ti illumina come un sole denso e appassionato che non vuole tramontare.

Un guerriero, come quelli descritti da Paulo Coelho nel Guerriero della luce, che sta dando il massimo, per poter essere ancora qui ed ora e godere di quel che rimane della sua vita, e di quelle poche belle cose che gli restano.

Perché la vita, la ha amata per tutta la sua esistenza e non vuole smettere certo di farlo proprio ora che le cose non vanno come dovrebbero. Perche la vita, come farebbe un vero grande eroe, la si ama fino in fondo.

Un guerriero positivo perché combatte anche quando le cose gli voltano il capo, ma che resiste con tutto sé stesso per vivere ancora quelle gioie che la vita può regalargli. Un lottatore alle prese con radioterapie, chemio su chemio, interventi vari, medicinali su medicinali, eppure ancora lì, a voler provare di farcela, a resistere, a regalare a chi gli vuol bene ancora un sorriso, un abbraccio, seppur con tanta dolce fatica.

Quindi signori, tutti in piedi di fronte a questi combattenti che meritano tutte le attenzioni e l’affetto che c’è, ad iniziare da quei medici ed infermieri che forse dovrebbero trattarli un po’ meno come numeri, per proseguire con coloro che non vedono speranza, perché invece è verissimo il detto che dice che fin che c’è vita c’è speranza, e infine con quegli dei che si sono dimenticati anche di questi loro figli lasciandoli a sofferenze disumane.

Tutti in piedi signori, prendiamo esempio, questi sono uomini, questo è coraggio, questo è amore per i propri cari e per la vita.

 

Carlo Picca

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