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Perché la poesia di Catalano è da considerarsi “spoken word”

In Italia la poesia pare proprio che non si compri, ma quella di Catalano sì.

Torinese, classe 1971, in libreria con Ogni volta che mi baci muore un nazista – 144 poesie bellissime , Guido Catalano è un performer che a mio modesto avviso in questa raccolta non trasmette particolarissime urgenze poetiche come fa, per dirla facile, quel veggente di Rimbaud.

Tuttavia la sua scrittura infonde una sensazione di simpatia con la sua peculiarità istrionica di raccontare.  I suoi sono versi scanzonati, mimici, da interpretare e leggere su di un palco, direi attoriali, con la capacità di inquadrare dei personaggi, come ad esempio quello dell’innamorato sfigato.

Le sue poesie sono da live, da spettacolo, rientrano a gran titolo nello spoken word, dall’inglese “parola parlata”, che è una forma di poesia espressa oralmente e incentrata sul dialogo o il monologo, generalmente recitata.

Le sue sono poesie che se le leggi su carta restano per lo più ferme perché rendono la loro comunicazione migliore attraverso la performance.

Non stiamo parlando di Pasolini, Montale, Leopardi, Foscolo, etc etc, ma lo scrivo senza voler offendere i suoi versi sia ben chiaro, probabilmente anche lui sa che non lo è, e sa di coltivare un personaggio poetico, ma è evidente che sia preparato, che conosca la letteratura.

Personalmente, con tutti i suoi limiti, questa raccolta rappresenta qualcosa che racconta ai tempi che cosa è la poesia oggi e quali possono esserne il mercato, i tempi e lo stile.

Se proprio vogliamo dire di lui che sia un poeta, direi che lo è in modo adiacente alla realtà contemporanea, è quello che oggi la poesia può essere in una vastità di consenso.

Ma se ti aspetti di trovare il poeta, delle poesie, puoi restarne un pochetto insoddisfatto, Catalano lo ripeto è un performer.  Il libro va a braccetto con le sue performance, e il suo successo credo sia dato molto dalla curiosità che suscita il personaggio applicato a ciò che scrive.

Catalano non sarà un poeta eterno, di quelli cioè ricordati nei manuali di letteratura come Ungaretti o Saba ad esempio, ma poeta contemporaneo certamente sì.

La sua raccolta è quel che può essere la poesia oggi, è anche, se vogliamo, la risposta alla noia di certa letteratura, ai soloni della critica, è un istrione simpatico, che con i suoi temi ed il suo stile da poetry slam contemporaneo fa curiosità e soprattutto simpatia, dai cui versi non ci si deve e può aspettare nulla se non un sorriso sinceramente scanzonato, e non è poco visti i tempi.

Carlo Picca

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