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Meno telefonini e piu’ libri per far crescere l’Italia

Secondo gli editori e i critici italiani il libro rappresenta il principale mezzo di comunicazione di massa che può rilanciare l’Italia dal punto di vista sia culturale che economico. Per fare ciò, occorre non pensare più al libro come prodotto meramente stilistico, ma come un bene a disposizione di tutti, diffuso e venduto come un telefonino, grazie a cui sviluppare un maggior senso civico…

MILANO – Altro che smartphone, tablet e tv. Secondo gli addetti ai lavori dovrebbe essere il libro il vero mezzo di comunicazione di massa che può rilanciare l’Italia. Lo dicono 7 esperti su 10 (69%) secondo cui il libro non deve essere più inteso solo come un’opera d’arte, un prodotto meramente culturale, ma deve essere diffuso e venduto come gli smartphone e la tv, perchè capace di migliorare la propria cultura combattendo l’ignoranza (64%), rende più consapevoli (53%), aumenta il rispetto del prossimo (45%) ed aiuta a sviluppare un maggior senso civico (36%). Basta con l’essere troppo legati a internet e cellulare, che secondo gli esperti non permettono una vera e propria crescita personale. Per gli addetti ai lavori dedicare più tempo alla lettura permetterebbe di far crescere il tessuto sociale (71%) e l’economia (65%). I libri e i loro autori inoltre non dovrebbero trovare spazio soltanto all’interno di programmi televisivi autoreferenziali, ma dovrebbero diventare parte integrante dei programmi d’intrattenimento e dei contenitori pomeridiani, come delle vere e proprie Star (57%).

E’ quanto emerge da un’indagine promossa da Libreriamo, il social book magazine per la promozione dei libri e della lettura, condotta intervistando le più importanti case editrici italiane e raccogliendo i pareri di 120 esperti di comunicazione e critici letterari su come promuovere i libri e far leggere di più gli italiani, realizzata in occasione dell’edizione 2012 del Salone Internazionale del Libro di Torino.

 

“Abbiamo voluto condurre un’indagine – afferma Saro Trovato,  sociologo, mood maker e ideatore di Libreriamo – che permettesse agli addetti ai lavori di dire la loro e mettere in evidenza le criticità legate alla diffusioni dei libri in Italia, sia a livello materiale sia a livello culturale. L’opinione comune rilevata è che la crescita del nostro Paese e della sua gente passa da una maggiore abitudine alla lettura dei libri, che devono essere venduti al pari degli smartphone, considerando il loro forte valore sociale. Leggendo di più si combatte il qualunquismo e il degrado, stimolando una crescita personale ed economica del Paese.”

 

Secondo quanto riportato dal rapporto “L’Italia dei libri – Un anno, le stagioni, due trimestri a confronto” uscito il 23 marzo 2012, solo il 44% della popolazione italiana adulta ha acquistato un libro nel 2011, mentre il 49% ha letto un libro nello stesso arco di tempo. Da cosa dipende il calo dei lettori in Italia? Secondo la maggioranza degli esperti (42%) ciò è dovuto alla mancanza di “appeal” da parte della maggior parte dei libri in commercio. Per altri dipende dall’eccessiva fruizione di media come tv e internet che tolgono tempo e spazio alla lettura (26%) e dal costo eccessivo di alcuni libri (17%). Ecco perché per 7 esperti su 10 (69%) il libro non deve essere più inteso solo come un’opera d’arte, un prodotto meramente culturale, ma deve essere considerato un vero e proprio mezzo di comunicazione di massa, diffuso e venduto come gli smartphone e la tv.

 

Ma i media dedicano il giusto spazio alle iniziative librarie? Solo l’8% ritiene che il tempo dedicato ai libri sia corretto. Per il 54% degli addetti ai lavori in tv si preferisce trattare argomenti e generi diversi a discapito della cultura, mentre secondo altri (32%) ci sono programmi dedicati ai libri troppo autoreferenziali, in cui i libri non vengono “laicizzati”. Ecco perché i libri e i loro autori dovrebbero diventare parte integrante dei programmi d’intrattenimento e dei contenitori pomeridiani, come delle vere e proprie Star (57%).

 

Quali vantaggi comporterebbe una maggiore abitudine alla lettura in Italia? Secondo gli addetti ai lavori il libro può rappresentare un vero e proprio volano per la crescita dell’Italia, sia sociale e culturale (71%) che economica (65%). Esso infatti rappresenta un mezzo utile a combattere l’ignoranza migliorando la cultura personale (64%), anche attraverso l’arricchimento del proprio lessico, combatte il qualunquismo e rende più consapevoli della realtà (53%), aumenta il rispetto del prossimo (45%), elimina il degrado e aiuta a sviluppare un maggior senso civico (36%). Secondo gli addetti ai lavori il libro deve diventare il media di riferimento, intorno al quale aprire un dibattito, confrontarsi, trasformandosi  in un mezzo sempre più social.

 

La mancanza della giusta considerazione nei confronti della lettura in Italia in parte dipende da alcuni attori principali che ruotano intorno al mondo dell’editoria. Secondo la maggioranza degli addetti ai lavori (67%) alcuni libri vengono perlopiù considerati come frutto dell’esercitazione puramente stilistica da parte dello scrittore. Il rischio principale secondo gli esperti è quello che si crei una letteratura distaccata dalla gente, come la politica, creando quindi due nicchie autoreferenziali, alle quali appartengono pochi eletti. La soluzione per gli addetti ai lavori sarebbe anche quella di scrivere libri più vicini alle corde espressive ed emozionali della gente, trovando argomenti, personaggi e un modo di scrivere più vicino al mondo in cui viviamo.

 

Altro fattore è rappresentato dalla distribuzione: secondo il 17% degli addetti ai lavori, una distribuzione dei libri attualmente squilibrata tra nord e sud sfavorisce uno sviluppo omogeneo dell’Italia dal punto di vista culturale ed economico.

 

E se il tema principale del prossimo Salone del Libro di Torino è la “primavera digitale”, quale impatto possono avere sul mercato editoriale le nuove tecnologie digitali? Secondo la maggioranza (51%) possono essere un valido strumento da affiancarsi alla distribuzione cartacea di libri, mentre per altri (31%) rappresenta l’unico modo per adeguarsi ai tempi e sopravvivere all’interno del mercato librario. Da parte delle piccole case editrici, l’atteggiamento verso strumenti come l’e-book è ambivalente: da un lato c’è chi lo ritiene un pericolo, mentre secondo altre è il mezzo ideale per abbattere i costi della distribuzione cartacea.

 

9 maggio 2012

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