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Perché leggere aiuta a combattere ansia e depressione

La giornalista Izzie Price racconta come la lettura di grandi classici come Piccole Donne e Anna dai Capelli Rossi la aiuti nel combattere l'ansia

I libri sono il rifugio sicuro contro l’ansia e la depressione. Lo dimostrano diversi studi e la nascita della biblioterapia, un metodo psicoterapeutico che ricorre alla lettura di libri come terapia di individui che hanno dei disturbi. Magari se siete grandi lettori conoscete già gli effetti terapeutici della lettura. Stavolta vi proponiamo la testimonianza della giornalista Izzie Price raccolta su Bustle.

La tradizione della biblioterapia

Nel settembre 2017, la giornalista è stata coinvolta nell’esplosione di una bomba a Londra, per fortuna senza feriti. Tale esperienza le ha provocato ansia, panico ed una sensazione di paura quasi costante. “Sono sempre stata una lettrice vorace, ma quello che ho imparato nel corso dell’ultimo anno è che riesco a gestire meglio la mia ansia leggendo romanzi d’epoca.” La biblioterapia non è una novità. “La tradizione di prescrivere libri per migliorare la salute mentale risale ai tempi di Aristotele, il quale credeva molto nei poteri terapeutico della letteratura. I fan di Shakespeare saranno in grado di individuare un riferimento velato alla biblioterapia in Tito Andronico: “Vieni e scegli un libro dalla mia biblioteca personale e attenua il tuo dolore”. Oggi organizzazioni internazionali come The School of Life assegnano le persone a un biblioterapista personale che lavora con loro per analizzare i loro problemi e le loro abitudini di lettura al fine di compilare una “prescrizione di lettura” personalizzata.

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Classici da leggere

La giornalista nell’articolo parla della propria esperienza, sottolineando il valore terapeutico che per lei hanno alcuni classici della letteratura, in particolare “Piccole Donne” di Louisa May Alcott e “Anna dai Capelli Rossi” di L. Montgomery. “Questi libri si concentrano su giovani donne che si fanno strada nella vita attraverso la scuola o il lavoro. I personaggi di questi libri nono sono  tormentate dal numero di like che hanno su Instagram; nessuna riceve e-mail urgenti alle 23:00; e se una vuole sapere cosa sta succedendo nel mondo, deve prendere un giornale o scrivere una lettera. Quindi, quando ho una grande crisi d’ansia e ho solo bisogno di calmarmi, leggo questi libri su persone che non hanno telefonini, televisioni o Twitter”.

Disconnettersi per stare meglio

Secondo la giornalista, la sovrastimolazione spinge il suo cervello in uno stato avanzato di ansia. Nel 2012, The Telegraph intervistò Nicky Lidbetter, CEO di Anxiety UK, che ha dichiarato: “Se si è predisposto all’ansia, le pressioni della tecnologia agiscono facendo sentire le persone più insicure e più sopraffatte.” Sempre uno studio condotto da Anxiety UK lo stesso anno rilevaò che, in base agli intervistati che utilizzano regolarmente siti di social media, oltre il 50% ha osservato che questo utilizzo ha comportato un cambiamento comportamentale negativo, con il 60% che ha ammesso di dover prendere attivamente le distanze dai loro strumenti tecnologici per prendersi una pausa.

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L’antidoto della gentilezza

Secondo la giornalista, è la gentilezza che prevale in entrambi i libri a trasmetterle spensieratezza e tranquillità. “Jo non solo perdona Amy, ma la salva prima che affoghi nel ghiaccio, nonostante il pericolo che essa pone alla sua stessa vita. E non penso che sarò mai in grado di leggere il capitolo di Anna dai Capelli Rossi, in cui Matthew supera la sua cronica ansia sociale per andare a comprare ad Anne quello che vuole più di ogni altra cosa – un vestito con le maniche a sbuffo – senza versare almeno una lacrima. Quando avverto il senso di ansia, non c’è nulla di meglio che immergermi nel mondo immaginario dei libri in cui la bontà e la bontà prevalgono.

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