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Perché “1984” di George Orwell è un romanzo capolavoro

Eric Arthur Blair, vero nome di George Orwell (1903/1950), è noto saggista, giornalista e scrittore britannico. 1984 è fra le sue opere, ritenute capolavoro della letteratura mondiale.

Il mondo descritto in 1984 è quello di tre entità territoriali rette da regimi totalitari in contrasto tra loro: l’Oceania, l’Eurasia e l’Estasia. In Oceania, e per esattezza, in una Londra dove manca il senso del bello, sporca e involgarita, dove gli appartamenti cadono a pezzi, gli intonaci si staccano dai muri, le condutture scoppiano spesso e volentieri e dal tetto cola acqua quando piove, sono in vigore i principi del Socing.

Il Socing è il socialismo inglese, governato da un Partito unico a capo del quale si trova il Grande Fratello. Il sistema politico e sociale in cui tutto ciò avviene è a forma piramidale e al culmine ci sono pochi ricchi che gestiscono così la vita di milioni di sottoposti impoveriti.

Il Grande Fratello, vertice piramidale, è composto da un piccolo gruppo di uomini di cui nessuno può sapere, è entità che nessuno ha mai visto, se non nell’immagine dei manifesti che si trovano ovunque in città e che, hanno ben esposta la frase, “The Big Brother is watching you”. Il Grande Fratello agisce attraverso degli apparecchi televisivi, i quali controllano tutti i cittadini, per punirli severamente, nel caso vengano colti in situazioni non consone al rispetto dei principi del Socing. Pronta ad intervenire è infatti la psicopolizia, presente ogni dove c’è ribellione e per fronteggiare comportamenti che vengono considerati sospetti. In particolare la psicopolizia combatte le attività di confraternite, che non sono altro che delle carbonerie che agiscono contro la propaganda del grande Fratello. Se a far da spia è un bambino questo è considerato più di un eroe. I bambini sono anche capaci di denunciare i loro genitori, e uno dei loro giochi preferiti consiste nell’andare a vedere le impiccagioni dei traditori.

Le telecamere del Grande Fratello fanno propaganda ai principi del Socing ventiquattrore su ventiquattrore ed osservano ovunque gli individui: dalle abitazioni ai luoghi di lavoro, per strada, e ovunque ci sia modo di spiare e controllare i cittadini. Secondo i principi del Socing, tutto è concesso, poiché non vi sono leggi scritte, né proibizioni di alcun tipo. Ma in realtà sono vietate attività come il pensare e l’amare, se non con il fine di procreare. Il Socing inoltre lavora incessantemente a quella che viene definita la Neolingua, la quale ha lo scopo di ridurre drasticamente il numero delle parole mirando all’impoverimento della lingua. Tutto è sotto controllo del Grande Fratello quindi, solo il cervello può racchiudere, se ci riesce, barlumi di libertà. I libri scomodi vengono fatti scomparire ed il passato lo si distrugge perché non deve esistere.

Il romanzo si struttura in tre segmenti: nel primo Winston Smith, che lavora presso il Ministero della Verità, dove corregge e scrive dispacci propagandistici e viene istruito all’uso della lingua come strumento di propaganda del Socing, riesce a prendere coscienza del suo non sentirsi parte nel sistema mondo Grande Fratello. Lo fa scoprendo la scrittura come atto rivoluzionario e liberatorio, perdendosi nel piacere di scrivere sul suo diario Abbasso il Grande Fratello… Abbasso il Grande Fratello!!! Successivamente, nella seconda parte, il lettore si cimenta nella storia d’amore che nasce tra Winston Smith e Julia. Mentre nell’ultimo segmento, infine, avvengono le torture fisiche e psicologiche perpetrate a danno dei due amanti e che portano alla loro conversione incondizionata al Socing.

1984 è ritenuto un capolavoro della letteratura mondiale perché anticipa e descrive quelle nuove forme democratiche occidentali di governo, non facilmente riconoscibili d’impatto come imperfette. Presunte democrazie che sono esistenti e funzionanti come dei veri e propri sistemi oligarchici edulcorati.

E’ facile trovarsi come per parafrasi a descrivere quanto è avvenuto ed avviene anche oggi in molti stati e che fa definire queste forme democratiche una sorta di grande trappola. A ben vedere la nostra democrazia occidentale si può ritenere che sia nelle mani di pochi, nelle loro sedie, nelle loro poltrone. Salotti trasversali occulti di finanzieri, banchieri, petrolieri… Poniamola più semplicemente così, vi domando, se secondo voi, è normale che fra noi ci siano malattie che come pestilenze affliggono oramai la nostra popolazione e la decimano, ad esempio il cancro, e si sta a pensare ancora alle ricerche di petrolio, alla costruzione di inceneritori, a salvare le banche e la finanza, a non vietare l’uso intensivo dei pesticidi, ma a tutt’altro, che si pensi cioè a mettere in campo scelte volte alla delegittimazione della qualità della vita di tutti, della sanità pubblica, della scuola pubblica, dei trasporti pubblici, dei diritti civili, e la lista è lunga… e non ci si prodiga perché tutte le risorse vadano in senso opposto, per un più reale benessere democratico, un benessere uguale per tutti? A ben vedere, la diseguaglianza ha purtroppo un ruolo cardine su cui si fonda la descritta democrazia dei privilegi e privilegiati.

Diseguaglianza a più livelli che si fonda sulla corruzione dei principi e valori morali della storia di un Popolo. Allora per detenere questo stato di cose tengono i cittadini dentro un grande laboratorio. E li fanno vivere in un gigantesco Matrix, nel quale i mass media, Big Brother, eseguono le direttive affinché la grande trappola si preservi costantemente. Ci dicono cosa dobbiamo fare, pensare, mangiare, bere, ci mettono l’uno contro l’altro, ci tengono ignoranti, ci inducono nella direzione che loro indicano, come in quel momento sia quella che si debba percorrere. Ci tengono dopati di sensazioni al fine di non sentire più e di abituarci a tutto, abituarci alla mancanza della necessità di sentire che abbiamo bisogno di un altro modo di vivere, più leggero, più a nostra dimensione, più pulito! Queste sono la parafrasi e le riflessioni che nascono leggendo 1984 di Orwell, romanzo capolavoro il cui monito è quello di riappropriarsi dei nostri corpi e dei nostri spazi, del nostro vivere affinché non soccomba, ostacolato e proibito, come quello di Winston e Julia, ma si possa esprimere nell’ autenticità umana e feconda.

Carlo Picca

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