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“Marabbecca”, il nuovo libro di Viola Di Grado è potente e misterioso

Viola Di Grado, una delle autrici italiane più promettenti degli ultimi anni, torna in libreria con il suo profondo "Marabbecca". Una storia che ammalia e atterrisce.

Qualche giorno fa è uscito in libreria, edito da La Nave di Teseo, il nuovo, atteso romanzo di Viola Di Grado: “Marabbecca“.

Un libro potente, che attrae il lettore e lo conduce nelle acque insondabili dell’incomunicabilità, delle trappole dei legami affettivi.

Affascinante, misterioso, energetico e minaccioso, proprio come la “marabbecca” da cui Di Grado trae ispirazione per il titolo, quell’essere mitologico che, secondo la tradizione siciliana, si nascondeva nei pozzi e nelle cisterne e la cui leggenda veniva usata dalle madri per tenere lontani i bimbi dai pericoli del sottosuolo.

“Marabbecca”, la sinossi

Un pomeriggio di fine estate Clotilde e Igor, dopo essersi lasciati, hanno un incidente d’auto. Lei rimane ferita, lui finisce in coma.

Mentre veglia sul suo sonno impenetrabile, Clotilde inizia a ricevere visite della ragazza responsabile dello schianto, una fragile studentessa di ornitologia di nome Angelica, e tra loro nasce un rapporto indecifrabile e intenso.

Quando Igor sì sveglierà dal coma – radicalmente trasformato eppure immutato nella sua indole violenta – la sua presenza logorerà l’equilibrio precario delle due donne: nello spazio magico e claustrofobico di una stanza piena di uccelli, i tre personaggi precipiteranno in un dedalo tortuoso dove i sentimenti muteranno forma a ogni curva.

Ambientato in una Sicilia asfittica e mitologica, solcata da cieli accecanti e ceneri nere, Marabbecca è un romanzo visionario che pone domande cruciali sull’identità: su cosa significa dire “io” e sulle collisioni con l’altro che in qualche modo raccontano chi siamo davvero.

Come la “Marabbecca”, personificazione nel folklore siciliano dell’oscurità e delle insidie dell’inconscio, leggendo ci si muove in un buio sfavillante, illuminati solo dalla luce lunare della scrittura, fino al vertiginoso finale.

I temi di Viola Di Grado

Come le precedenti opere di Viola Di Grado, “Marabbecca” si contraddistingue per essere un romanzo dai molteplici livelli di lettura. Sotto la storia che emerge dalla trama si adagia una distesa di metafore e di elementi taciuti che, magicamente, prendono vita e voce proprio grazie a quel silenzio di cui la scrittrice li ha rivestiti.

Così, sospesi fra ciò che è raccontato e ciò che possiamo solo immaginare e, in gran parte, sentire, scopriamo tutto ciò che si cela dietro la relazione che lega Clotilde e Igor. E in parallelo siamo costretti a domandare a noi stessi quante volte abbiamo assistito a legami asfissianti, malati, come quello di cui stiamo leggendo, che in superficie appare tanto normale e perfino desiderabile.

Insomma, “Marabbecca” si colloca nel solco del percorso già tracciato dalle opere precedenti di Viola Di Grado, con il desiderio di esplorare la tmatica dell’io, ma anche quella dell’incomunicabilità, della fallibilità di un linguaggio che spesso ci svia, ci confonde, dice altro rispetto a ciò che vorremmo dire.

Chi è Viola Di Grado

Classe 1987, Viola Di Grado è una scrittrice e traduttrice catanese specializzata in orientalistica. Ha studiato cinese e giapponese all’Università di Torino, per poi conseguire una laurea in Filosofia orientale Presso la University of London.

L’autrice di “Marabbecca” è figlia d’arte: la madre, Elvira Seminara, è una scrittrice. Il padre, Antonio Di Grado, è critico, saggista e docente universitario. Viola Di Grado ha vissuto fra Leeds e Kyoto, e al momento vive a Londra dove, oltre a collaborare con varie testate giornalistiche, fra cui Vanity Fair Tuttolibri, scrive.

Il suo esordio letterario risale al 2011 con “Settanta acrilico trenta lana“, libro tradotto in sette lingue con cui ottiene il Premio Campiello Opera Prima e numerosi altri riconoscimenti che la fanno entrare nelle classifiche degli scrittori più promettenti del nostro tempo. Nel 2012, il suo è uno dei 10 romanzi più venduti negli Stati Uniti.

Dapprima legata a Bompiani, l’autrice di “Marabbecca” decide di seguire Umberto Eco ed Elisabetta Sgarbi nel progetto de La Nave di Teseo, con cui infatti continua a pubblicare le sue opere.

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