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Matteo Strukul, “Oggi Giacomo Casanova sarebbe una popstar”

Ricordato soprattutto come avventuriero e icona classica del seduttore e libertino, nel libro di Strukul scopriamo le altre caratteristiche ed inclinazioni di Casanova

MILANO – Un personaggio estremamente popolare, in grado d’incantare con il proprio fascino l’intero pianeta. E’ stato questo Giacomo Casanova secondo lo scrittore Matteo Strukul, autore di “Giacomo Casanova: la sonata dei cuori infranti“. Ricordato soprattutto come avventuriero e icona classica del seduttore e libertino, all’interno del libro di Strukul scopriamo le altre caratteristiche ed inclinazioni di Casanova. Ce le racconta lo stesso autore in questa intervista.

 

Quali suggestioni e spunti narrativi offre ad un autore una figura come quella di Casanova? Nella sua rappresentazione classica, la figura di Casanova viene spesso accostata a quella di seduttore. Quali altre sfaccettature del personaggio emergono all’interno del tuo libro?

Le stesse che potrebbe suggerire un Barry Lindon – il protagonista del romanzo di William Makepeace Tackeray e poi del film di Stanley Kubrick – o un Valmont, il seduttore incallito de Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos: intrigo, passione, avventura, seduzione, sfida, gioco. Gli spunti sono talmente tanti che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Giacomo Casanova era laureato in giurisprudenza, era un discreto violinista, amava viaggiare, sapeva tirar di spada e pistola, era un cabalista, e un amante del teatro, era di casa al San Luca e al San Samuele. Naturalmente era un seduttore. Ma quest’ultima non era che una delle sue tante qualità e inclinazioni. Quel suo essere un libertino, un outsider, un pre-romantico in qualche modo, lo rendono un personaggio talmente affascinante che un romanziere – uno di quelli che amano raccontare storie d’avventura e passione – non può davvero farselo sfuggire. Almeno secondo me. Da qui la voglia di metterlo al centro di una mia storia, tanto più considerando il fatto che sono padovano e ho conseguito un dottorato a Ca Foscari, a Venezia dunque, città emblematica, magnifica, unica al mondo.

 

Qual è la Venezia che viene raccontata all’interno del libro?

Quella del 700. La più affascinante. Quella di Carlo Goldoni, Antonio Vivaldi, Giambattista Tiepolo, Tomaso Albinoni, Canaletto, Benedetto Marcello. E poi quella del Consiglio dei Dieci, della Quarantia Criminal, degli Inquisitori di Stato, delle famiglie patrizie in guerra fra loro, disposte a comprare tutti i voti necessari per avere un proprio membro eletto a doge e dunque al comando della Repubblica. Una Venezia divisa fra lo splendore delle feste, dei salotti e dei palazzi magnificenti da una parte e la corruzione dei propri politici e delle spie dall’altra. E poi i giocatori d’azzardo, i ridotti dei teatri, le dame d’incomparabile bellezza, gli scherani dell’Inquisizione. E, al centro di tutto questo, Giacomo Casanova.

 

Che tipo di fascino esercitava Casanova per l’universo femminile?

Casanova era un uomo alto, dal fisico atletico, certamente piacevole allo sguardo. Amava corteggiare le donne, era galante, sapeva come farle sentire importanti, parlava con loro e le ascoltava. Ovviamente era anche vanitoso, ma il fatto che fosse un ribelle, un libertino, un amante dell’arte e della cultura lo rendeva irresistibile a un pubblico femminile che spesso si confrontava con uomini completamente assorbiti dalla carriera politica, dal tornaconto personale, ben poco propensi a dedicare vere attenzioni alle donne. Casanova invece si dedicava completamente a colei che intendeva corteggiare. Anche se la prescelta sarebbe stata tale per un tempo piuttosto breve: quello concesso fino alla nuova conquista.

 

Che tipo di uomo sarebbe Casanova oggi, ai tempi nostri?

Credo una popstar o un attore di fama internazionale, un personaggio estremamente popolare, in grado d’incantare con il proprio fascino l’intero pianeta, perché, in ultima, questo ha fatto Giacomo Casanova con le sue incredibili imprese, a partire dalla storica evasione dai Piombi.

 

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