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Nuove norme sul prezzo dei libri, lo sconto massimo sarà del 5%

Il Parlamento rivedrà le norme sul prezzo dei libri, abbassando il tetto massimo degli sconti dal 15% al 5%. Lo scopo è contrastare gli ecommerce

MILANO – Tra poche settimane il Parlamento italiano discuterà il nuovo Piano nazionale per d’azione per la promozione della lettura, ovvero un progetto di stanziamento di fondi, 3,5 milioni di euro, per difendere e sostenere la diffusione della cultura. Una delle norme oggetto di discussione è l’imposizione di un tetto massimo per gli sconti sui libri, che sarà abbassato al 5%. La misura è volta a combattere le politiche di super-scontistica messi in atto da ecommerce e grandi distributori come Amazon. Il rischio, però, è quello di indebolire la domanda di libri e scoraggiare i lettori.

Prezzo dei libri fissato, sconto massimo del 5%

Il testo del Piano è composto di tredici articoli, ed è di fatto un emendamento alla normativa in vigore, che oggi prevede un tetto massimo del 15% di sconto sui libri venduti sia in libreria sia su internet. Ora la soglia verrà abbassata al 5%, con lo scopo dichiarato di combattere l’ingerenza dei siti ed e-commerce come Amazon, che sbaragliano il mercato delle librerie grazie a forti politiche di sconti.

Le uniche eccezioni alla legge saranno i libri di testo scolastici, che saranno comunque scontabili al 15%. Per i testi venduti alle biblioteche, invece, non ci sono limitazioni di sorta. Per un mese l’anno, poi, le singole case editrici e i distributori potranno comunque decidere di effettuare sconti fino al 20%, fatta eccezione per i titoli pubblicati nei sei mesi precedenti al mese delle promozioni. L’Antitrust e la Guardia di finanza vigileranno sulla corretta applicazione della legge e sul rispetto delle soglie di sconto previste. Inoltre, sempre per contrastare la concorrenza dei siti che vendono libri online, sarà anche istituito un albo delle librerie di qualità sia indipendenti sia legate a grandi distributori o case editrici.

Un’altra iniziativa prevista all’interno della proposta riguarda la creazione di una carta elettronica per le librerie, rilasciata a partire dal 2020 con un fondo specifico di un milione di euro per sostenere i soggetti svantaggiati nell’acquisto di libri e di altri materiali scolastici.

Gli editori non sono contenti

Gli editori, però, non sono contenti della misura governativa perché temono che l’unico risultato sarà quello di scoraggiare i lettori all’acquisto e di conseguenza ridurre la domanda di libri. Il Presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Franco Levi si è detto preoccupato, perché «La lettura è un’emergenza nazionale. E lo è non solo per il nostro settore ma per la crescita del Paese. Questo testo prevede invece una riduzione forte degli sconti possibili sui prezzi di vendita senza aiutare gli acquisti di libri delle famiglie, penalizzando di fatto la voglia e il bisogno di lettura degli italiani. Queste nuove norme – ha proseguito – si tradurranno in un aggravio di spesa per le famiglie e i consumatori, in un indebolimento della domanda, in una riduzione degli acquisti, in un danno per il mercato. Tutto questo senza sostenere in modo adeguato gli operatori di minori dimensioni, piccoli editori e piccoli librai. Faremo tutto il possibile – ha concluso – per cambiare la direzione di questo provvedimento».

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