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Perché abbiamo difficoltà a relazionarci oggi, la spiegazione di Bauman

Oggi tutto si è come individualizzato e non è quasi più possibile neppure il confronto. Il sociologo polacco Zygmunt Bauman ne aveva parlato nel libro “La società individualizzata”

“Tutti i punti di riferimento che davano solidità al mondo e favorivano la logica nella selezione delle strategie di vita (i posti di lavoro, le capacità, i legami personali, i modelli di convenienza e decoro, i concetti di salute e malattia, i valori che si pensava andassero coltivati e i modi collaudati per farlo), tutti questi e molti altri punti di riferimento un tempo stabili sembrano in piena trasformazione. Si ha la sensazione che vengano giocati molti giochi contemporaneamente, e che durante il gioco cambino le regole di ciascuno. Questa nostra epoca eccelle nello smantellare le strutture e nel liquefare i modelli, ogni tipo di struttura e ogni tipo di modello, con casualità e senza preavviso.”

Zygmunt Bauman – Da “La società individualizzata

Sono affezionata a Bauman. Averlo ascoltato a “Futura Festival” è stato privilegio puro.
Ricorderò sempre quell’edizione – mi trovai a ricevere il premio indetto dall’UNESCO su Giacomo Leopardi – e non avrei mai creduto di potercela fare. Non solo. Conobbi il grande linguista Massimo Arcangeli – persona speciale – e nacque una delle più belle amicizie delle quali io possa fregiarmi. Un’estate fortunata, non c’è che dire.

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Poi – come succede spesso – ho sentito parlare i signoroni tronfi, quelli che non sono nessuno ma che si replicano ogni tre per due, come le offerte dei supermercati, dicendo “Quando io mi sono laureato”. Mi ha indisposta l’arroganza con cui ho sentito rispondere alla mia citazione di Bauman dal ridondante titolato. Io ne esaltavo la splendida capacità di rendersi comprensibile attraverso il concetto di società liquida, il tizio mi ha risposto con sufficienza, come dire “E capirai, che ci voleva tanto? Io sono migliore.”

Già, ho pensato, solo che tu non sei nessuno e stai ad autoincensarti con me sperando nella mia approvazione che – se non dovesse arrivare – vorresti estorcere così, col ricatto morale. Allora no, non darò neanche adito a pronunciare una sola parola in più e – in effetti – feci così. Ribaltai abilmente tutti i termini del discorso, ricordo che mi è bastato dire “Ah, beh, certo.”

L’individualizzazione dell’io

Questo conferma quanto Zygmunt Bauman avesse colto nel segno. Oggi tutto si è come individualizzato e non è quasi più possibile neppure il confronto, cioè la cosa che ci arricchisce maggiormente. Tutti i valori umani e i punti fermi che apparentemente davano senso al nostro vivere sono scomparsi: quello che ci sembrava avere uno spessore morale e una certa solidità, di fatto, si è sciolto come la neve al sole, in tempo flash. Non abbiamo più né simboli, né archetipi e tutto fluttua. Ogni cosa è ondivaga. Se ci va bene galleggiamo fra un rottame e l’altro mentre – una pioggia battente – ci percuote. Pochi sanno nuotare, molti – per tenersi a galla – si aggrappano ad altri naufraghi, altrettanto disperati, affossandoli senza scrupolo alcuno.

I rapporti umani

Secondo Bauman ogni cosa – ogni tempesta – semplicemente accade e non abbiamo carte nautiche, né bussole funzionali. Il caso è la sola costante in un tempo perverso e variabile. Ci siamo liquefatti anche nei rapporti umani e questa sorta di tzunami ci sta portando via, non eravamo pronti, non ci potevamo neppure immaginare che – a salvarci – sarebbe restato e resterà solo un bene folle e sconsiderato per noi e per chi abbiamo accanto.

Paola Cingolani

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