Alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte 2025, Newton Compton si è distinta per l’acquisizione tempestiva di quattro titoli molto contesi nel mercato editoriale internazionale. Un colpo ambizioso, costruito su scelte editoriali precise, capaci di coniugare tendenze contemporanee, nuovi linguaggi narrativi e potenzialità di mercato.
Thriller psicologici che riflettono le ossessioni dell’epoca digitale, gialli metanarrativi che riscrivono le regole del genere, romanzi coreani che parlano di tarocchi e self-care, saggi brillanti che insegnano a fare… assolutamente nulla. Ogni titolo racconta qualcosa del nostro tempo, e lo fa attraverso voci nuove, trasversali, in grado di toccare corde profonde o leggere con intelligenza il bisogno diffuso di evasione, riflessione, riscatto.
Newton Compton acquisisce 4 Bestseller internazionali
“Catfish” di Ciara Broderick
Il thriller dell’anno? “Catfish” di Ciara Broderick Il titolo più discusso tra gli addetti ai lavori è stato senza dubbio “Catfish” , romanzo d’esordio dell’irlandese Ciara Broderick, definito un incrocio tra Eileen di Ottessa Moshfegh e i thriller femministi più disturbanti degli ultimi anni.
L’opera ha scatenato un’asta in UK con ben nove offerenti, vinta da Fourth Estate, e ha trovato casa in Germania con un pre-empt a sei cifre per DTV.
In Italia sarà Newton Compton a pubblicarlo, con grande anticipo rispetto al trend. La protagonista, Mairead, conduce una vita ordinaria a Dublino, tra un lavoro stabile e telefonate rassicuranti ai genitori. Ma dietro quella facciata si nasconde una rete di falsi profili con cui attira e manipola uomini online.
Quando uno dei suoi “bersagli” scompare e le sue attività vengono esposte da un podcast virale, il suo castello di carte comincia a crollare. Il romanzo esplora con crudezza e tensione psicologica temi come l’identità digitale, l’isolamento sociale, la vergogna e la vendetta.
“Catfish” è il ritratto di una giovane donna al limite, che agisce e mente per esistere, in un mondo che pretende trasparenza ma vive di maschere.
“The New Rules of Murder”: Agatha Christie 2.0
Il secondo colpo firmato Newton Compton è “The New Rules of Murder” , della scrittrice e avvocata Victoria Dowd, già vice-presidente della Crime Writers’ Association. L’autrice propone un gioco di specchi metaletterario che riscrive, letteralmente, le regole del giallo.
Dieci scrittori di romanzi crime si ritrovano in un castello scozzese alla vigilia del nuovo millennio per un evento esclusivo: riformulare le “venti regole del giallo” stabilite nel 1929 da Ronald Knox. Uno a uno, però, iniziano a morire. E nessuno sopravvive. Con evidente omaggio a “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, ma con uno stile moderno, ironico e consapevole, Dowd costruisce un mistery affilato come un bisturi e pieno di colpi di scena.
Il libro non è solo un giallo, ma una riflessione sul mestiere della scrittura, sull’ego autoriale, sull’immaginazione e sulle aspettative del pubblico. Per i lettori amanti del true crime e del whodunit, sarà una vera chicca.
“The Tarot Card Reading Café “di Moon Hye-jung
Dal cuore della Corea del Sud: “The Tarot Card Reading Café “di Moon Hye-jung, romanzo che unisce spiritualità pop, esoterismo e introspezione psicologica. Dopo aver vinto il prestigioso Brunch Award, Moon Hye-jung ha conquistato anche i mercati internazionali, e il suo libro sarà pubblicato in italiano da Newton Compton, accanto all’edizione spagnola targata Planeta/Neko Books.
Shin Se-ryeon, ex aspirante scrittrice, ora gestisce un piccolo caffè dove legge i tarocchi e aiuta le persone a orientarsi nei loro dilemmi esistenziali. Dopo la fine di una lunga relazione, si ritrova lei stessa smarrita, e nel corso del romanzo intraprende un percorso di guarigione.
Il libro è un inno gentile al potere delle seconde possibilità, alla forza silenziosa del self-care e alla riscoperta di sé attraverso i simboli e l’ascolto. Un titolo perfetto per chi ha amato “Midnight Library”, Before the Coffee Gets Cold o “Il magico potere del riordino” .
“Just don’t. L’arte di non fare niente di Johan Anderberg
“Just Don’t”. L’arte di non fare niente, firmata Johan Anderberg è il quarto titolo è un saggio “di rottura”, brillante e controcorrente: “Just Don’t. The Art of Doing Nothing” di Johan Anderberg, già noto per The Herd. Questo piccolo libro fa l’elogio dell’inazione.
Attraverso esempi storici e contemporanei, dai generali romani agli allenatori di calcio, dai manager di Wall Street agli imprenditori minimalisti, Anderberg mostra come, spesso, la scelta più efficace sia quella di non fare nulla.
Non per apatia, ma per consapevolezza. Il libro si inserisce nel filone di successo inaugurato da “La sottile arte di fare quello che ti pare” di Mark Manson e “La teoria di lasciar andare” di Mel Robbins, ma con un approccio più riflessivo e culturale. Si rivolge a chi si sente schiacciato dall’ansia di dover “essere sempre in azione” e invita a un cambio di paradigma.