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Lucia Stellato, “Il mondo del fumetto italiano è sempre più ROSA”

Intervista all'illustratrice de "La Condanna del Sangue", la secodna avventura a fumetti del commissario Ricciardi, per parlare del suo ultimo lavoro e di "quote rosa" nel mondo del fumetto italiano

MILANO – Il mondo del fumetto, bonelliano e non, è già felicemente popolato da bravissime disegnatrici. Una di queste è Lucilla Stellato, classe 1980 con alle spalle studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli e ai corsi di fumetto della Scuola Italiana di Comix partenopea. A lei è stato chiesto di tradurre in fumetti La Condanna del Sangue, la seconda indagine a fumetti che vede protagonista, nella Napoli degli anni Trenta, il celebre commissario Ricciardi, nato dalla penna di Maurizio de Giovanni. Il volume, in uscita l’8 marzo, verrà presentato in anteprima a Salerno il prossimo primo marzo al Teatro Augusteo di Salerno. Abbiamo intervistato Lucilla Stellato per parlare del suo ultimo lavoro e di “quote rosa” all’interno del mondo del fumetto italiano.

 

Cosa ha voluto dire per te illustrare un’avventura del Commissario Ricciardi?

Lavorare a “La condanna del sangue” è stato innanzitutto un grande onore, ma anche un bell’impegno. Trovo molto interessante l’operazione di tradurre un testo letterario nel linguaggio del fumetto e credo (spero) che questa iniziativa possa contribuire a far conoscere a una nuova fetta di pubblico una diversa e altrettanto affascinante modalità di raccontare storie.

 

Nel rendere in immagini il testo di De Giovanni, sei rimasta fedele alle atmosfere del libro? In cosa hai messo qualcosa di tuo personale?

Sì, in effetti per me è stato abbastanza spontaneo e naturale tradurre in disegni le atmosfere dei romanzi. Questo anche grazie alla sceneggiatura di Sergio Brancato, molto rispettosa del libro.

Già da lettrice, poi, avevo molto apprezzato la sensibilità di de Giovanni nel trattare certe tematiche, la sua abilità nelle descrizioni e nell’approfondire psicologicamente i personaggi. Io ho cercato di tradurre graficamente tutto ciò con la scelta di alcune inquadrature, con l’uso delle ombre e con l’attenzione alla recitazione. Ho messo poi particolare cura nel rendere il più convincente possibile la Napoli degli anni ’30.

 

Come hai reso, dal punto di vista grafico, il carattere e la personalità del Commissario Ricciardi?

Ecco, sicuramente una delle principali sfide che ho dovuto affrontare nell’approcciarmi a questo nuovo protagonista, è stata proprio quella di riuscire a caratterizzarlo al meglio e di centrare i suoi lineamenti, che sono molto particolari, direi anche abbastanza atipici rispetto agli standard classici bonelliani.

Ho puntato soprattutto sulla resa dello sguardo, proprio per sottolinearne il carattere introverso e malinconico. Sono anche stata attenta a disegnarlo sempre composto negli atteggiamenti e nelle pose. Non a caso anche nel fumetto Ricciardi ha molto spesso le mani in tasca!

 

Nel volume ci sono diversi personaggi femminili. Come hai reso graficamente e stilisticamente le loro diverse caratteristiche?

“La condanna del sangue” è una storia in cui ci sono molte figure femminili, con caratteri e atteggiamenti diversissimi, appartenenti, tra l’altro, a diverse classi sociali.

Per sottolineare quanto più possibile queste differenze ho posto particolare attenzione alla recitazione e alla resa dell’abbigliamento.

Mi interessava, infatti, ottenere delle figure il meno possibile stereotipate. Come ho già altre volte sottolineato, volevo che ognuna di loro, dalla più appariscente e sofisticata alla più semplice e umile, avesse la propria bellezza, il proprio sguardo e la propria dignità.

 

Il volume esce l’8 marzo, Festa della Donna. E’ possibile dire che il mondo del fumetto stia diventando sempre più “rosa”?

Il mondo del fumetto, bonelliano e non, è già felicemente popolato da bravissime disegnatrici. Ne conosco diverse di persona e spero di avere presto il piacere di incontrare le altre.

Sono tutte bravissime e stimate colleghe che da tempo dimostrano valore e professionalità.

A loro e a tutte le donne, quindi, rivolgo i migliori auguri per il futuro, lavorativo e non.

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