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Mariapia Veladiano, ”A Natale, regaliamo libri che fanno innamorare della lettura”

“La paura è nostro nemico potente. Congela la vita prima che le cose accadano. E magari non accade niente e intanto abbiamo rinunciato a un amore, a un figlio, a un cambiamento, alla vita, per paura. Parole contro la paura...

La scrittrice ci parla della sua nuova opera “Ma come tu resisti, vita” e consiglia per Natale di regalare ai “non lettori” il libro giusto

MILANO – “La paura è nostro nemico potente. Congela la vita prima che le cose accadano. E magari non accade niente e intanto abbiamo rinunciato a un amore, a  un figlio, a un cambiamento, alla vita, per paura. Parole contro la paura. Parole compagne di vita”. E’ il messaggio principale contenuto nel libro “Ma come tu resisti, vita”, l’ultima opera di Maria Pia Veladiano. La scrittrice ci illustra i contenuti del libro e consiglia per Natale di regalare ai “non lettori” il libro giusto, quello “che fa innamorare della lettura”.

Come nasce questa sua nuova opera?
“Ma come tu resisti, vita” è una raccolta di parole. Per tre mesi lo scorso anno ho pubblicato sul quotidiano “Avvenire” brevissime riflessioni sulle parole, ogni giorno una. Non sono parole legate alla cronaca minuta, sono parole del nostro vivere quotidiano: rancore, speranza, disperazione, seduttore, amore, paura. Possono essere lette nell’ordine in cui sono presentate oppure si può scegliere quella che più ci chiama una mattina. E’ un fermar lo sguardo su un nostro sentire che in modo nascosto, strisciante, ci ruba la vita. Come si fa a vivere quando il rancore ci domina? Oppure la delusione? Oppure il malamore ci umilia? E allora ci si può fermare un momento e si può inaspettatamente trovare lo spiraglio, piccolo piccolo, che si può trasformare in libertà. Le parole hanno questo potere di liberare le vite.

La copertina è molto evocativa. Ci può raccontare la sua storia?
E’ la coda di un pavone bianco aperta verso il cielo. Nel romanzo “Il tempo è un dio breve” la protagonista Ildegarda incontrava un pavone, in un momento definitivo della sua storia. Era il pavone bianco che qui ritorna. La coda aperta verso il cielo è simbolo di risurrezione nella tradizione cristiana. E’ un libro che ad ogni parola vuol raccontare che si può vivere e vivere e ancora vivere. 

Il titolo è una citazione dal Cantico Spirituale di san Giovanni della Croce. Cosa l’ha ispirata di questa opera?
E’ un’opera mistica, che dice la fede nella vita. Questo verso è parte di una strofa più ampia. Così come viene ripreso nel titolo del libro “Ma come tu resisti, vita” dice la sorpresa per la vita che anche quando è difficile, è offesa, sembra in salita, comunque resiste, conosce una volontà di esserci straordinaria. Ci sorprende. 

Possiamo definire questa sua opera un “inno alla vita”, in qualche modo controcorrente rispetto ad altri libri attuali meno ottimisti nei confronti del tempo in cui viviamo?
C’è certamente un ottimismo che però non è un atteggiamento ma è volontà. Volontà di resistere al male, alla deriva dello sconforto che in questo tempo difficile ci prende. E’ un fermare lo sguardo e vedere il buono che ancora ci circonda e poter dire: “Io ci sono. Io non ci sto al tanto peggio tanto meglio”. Dicono tutti: “Il mondo va così?” e invece no, le scelte che farò fra un momento, stasera e domani non le ho ancora fatte e possono essere diverse: non “dir male” dal mattino alla sera, infilzando il mondo con i giudizi che massacrano il nostro fidarci, non restare fermi ad aspettare che il mondo ci veda, ma muoverci noi, non ostentare violenza, arroganza, potere. E così vivere vivere vivere insieme a chi abbiamo intorno. 

Se dovesse riassumere in  una frase il messaggio che vuole lanciare con questo libro, quale sarebbe?
La paura è nostro nemico potente. Congela la vita prima che le cose accadano. E magari non accade niente e intanto abbiamo rinunciato a un amore, a  un figlio, a un cambiamento, alla vita, per paura. Parole contro la paura. Parole compagne di vita.
Infine, in un’Italia in cui si legge poco, un messaggio rivolto a chi non è stato “contagiato” dal piacere della lettura…
Mi viene più facile un messaggio agli altri, i lettori: regalate il libro “giusto”, quello che fa innamorare della lettura, pensato proprio per quella persona, per i suoi interessi e la sua vita. Avevo uno studente che non leggeva proprio nulla. Però amava il ciclismo. Solo quello. Gli abbiamo preso un libro di ciclismo, con la biblioteca della scuola, meravigliosa biblioteca i 20.000 volumi! Io trovavo il libro tremendo, tutto sudore e tornanti, tutti uguali, e traguardi sempre uguali. Lui lo ha letto, e poi un altro e poi ancora. Tutti i libri di argomento ciclistico ha letto! Poi ha allargato lo sguardo.

19 dicembre 2013

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