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Perché è tempo di leggere il saggio sulla disobbedienza civile di David Thoreau

Quello che sta accadendo in America, dopo l'assassinio di George Floyd, ci riporta a un celebre - e più che mai attuale - saggio del filosofo americano David Thoreau: "Disobbedienza civile"

Il saggio più famoso di Henry David Thoreau (1817-1862), comunemente noto come “Disobbedienza civile”, viene dato alle stampe per la prima volta nel 1849 con un altro titolo. Soltanto dopo la morte del suo autore il saggio è ristampato col titolo di “Disobbedienza civile“, con il quale è diventato poi famoso in tutto il mondo. La fama di questo saggio è cresciuta soprattutto nel corso del ventesimo secolo, influenzando personaggi del calibro di Gandhi e Martin Luther King. 

Chi è Heny David Thoreau

Henry David Thoreau nasce a Concord, nel Massachusetts, nel 1817 e lì muore nel 1862. Si laurea ad Harvard nel 1937 dove matura il suo interesse per la poesia greca e romana, per la filosofia orientale, e per la botanica. Amava profondamente la natura e trascorreva intere giornate ad esplorare i boschi vicino a Concord e a raccogliere dettagliate informazioni sulle piante e sugli animali. Dal 1845 al 1847 vive in completa solitudine in una capanna da lui costruita presso il laghetto Walden. Convinto antischiavista, per tutta la vita scrive contro la schiavitù.

Disobbedienza civile

Secondo Thoreau, è importante che l’individuo rispetti prima i dettami della sua coscienza piuttosto che le leggi di un determinato governo. Così elabora lo scritto “Disobbedienza Civile“, dove Thoreau condanna duramente il governo statunitense per l’istituto della schiavitù e per la sua politica imperialistica di espansione. Per dissociarsi completamente da questi indirizzi politici egli si rifiuta di pagare le tasse, sostenendo che il pagarle era sinonimo di assenso per la condotta del governo. Per questo motivo viene arrestato. E, proprio per spiegare le ragioni del suo arresto e della sua condotta, Thoreau scrive il saggio dal titolo “Disobbedienza civile”. 

I passi più significativi

Questo governo americano, che cos’è se non una tradizione, anche se recente, che si sforza di trasmettersi inalterata ai posteri, ma che sta perdendo parte della propria integrità istante dopo istante? Non ha la vitalità e la forza di un singolo uomo vivente, dal momento che un solo uomo è in grado di piegarlo alla sua volontà. Si tratta di una sorta di cannone di legno per il popolo stesso; e, se le persone dovessero usarlo per davvero gli uni contro gli altri, sicuramente si spezzerà. 

Deve il cittadino – anche se solo per un momento, od in minima parte – affidare sempre la propria coscienza al legislatore? Perché allora ogni uomo ha una coscienza? Io penso che dovremmo essere prima uomini, e poi cittadini. Non è desiderabile coltivare il rispetto della legge nella stessa misura nella quale si coltiva il giusto. Il solo obbligo che ho diritto di assumermi è quello di fare sempre ciò che ritengo giusto.

La legge non ha mai reso gli uomini neppure poco più giusti; ed anzi, a causa del rispetto della legge, perfino gli onesti sono quotidianamente trasformati in agenti d’ingiustizia. Un risultato comune e naturale del non dovuto rispetto per la legge è il seguente, che potresti vedere una fila di soldati, colonnello, capitano, caporale, soldati semplici, trasportatori di esplosivi, tutti che marciano verso le guerre in bell’ordine, per monti e valli, contro la propria volontà, ahimè, contro il proprio buon senso e le proprie coscienze, cosa che rende la marcia molto faticosa, e che produce una palpitazione del cuore. Essi non hanno dubbi sul fatto d’essere coinvolti in un maledetto pasticcio; sono tutti uomini d’animo pacifico. E ora, cosa sono? Uomini? oppure fortini e depositi di armi ambulanti, al servizio di qualche potente senza scrupoli? “

La massa degli uomini serve lo stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi. Essi formano l’esercito permanente, e la milizia, i secondini, i poliziotti, i posse comitatus, ecc. Nella maggior parte dei casi non v’è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini.

Come deve comportarsi un uomo, oggi, nei confronti di questo governo americano? Io rispondo che non può esservi associato senza che ciò sia un disonore. Non mi è possibile neppure per un momento riconoscere come il mio governo quell’organizzazione politica che sia anche un governo schiavista.

Tutti gli uomini riconoscono il diritto alla rivoluzione, quindi il diritto di rifiutare l’obbedienza, e d’opporre resistenza al governo, quando la sua tirannia o la sua inefficienza siano grandi ed intollerabili.

Le leggi ingiuste esistono: dobbiamo essere contenti di obbedirle, o dobbiamo tentare di emendarle, e di obbedirle fino a quando non avremo avuto successo, oppure dobbiamo trasgredirle da subito? Generalmente gli uomini, con un governo come questo, pensano che dovrebbero aspettare finché avranno persuaso la maggioranza a modificarle. Ritengono che, se opponessero resistenza, il rimedio sarebbe peggiore del male. Ma è proprio colpa del governo se il rimedio è peggiore del male. Lui lo rende peggiore. Perché non è più propenso a prevenire ed a provvedere alle riforme? Perché non ha a cuore la sua saggia minoranza? Perché piange ed oppone resistenza prima d’essere ferito? Perché non incoraggia i suoi cittadini a stare all’erta al fine di evidenziare i suoi errori, ed a fare meglio di quanto lui li indurrebbe a fare? Perché crocifigge sempre Cristo, e scomunica Copernico e Lutero, e dichiara ribelli Washington e Franklin?

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