Perché è importante leggere oggi il Don Chisciotte il romanzo che ha inventato il mondo moderno

28 Settembre 2025

Scopri perché leggere il Don Chisciotte oggi è fondamentale per comprendere le radici del mondo moderno e la sua evoluzione.

Perché è importante leggere oggi il Don Chisciotte il romanzo che ha inventato il mondo moderno

Il Don Chisciotte della Mancia, pubblicato in due parti nel 1605 e nel 1615 da Miguel de Cervantes Saavedra, a più di quattro secoli dalla sua uscita, capolavoro della letteratura spagnola  e mondiale, continua a interrogarci, affascinarci, metterci in discussione.

Ma perché leggere oggi il Don Chisciotte? Oggi dove tutti sono disillusi, sono presi da tutto, vivono a un ritmo frenetico, Cervantes ci consegna una figura che fa dell’utopia la sua battaglia e della follia un gesto rivoluzionario.

Un cavaliere errante che non smette mai di credere nel potere della parola, dell’immaginazione e della giustizia.

Il Don Chisciotte il romanzo che tutti dovremmo leggere sopratutto oggi

Il Don Chisciotte non è solo un monumento della letteratura mondiale: è un romanzo che continua a parlarci, a provocare domande, a commuoverci.

La figura del cavaliere errante ci ricorda che la verità, l’etica, il coraggio e l’immaginazione sono ancora valori per cui vale la pena combattere, anche se il mondo ci chiama folli, riporta in tutti noi, speranza.

Leggere oggi Don Chisciotte significa riscoprire la forza sovversiva della letteratura, capace di spezzare le catene dell’abitudine e dell’indifferenza.

Cervantes, con la sua penna tagliente e il suo sguardo umanissimo, ci ha lasciato in eredità una bussola per orientarci nel caos.

Perché leggere il Don Chisciotte oggi

Il Don Chisciotte è molto più di una parodia del romanzo cavalleresco: è una riflessione profonda sul potere della narrazione, sul confine tra realtà e finzione, e sull’identità personale in trasformazione.

Leggerlo oggi significa immergersi in un viaggio attraverso l’immaginazione, il dubbio e la libertà. L’eroe di Cervantes non combatte solo contro i mulini a vento, ma contro un mondo che ha dimenticato il valore della fedeltà, della parola data, della bellezza come principio guida.

La sua follia, lungi dall’essere condannata, viene messa in scena con una dolcezza tragica, che invita il lettore a chiedersi: cosa vuol dire essere “normali” in un mondo che ha smesso di sognare?

Don Chisciotte è un personaggio profondamente moderno, perché incarna la tensione tra l’essere e il voler essere. Nella sua ostinazione a vedere il mondo come dovrebbe essere, piuttosto che come è, anticipa l’uomo contemporaneo che lotta per conservare i propri ideali in un tempo disincantato.

Inoltre, il romanzo è uno straordinario laboratorio linguistico e stilistico: Cervantes sperimenta con i generi, con i registri, con le voci. Il metaromanzo, la narrazione che riflette su sé stessa, la moltiplicazione dei punti di vista, tutti elementi che oggi ritroviamo nella letteratura postmoderna, erano già lì, quattro secoli fa. Leggere il Don Chisciotte significa anche capire da dove veniamo, letterariamente parlando.

Curiosità su Miguel de Cervantes

Cervantes fu prigioniero per cinque anni ad Algeri. Nel 1575, mentre tornava dalla guerra di Lepanto (dove combatté per la flotta cristiana), la sua nave fu assalita dai pirati.

Cervantes fu catturato e rimase schiavo ad Algeri per cinque anni. Tentò la fuga più volte, ma fu sempre ricatturato. Venne infine riscattato nel 1580 grazie all’intervento di alcuni monaci trinitari. Questa esperienza segnerà profondamente la sua visione del mondo.

Il Don Chisciotte fu un successo immediato. Quando uscì la prima parte nel 1605, il romanzo conobbe un successo clamoroso: in pochi mesi venne ristampato più volte.

Era letto nelle taverne, nelle corti, nei salotti borghesi. L’umanità dei personaggi e lo stile brillante resero l’opera accessibile a un pubblico vastissimo.

Un falso Don Chisciotte provocò la seconda parte. Nel 1614 uscì un seguito apocrifo firmato da un certo Alonso Fernández de Avellaneda.

Cervantes, irritato da quell’intrusione, si affrettò a pubblicare la seconda parte “vera” del suo romanzo nel 1615, con uno stile ancora più raffinato e una riflessione ancora più profonda sul personaggio e il suo destino.

Cervantes morì lo stesso anno di Shakespeare. Nel 1616 il mondo perdeva due dei suoi più grandi geni: Cervantes morì il 22 aprile, Shakespeare il giorno dopo.

Tuttavia, a causa della differenza tra il calendario gregoriano (adottato in Spagna) e quello giuliano (in vigore in Inghilterra), morirono con diversi giorni di distanza, anche se ufficialmente entrambi nel 1616.

La tomba di Cervantes fu ritrovata solo di recente. Per secoli, il luogo esatto della sepoltura di Cervantes è rimasto sconosciuto. Solo nel 2015, dopo un lungo lavoro di indagine, è stata ritrovata la sua presunta tomba nel convento delle Trinitarie a Madrid, dove il corpo era stato sepolto nel 1616.

 

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