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Paola Zannoner, ”Nei miei libri metto la dimensione avventurosa e fanciullesca che c’è in ognuno di noi”

''Fondamentale è osservare e comprendere i bambini e le bambine di oggi, i loro gusti, i loro punti di vista, i loro bisogni''. Pare essere proprio questo il segreto per la scrittura di una serie di narrativa per ragazzi di successo. A svelarcelo è Paola Zannoner, l'autrice della collana ''La Banda delle Ragazzine''. Al termine dell'articolo è possibile leggere un estratto de 'La Gara si Sveva', uno dei libri della collana...
L’autrice della collana “La Banda delle Ragazzine” ci racconta la sua passione per i libri e i retroscena della narrativa per ragazzi
MILANO – “Fondamentale è osservare e comprendere i bambini e le bambine di oggi, i loro gusti, i loro punti di vista, i loro bisogni”. Pare essere proprio questo il segreto per la scrittura di una serie di narrativa per ragazzi di successo. A svelarcelo è Paola Zannoner, l’autrice della collana edita da Giunti “La Banda delle Ragazzine”. In questa intervista  la scrittrice racconta la sua passione per i libri e la lettura, e ci rivela i retroscena di una delle collane più amate dalle ragazzine.
Perché ha deciso di mettersi a scrivere e perché proprio libri per ragazzi? 
Sono sempre stata una lettrice appassionata e ho cominciato a lavorare come bibliotecaria, proprio nel settore della letteratura per ragazzi. Mi sono specializzata in questo campo letterario specifico e ho cominciato a scrivere come critico letterario nelle riviste più importanti con articoli e saggi sulla narrativa per bambini e per adolescenti. Ecco perché da scrittrice mi sono dedicata a questo genere di letteratura.
Da dove è venuta l’ispirazione per i libri de “la Banda delle Ragazzine”? 
L’idea mi è venuta in vacanza, in un paese dove la sera le bambine e i bambini escono per giocare liberi nelle piazze e nelle strade. Mi ha ricordato la dimensione spensierata e libera della mia infanzia, senza pericoli perché nei piccoli centri ci sono piazze senza auto, strade sicure, e molti adulti che danno un occhio. Il gruppo delle bambine, in particolare, mi ha incuriosito perché composto da ragazzine sportive, dinamiche, attive, non “ a rimorchio” dei maschietti, anzi, in grado di calamitare nei loro giochi anche diversi ragazzini.
È difficile immedesimarsi nel mondo di queste piccole protagoniste? Nei suoi libri, mette qualcosa di sé, della sua storia, dei suoi ricordi di ragazza?
Nelle storie metto la dimensione avventurosa dell’infanzia che caratterizza tutti noi. Per uno scrittore credo che non sia difficile, perché si tratta di contattare parti di sé che rimangono nella personalità. Ma soprattutto è fondamentale osservare e comprendere i bambini e le bambine di oggi, i loro gusti, i loro punti di vista, i loro bisogni.
Com’è nata in lei la passione per i libri, c’è un episodio particolare della sua vita che è legato allo scoccare di questo amore? Come i libri l’hanno aiutata nella vita e in particolare negli anni in cui era una ragazzina, nell’affrontare i passaggi della crescita?
Da bambina ero attratta fortemente dalla scrittura: prima ancora di imparare a leggere, giocavo a “leggere” aprendo un libro e osservando le pagine. Il primo libro che ho letto e amato era “Pinocchio”, un incontro fortunato perché si tratta di una fiaba per bambini e per i grandi, una meravigliosa storia d’avventura piena d’umorismo e di commozione. I libri mi sono stati sempre compagni indispensabili, mi hanno sostenuto e aiutato a capire meglio me stessa e il mondo. Per esempio, da ragazzina ho adorato Le piccole donne di Louise May Alcott, romanzo di formazione di una ragazza, Jo, che diventerà scrittrice e del suo rapporto solidale e affettuoso con le sorelle. C’era dentro tutto quel che mi serviva per capire qual era la mia strada e che in quella strada sarei stata sempre accompagnata dalla solidarietà e dall’amicizia femminile.
26 maggio 2013
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