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Margi Preus, “I libri ci insegnano che tutti possiamo provare a migliorare il mondo”

La scrittrice americana Margi Preus, col romanzo "Il segreto di Espen", ha vinto Premio ITAS del Libro di Montagna per la sezione "narrativa per ragazzi"

TRENTO – Troppo spesso abbiamo la sensazione che i grandi eventi, i momenti che definiscono il futuro, i fatti che passeranno alla storia avvengano lontano dalle nostre vite, in un altro luogo e in un altro tempo. Ma questa non è altro che una sensazione sbagliata perché contribuiamo tutti, nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano, alla definizione del mondo. Forse è proprio questo che ci dice la scrittrice americana Margi Preus nel romanzo “Il segreto di Espen” (EDT-Giralangolo), vincitrice del Premio ITAS del Libro di Montagna per la sezione “narrativa per ragazzi”. Un libro che ci mostra come le scelte di ognuno di noi possano essere determinanti per il futuro di tutti raccontandoci la storia – ispirata alla storia vera di Erling Storrusten, una spia norvegese durante la Seconda guerra mondiale – di un gruppo di ragazzi norvegesi che si uniscono alla Resistenza nella lotta contro gli invasori nazisti. “Nei confronti di quell’ambiente norvegese, fatto di freddo, neve, montagne, boschi estesi – recita il testo col quale la giuria ha giustificato l’assegnazione del premio – il giovane Espen sa porsi da subito con serena competenza, frutto di una naturale educazione alla vita: sa sciare, muoversi nei boschi, affrontare la notte, osservare le stelle”. In occasione della premiazione del Premio ITAS, tenutasi ieri sera a Trento, abbiamo intervistato l’autrice.

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Come si sente dopo la vittoria del Premio ITAS?

Devo dire che mi sento sorpresa e onorata. Onorata perché questo è un premio con una grande storia alle spalle, un premio ricevuto da autori molto validi. Sono molto felice e contenta di condividere questo onore con il protagonista della storia, il signor Storrusten.

Quali sono i valori autentici della montagna che racconti nel romanzo?

Forza, coraggio, resistenza, tenacia, tutte caratteristiche che sono necessarie per stare e vivere in montagna e convivere con la montagna, perché le montagne sono al contempo grandiose, belle ma al contempo non perdonano. In un certo senso sono una metafora della vita.

In questo libro salvi una storia dall’oblio. Pensa che la memoria possa salvarci?

Sì, è importantissimo ricordare il passato, conoscere il passato, ricordare il passato, in modo da non ripetere gli errori che abbiamo fatto nel tempo e imparare da coloro che hanno vissuto prima di noi come affrontare le situazioni, come raggiungere certi obiettivi.

Nel raccontare una storia ambientata nella Norvegia della seconda guerra mondiale, raccontando la vita quotidiana di persone che lottano tutti i giorni, intendeva forse ricordarci che ognuno di noi può fare qualcosa di concreto per il mondo? Abbiamo spesso la sensazione che questo non sia possibile.

Un mio amico giusto qualche giorno fa mi ha detto: “Non so cosa fare, non so cosa fare per contrastare la situazione”. Una delle ragioni per cui ho scritto il mio libro è di rivolgermi ai giovani perché i giovani in realtà, tramite la lettura, possono cominciare a capire quello che potranno diventare. Penso che sia importante che, grazie ai libri, i ragazzi facciano esperienza delle storie delle persone che hanno vissuto prima di loro, che sono stati in grado di reagire alla situazione che si sono trovati di fronte e che sono riusciti anche a fare molto nonostante la situazione avversa.

Ci sono dei libri a cui si è ispirata?

Quando scrivo cerco sempre di fare delle ricerche e di leggere molto, e anche per questo libro ho letto molto. Ho letto in questo caso libri come “Skis against the atom” di Knut Haukelid, che narra la corsa verso la bomba atomica tra la Germania nazista e gli Stati Uniti e racconta la storia di questo sabotatore che, insieme ad altri cinque sciatori, ha fatto saltare il contenitore di acqua che custodiva la bomba atomica, permettendo all’America di guadagnare un punto in questa gara. Questi sei sciatori hanno passato tutto l’inverno in montagna e leggendo le loro storie ho imparato molte cose sulla montagna. Scrivendo questo libro, poi, mi sono tenuta vicino al computer una citazione di Graham Greene, che dice: “Nell’infanzia c’è un momento nel quale si apre la porta e arriva il futuro”.

Dobbiamo accompagnarli in questo passaggio. Leggere e andare in montagna sono il modo giusto per accompagnali?

Sì, assolutamente sì. Ogni sfida è positiva per i giovani e i libri e la montagna offrono continuamente delle sfide molto stimolanti.

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