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Maria Grazia Calandrone, storia della poetessa del momento

Candidato al Premio Strega, “Splendi come Vita” è uno scorcio nella storia della poetessa che divenne fatto di cronaca.

È poetessa, giornalista, drammaturga, autrice e conduttrice Rai; Maria Grazia Calandrone, classe 1964, conosciuta firma del «Corriere della Sera» e «7», divulga poesia in diversi programmi radiofonici come «Alfabetiere Poesia», «Poesia in technicolor» e «Da poeta a poeta».

Il nuovo romanzo

Uscito a Gennaio 2021, il suo ultimo romanzo “Splendi come vita” edito da Ponte delle Grazie, è candidato al Premio Strega sotto la proposta di Franco Buffoni. Il testo, autobiografico e scritto con una prosa lirica volutamente distaccata, è una sorta di lettera d’amore nei confronti della madre adottiva. È la storia di un amore, di uno smarrimento e di un ritorno. Una madre che non è la vera madre, una figlia che si allontana e un dolore persistente dettato dal trauma dell’abbandono. Un rapporto continuamente in bilico tra amore e odio. Calandrone spiega come la stima e l’immensa gratitudine nei confronti della madre adottiva siano emersi nello scrivere. Mentre il libro prendeva forma lei si accorgeva di quanto bene ci fosse nei comportamenti di sua madre e di come le incomprensioni abbiano traviato i sentimenti.

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La storia di Maria Grazia

L’ autrice ha una storia complicata e dolorosa. Come lei stessa afferma in un’intervista, il disamore la travolge all’età di 4 anni quando Ione Calandrone le rivela di non essere la sua madre naturale. Da qui c’è una presa di coscienza di tutto ciò che è stato prima, quando la sua storia diventa discusso fatto di cronaca. Nell’estate del 1965 Maria Grazia viene abbandonata dalla madre naturale, Lucia. Una bimba di pochi mesi lasciata in mezzo a Villa Borghese, a Roma, su una coperta. In una lettera all’Unità Lucia scrisse: “Trovandomi in condizioni disperate, ho scelto di lasciare mia figlia alla comprensione di tutti. Con il mio amico pagheremo con la vita ciò che abbiamo fatto, indovinato o sbagliato”. I genitori si tolsero poi la vita gettandosi nel Tevere. È una vita che lascia il segno la sua e oggi possiamo viverne tutta la potenza nel nuovo romanzo.

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