L’amministratore delegato di Bookrepublic formula le sue previsioni sui cambiamenti che il digitale introdurrà nella filiera del libro
MILANO – Nel contesto digitale l’acquisto di impulso legato a un libro è molto più forte che nel contesto cartaceo, e questo farà sì che aumentino gli acquirenti. Il fatturato complessivo del mercato editoriale tuttavia diminuirà, perché gli ebook hanno un prezzo più basso. Ad affermarlo è Marco Ferrario, amministratore delegato di Bookrepublic, la libreria online per la distribuzione di ebook.
Come vede, da qui a 5 anni, il mercato dell’editoria italiana con lo sviluppo della digitalizzazione?
Cinque anni sono un orizzonte temporale veramente impegnativo, e oltre tutto credo che l’editoria italiana in generale in questo momento debba fronteggiare problemi importanti che non dipendono digitale. Il mercato sta calando in maniera preoccupante e molto più velocemente di quanto gli editori non si aspettassero: questo a causa di fattori strutturali dell’industria del libro. In questa situazione si inserisce il digitale, che contribuisce alla crisi del libro di carta. Secondo noi ci sarà un’accelerazione della penetrazione del digitale sul totale delle vendite del libro, per diversi fattori. In primo luogo ormai il mercato è consolidato, tutti gli operatori del settore sono attivi nel mercato italiano – non solo Amazon o Apple, ma anche Kobo con Mondadori e Nokia. In secondo luogo i prezzi dell’ebook, che sono calati drasticamente nel 2012 rispetto al 2011, si manterranno su livelli che per il lettore forte sono molto interessanti: chi compra molti libri ha una forte convenienza nel leggere in digitale. In terzo luogo non solo si diffonderanno molti device di nuova generazione, ma ci sarà anche un aumento delle persone che leggono da smartphone: la lettura su supporti che non sono il libro sta estendendosi sempre più. Queste sono tre tendenze che sono già presenti sul mercato e che influenzeranno nei prossimi due anni l’accelerazione dello sviluppo del digitale.
Il digitale può favorire un allargamento del pubblico dei lettori, o al contrario può portare ad un abbassamento delle vendite?
Secondo me crescerà il numero degli acquirenti di libri, non so se anche del numero dei lettori, per un semplice motivo: la distanza temporale tra il momento in cui scatta la decisione di comprare un libro e quello in cui lo si compra effettivamente viene annullata. Questo fa sì, e i dati di Amazon lo confermano, che ci sia un acquisto di impulso legato al libro molto più forte nel contesto digitale che in quello cartaceo. D’altro lato gli ebook hanno un prezzo più basso: il mercato crescerà senz’altro a volume, ma a valore io penso che sarà un mercato più piccolo. Il fatturato complessivo delle case editrici nel mondo sarà probabilmente più basso.
Come stanno reagendo le case editrici all’introduzione sempre più frequente dei supporti ebook?
Cercando di adattarsi, che è uno sforzo più difficile che nascere già con una pelle nuova adatta al nuovo contesto. Sono in atto grandi sforzi interni di cambiamento dei processi editoriali e soprattutto di struttura e di costi: se il fatturato sarà più basso bisognerà abbassare anche le spese. In questo processo sono più veloci le piccole case editrici dei grandi gruppi. Mi sembra che ci sia buona volontà ma anche grande affanno nel cercare di trasformarsi in tempi rapidi.
Come cambia la filiera della distribuzione con l’avvento della digitalizzazione? Le librerie indipendenti riusciranno a sopravvivere?
Me lo auguro, ma esprimo anche un dubbio a riguardo, perché in questo momento l’anello più debole di tutta la filiera tradizionale sono proprio le librerie. Lo stiamo vedendo in mercati dove gli ebook coprono una quota più alte: le librerie stanno soffrendo tantissimo perché devono trasformarsi in qualcosa d’altro, devono offrire servizi in più, un’accoglienza diversa, un’offerta diversa. Di sicuro cambieranno pelle anche le librerie.
Come successo per la musica e per il cinema, teme che l’introduzione del digitale possa compromettere la proprietà intellettuale?
Secondo me il rischio è molto inferiore per il semplice fatto che l’autore ha e avrà sempre bisogno di partner, di qualcuno che lo aiuti a trasformare la sua idea in un libro e poi a confezionarlo, a distribuirlo, a farlo arrivare ai lettori. Ci sarà dunque sempre qualcuno che gli metterà a disposizione gli strumenti per fare tutto questo da solo – che è la tendenza in cui noi crediamo più fortemente – o qualcuno che lo affiancherà in maniera più tradizionale in questi compiti. Finché esisterà il bisogno di scrivere , l’autore sentirà l’esigenza di cedere a qualcuno i diritti della propria opera e ci saranno anche delle tutele normative che dovranno necessariamente sopravvivere – anche se dovranno cambiare rispetto a quelle attuali. A me sembra che il rapporto editore-autore non sia esattamente lo stesso rapporto che c’è tra un musicista e una casa discografica, per cui ci sarà il self-publishing, ci saranno tante evoluzioni e tanti cambiamenti, ma ci sarà sempre una forma di tutela dei diritti d’autore che sopravvivrà. Probabilmente anche l’incidenza della pirateria sarà più bassa perché chi compra libri è più interessato a una forma di possesso – chi legge vuole avere il libro e averlo di buona qualità. Ci sono insomma delle differenze rispetto alla musica e al cinema che faranno sì che ci sarà una protezione maggiore.
18 ottobre 2012