Sei qui: Home » Libri » Matteo Caccia, “Ogni grande storia racconta le esigenze di ognuno di noi”

Matteo Caccia, “Ogni grande storia racconta le esigenze di ognuno di noi”

Lo speaker di Radio24 parla del suo lavoro e spiega perché le storie degli altri possono farci ridere della nostra

LIVORNO – Raccoglie, scrive e racconta storie per la tv, il teatro e la radio. Lo ha fatto a Radio24 con Vendo tutto e Voi siete qui, lo ha fatto a Radio2, dove si è occupato di Amnèsia, con Una Vita, e sempre su Radio2 lo fa tutt’oggi con Pascalstorie, persone, meteorologia, in onda tutti i giorni a partire dalle 19.00. Ha creato e conduce Don’t tell my mom, storyshow in scena ogni primo lunedì del mese a Milano, dove le persone salgono sul palco e raccontano un episodio che non vorrebbero mai che loro madre venga a sapere. Lavora per LaEffe, la tv di Feltrinelli, e ha scritto due libri, Amnèsia e Il nostro fuoco è l’unica luce, per Mondadori.

IL VALORE DI UNA STORIA – Nella vita, insomma, Matteo Caccia lavora con le storie delle persone, le raccoglie e le racconta. “Col tempo ho capito – ha raccontato a Livorno al Festival “Il senso del ridicolo” – che qualsiasi grande storia racconta le esigenze di ognuno di noi: essere amati e amare qualcuno, avere uno scopo (un lavoro), cercare di stare bene”. E spesso confondiamo i post su Facebook con le storie, ma una storia per dirsi tale deve avere un inizio, uno sviluppo e una conclusione. Quello che scriviamo sui social network è difficile che sia una storia. Secondo Caccia, “il protagonista che abbiamo conosciuto nelle prime righe deve essere diverso una volta ci avviciniamo alla conclusione. Non per forza deve essere più buono, onesto o eroico. Ciò che è importa è che sia diverso”.

L’IMPORTANZA DI RACCONTARE – Non è sempre stato chiuso in studio, lo speaker, dietro un computer ad aspettare che arrivino messaggi virtuali. Ma è andato in giro per l’Italia, per ascoltare le vite altrui. Ma non tutti sono disposti a parlare. Alle volte, perché si aprano devi cominciare a raccontare la tua storia. “Immaginate di voler parlare con qualcuno che ha paura dell’aereo. Non parla, non c’è niente da fare. Ma quando tu racconti del cattivo atterraggio di ieri, della paura che ti sei preso, subito dopo la diga crollerà e il fiume comincerà a scorrere”. Sì, perché non dobbiamo mai avere paura, quando raccontiamo una storia, di mostrare la nostra vulnerabilità. Abbiamo tutti bisogno di affetti, punti di riferimento, rocce a cui aggrapparci e ogni grande storia non fa altro che raccontare queste nostre umane esigenze.

Dario Boemia

© Riproduzione Riservata