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Morto Giampaolo Pansa, giornalista e scrittore controcorrente

Si è spento all'età di 84 anni uno dei cronisti e dei commentatori italiani più conosciuti. Raccontava l'Italia dei vinti

Lutto nel mondo del giornalismo italiano. Si è spento a Roma all’età di 84 anni Giampaolo Pansa. nato a Casale Monferrato nell’ottobre del 1935, Pansa è stato scrittore, polemista, commentatore, firma dei più importanti quotidiani italiani: dalla Stampa, dove ottenne il suo primo contratto giornalistico, nel 1961, al Giorno, dal Corriere della Sera a Repubblica  al Messaggero, dall’Espresso a Epoca a Panorama.

Giampaolo Pansa ha raccontato nel corso della sua carriera la società e la politica italiana, ponendo l’accento sui vizi della classe dirigente e soprattutto proponendo un punto di vista controcorrente, sempre in grado di stimolare il dibattito e la riflessione. Celebri le sue polemiche giornalistiche e storiografiche che hanno sempre accompagnato i suoi libri dedicati alla Resistenza, su tutti “Il sangue dei vinti“, il saggio del 2003 sulle violenze compiute dai partigiani nei confronti di fascisti durante e dopo la seconda guerra mondiale che gli è costato l’accusa di revisionismo.

Pansa è stato autore di numerosi scoop, come quello relativo allo scandalo Lockeed, ma anche autore di espressioni entrate ella storia come la “Balena bianca”, cioè la Democrazia cristiana, o il “Bestiario”, titolo di una sua celeberrima rubrica. Nel 2001 ha pubblicato “Le notti dei fuochi” romanzo sulla guerra civile italiana combattuta tra il 1919 e il 1922, ma anche “I figli dell’Aquila“, racconto della storia di un soldato volontario dell’esercito della Repubblica sociale italiana. Oltre a “Il sangue dei vinti” sopracitato si ricordano “La Grande Bugia” e “I vinti non dimenticano“. Pansa non ha perso la sua attitudine di  provocatore anche nell’ultimo periodo, firmando l’autoritratto “Quel fascista di Pansa” e  un pamphlet su Salvini “Ritratto irriverente di un seduttore autoritario“.

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