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Luca Pagliari, “Il silenzio è il peggior nemico di un adolescente vittima di bullismo”

Il giornalista e storyteller è autore del libro "#dodicidue. Una storia di bullismo", all'interno del quale racconta la storia di Alice, adolescente per 5 anni perseguitata dai suoi coetanei

MILANO – “Parlate, vomitate fuori il dolore, altrimenti non se ne viene fuori.” E’ questo il messaggio lanciato ai suoi coetanei da Alice, una ragazza come tante vittima di episodi di bullismo che, dopo 5 anni di silenzio, ha trovato il coraggio di raccontare la sua  storia. La testimonianza di Alice è stata raccolta da Luca Pagliari all’interno del libro “#dodicidue. Una storia di bullismo“. Luca Pagliari, giornalista e storyteller impegnato spesso a teatro in importanti campagne nazionali di sensibilizzazione legate a tematiche giovanili, in questo libro da voce alla giovane Alice, protagonista anche di un docufilm dedicato alla sua vicenda e di incontri con centinaia di studenti, in cui li invita a denunciare i soprusi e a condividere il proprio dolore.

 

Come sei venuto a conoscenza di Alice e della sua storia?

Dopo un incontro sul cyberbullismo in teatro a Sassari, erano presenti circa 800 ragazzi, ho ricevuto attraverso messenger  un lungo messaggio di Alice che per la prima volta in vita sua, dopo 5 lunghi anni di silenzio, trovava la forza di sputare fuori l’inferno che aveva attraversato. Era il 16 / 2 / 2016, da cui il titolo del libro. Alice è stata vessata in tutti i modi possibili. Un massacro che quasi per pudore non riesco a raccontare sino in fondo.

 

Perché hai scelto di raccontare proprio la sua?

Ho deciso di raccontare la sua storia perché Alice ha trovato il coraggio di parlare. È una ragazza speciale che può aiutare molti adolescenti che stanno vivendo lo stesso problema. Alice poi è speciale, la sua proprietà di linguaggio e la sua profondità di pensiero continuano a stupirmi.

 

Quali sono le difficoltà che spingono un adolescente a tenersi dentro un peso come quello dell’essere vittima di bullismo?

Il grande nemico è il silenzio. È radicato il terrore che parlando le cose possano peggiorare. C’è paura di deludere la famiglia e allora ci si chiude nel proprio inferno personale.

 

Cosa può favorire in questi giovani la possibilità di denunciare ed affrontare il problema?

Storie come quella di Alice spalancano porte. Non sono i consigli di un adulto, niente teoria, nessuna banalità. Alice nel libro dice semplicemente questo: parlate, vomitate fuori il dolore, altrimenti non se ne viene fuori.

 

Il bullismo, in particolare quello nato tra i banchi di scuola, è in continuo aumento. Cosa occorre fare per prevenire tale problematica?

Il bullismo tutto sommato c’è sempre stato, ora si è ampliato a causa degli smartphone e della rete. I danni prodotti sono maggiori e ne pagano conseguenze sempre più pesanti sia le vittime che i carnefici. La miglior prevenzione viaggia attraverso canali emotivi, storie, condivisione di esperienze. I ragazzi sono informati. È la formazione vera quella che manca. Quella che comincia partendo dal presupposto che ogni essere umano deve essere rispettato.

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