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Perché Beatrice infiammava il cuore di Dante

Apparve vestita di nobilissimo colore, umile e onesto,

sanguigno, cinta e ornata a la guisa che a la sua

giovanissima etade si convenia.

In quello punto dico veracemente che lo spirito de la vita,

lo quale dimora ne la secretissima camera de lo cuore,

cominciò a tremare sì fortemente

Se per molti intellettuali oggi viviamo in una condizione sociale che per molti aspetti può ricordare quella medievale, per Pasolini in primis il neocapitalismo è una sorta di Medioevo moderno o nuovo Medioevo, verrebbe allora da capire come certi ideali e valori tipici di quel momento affioravano e resistevano, cioè proprio in tempi in cui pareva assai difficile trovar terreno fertile per loro.  Potrebbe aver importanza anche per noi, perche no, poveri malcapitati di quest’epoca capestre. Infatti se ci pensate, forse è proprio per questo, poiché la strada è ardua, che i valori diventano gli unici gioielli a cui aggrapparsi. Ma non per tutti ovviamente, solo per dame, cavalieri e poeti. Ma quali erano questi valori? E chi li incarnava in modo totalizzante?

D’allora innanzi dico che Amore segnoreggiò la mia anima, la quale fu sì tosto a lui disponsata, e cominciò a prendere sopra me tanta sicurtade e tanta signoria per la vertù che li dava la mia imaginazione, che me convenia fare tutti li suoi piaceri compiutamente.

La donna dell’amore cortese, dalla letteratura medievale di riferimento, non solo italiana, è idealizzata come assoluto miracolo e fonte di ogni salute. Ella è grazia e umiltà, nel senso di dolce umanità. Ed emblema italiano per eccellenza di queste virtù racchiuse, è Beatrice, bellezza immensa, perche infonde il poeta di una luce mistica che non si può circoscrivere razionalmente e che si riflette nel mondo circostante, e specialmente in quello di chi, come il suo spasimante, la contempla e la descrive poi estaticamente.

Ella infatti è l’annuncio di una salvezza, di un riscatto di quanto di negativo e di non degno c’è nell’esistenza. L’innamorato apprende dalla sovrana del suo cuore, che ci sono alti valori per cui vivere e in questi si cimenta con ardore per ricevere il riconoscimento che per ciò gli viene dato dalla sua amata.

Ella si va, sentendosi laudare,

benignamente d’umiltà vestuta,

e par che sia una cosa venuta

da cielo in terra a miracol mostrare

Le rime che il sommo fiorentino dedica a Beatrice sono fra le più belle della letteratura italiana ed esprimono al meglio questi valori e concetti. Quelle che qui proponiamo e che sono raccolte prevalentemente nella Vita Nuova, opera in prosimetro nella quale primeggia il sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare. Componimento nel quale la donna è signora del cuore e trema quello di ognuno alla sua visione.  Lineamenti scolpiti, fierezza d’animo che emozionano e invitano a suggestioni divine al punto da credere che ci sia un valore supremo che ella porta e che bisogna difendere ad ogni costo.

Per questo Beatrice infiammava il cuore di Dante, perché quell’amor cortese che il fiorentino provava era un sentimento che aveva la dote di nobilitare e affinare al meglio l’uomo e che lo illuminava al contempo sulla semenza dell’uomo stesso al punto da farsene portavoce nelle sue rime, come quelle celebri che ci ricordano che:  fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza…

(in copertina: Dipinto di Holiday raffigurante l’incontro tra Dante Alighieri e Beatrice Portinari lungo le rive dell’Arno (olio su tela, 1883, Walker Art Gallery)

Carlo Picca

 

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