Uno è uscito già da qualche giorno, gli altri quattro arriveranno a breve in libreria. Ecco cinque imperdibili saggi in uscita nel mese di marzo in Italia.
Cinque saggi in uscita a marzo 2025
“Il richiamo della montagna” di Matteo Righetto
Amanti della montagna, a raccolta: Matteo Righetto è appena uscito in libreria con un saggio dedicato al richiamo universale della natura.
Silvaticus significa appartenente alla selva, alla foresta, e si contrappone a domesticus. È una voce, un richiamo profondo che si manifesta talvolta in brivido di piacere, oppure smarrimento o, addirittura, estasi, misticismo, esperienza sublime e spirituale.
È questa l’idea di “selvatico” che Matteo Righetto pone al centro delle sue riflessioni: il richiamo che ognuno di noi sente per un tempo in cui gli uomini non erano addomesticati e non avevano ancora sottomesso e domato la Terra.
Come vivevano un tempo le persone in questi luoghi solo in apparenza inospitali? E come possiamo tornare a instaurare con la natura dei monti, e lo spirito che vi abita, un rapporto di reciproco beneficio e non più di sfruttamento?
“Il richiamo della montagna” non è semplicemente una narrazione della natura, ma una celebrazione della simbiosi tra l’uomo e l’ambiente.
“Il lato oscuro dei social network” di Serena Mazzini
Con la nascita dei social network, che hanno trasformato la visibilità in una competizione continua, il confine tra pubblico e privato si è assottigliato, e siamo finiti in un sistema che premia il contenuto più estremo, amplifica le emozioni più forti e ci spinge a condividere sempre di più, sempre più in fretta.
Dietro quegli schermi luminosi che catturano la nostra attenzione si nasconde un fondale oscuro, ansioso di inghiottirci. Non è informazione, ma manipolazione: Serena Mazzini, professionista della comunicazione, arriva in libreria il 18 marzo con un saggio che racconta da vicino, servendosi di casi esemplari, i meccanismi di manipolazione che si instaurano a causa dei social network e della sovraesposizione.
“Vite nell’oro e nel blu” di Andrea Pomella
A fine marzo Andrea Pomella torna in libreria con “Vite nell’oro e nel blu”, un’opera singolare, un incrocio di narrativa e saggistica, un intreccio di vite che raccontano la meraviglia del mondo dell’arte.
Ci sono vite talmente grandi che sembrano inventate, come certe epoche del mondo. Come la luce che alla fine degli anni Cinquanta si spandeva su piazza del Popolo a Roma nell’ora del tramonto. Sfiorati da quella luce, un gruppo di giovani seduti ai tavoli del bar Rosati – capelli alla moda, sigarette agli angoli della bocca, Clarks ai piedi – guardano in cagnesco la città che rifiorisce dalle macerie della guerra.
I loro nomi sono Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Francesco Lo Savio. Vengono dal popolo e stanno per prendersi la scena culturale e mondana del Paese. Da lì a poco infatti diventeranno i pittori comunisti che folleggiano con le principesse, bocconi succulenti per i paparazzi e inventori di nuove mitologie pagane.
Ma intanto vivono la loro gioventù, lanciando la sfida ai geni artistici d’oltreoceano – Warhol, Rauschenberg, Johns – e frequentando Ungaretti, Moravia, Guttuso, gli Agnelli e i Rolling Stones.
“Se non posso ballare non è la mia rivoluzione” di Lella Costa
Già approdato in libreria, il nuovo saggio di Lella Costa è un inno alla libertà e all’emancipazione femminile.
Cento e due donne, ciascuna con un profilo, un aneddoto, un’intuizione: questa è una Spoon River al contrario, allegra e combattiva.
Si passano un ideale testimone, di epoca in epoca, donne che hanno contribuito al progresso di tutti: da Eleanor Roosevelt a Isabella Bird, da Franca Valeri a Virginia Woolf, da Nellie Bly ad Artemisia Gentileschi, e molte, moltissime altre.
Così, una temuta piratessa cinese si ritrova fianco a fianco con una brillante matematica iraniana; scopriamo di dovere l’invenzione del tergicristallo a un’allevatrice statunitense; rompiamo gli schemi con cantanti, attrici e danzatrici «scandalose».
In parallelo, si compone il racconto personale del rapporto tra l’autrice, queste figure femminili e il mestiere di raccontarle.
“A che cosa serve la letteratura” di Isaac B. Singer
Terminiamo la nostra carrellata di saggi in arrivo nel mese di marzo con una serie di scritti di Isaac Bashevis Singer dedicati al ruolo della letteratura, che finalmente arrivano in traduzione italiana con Adelphi.
Quale concezione della letteratura anima le prodigiose storie di Singer? Quale visione estetica e spirituale ha disegnato i suoi personaggi?
Per quanto sorprendente possa risultare, i numerosi saggi cui Singer ha affidato le sue idee in fatto di arte, letteratura e cultura ebraica sono rimasti relegati in pubblicazioni poco accessibili (per lo più il quotidiano yiddish «Forverts») e schermati da pseudonimi.
Eppure, come documentano le traduzioni in inglese riaffiorate dai suoi archivi, non v’è dubbio che Singer meditasse di ricavarne una raccolta: questo libro rappresenta dunque la realizzazione postuma di un progetto d’autore – e un’inattesa via d’accesso alla sua filosofia personale.