Luca Novelli è uno scrittore, disegnatore, giornalista e autore televisivo. Ma soprattutto è autore di libri di successo, tradotti in ben 28 lingue, dove racconta la scienza ai ragazzi,.
Per Editoriale Scienza, nel 2000 con le biografie di Darwin ed Einstein, ha dato inizio alla collana Lampi di genio, che vanta oggi venti volumi, dedicati ad altrettanti personaggi. Il 20° titolo,”Hawking e il mistero dei buchi neri” è stato pubblicato con il patrocinio della Stephen Hawking Foundation. Nel 2008 i suoi libri hanno dato il via alla serie televisiva “Lampi di genio in tv”.
Cosa significa oggi raccontare la scienza ai ragazzi?
Vuol dire trasformare la loro naturale curiosità in entusiasmo. Vuol dire seminare nel nostro paese attenzione e rispetto per chi fa Ricerca. Vuol dire preparare terreno fertile per l’innovazione e per un futuro sostenibile. Vuol dire dare una mano a genitori e insegnanti. Insomma una bella responsabilità per chi fa dei libri per…ragazzi.
Per me è un lavoro, un bel lavoro che mi ha fatto diventare scrittore quasi mio malgrado. Mi ha dato la possibilità di incontrare migliaia di giovanissimi e di approfondire e scrivere su argomenti scientifici affascinanti, non solo quelli che facevano parte della mia formazione. Credo però che oggi sia più ambizioso di un tempo fare buona divulgazione per ragazzi. Da quando ho cominciato, negli Anni ottanta, i potenziali fruitori sono aumentati, ma sono diventati più esigenti. Anche i più piccoli hanno accesso a più informazioni di qualsiasi altro periodo della storia. Da parte mia però non ho mai dato solo informazioni: ho sempre cercato di stupire, divertire, appassionare alla scienza.
Cosa è cambiato nel raccontare la scienza al tempo dei social e della didattica online indispensabile in questo particolare momento storico?
Quali sono i metodi più efficaci per avvicinare i ragazzi alla scienza?
Il metodo più efficace è farla. Ovvero sperimentarla, viverla, condividerla. Una visita collettiva al Museo di Storia Naturale, una Mostra su Nikola Tesla, un laboratorio al Festival della Scienza o la visita a un’area protetta aprono gli occhi di un ragazzo o una ragazza su mondi per loro sconosciuti. Però se un libro si fa leggere, se il lettore si mette nei panni dei personaggi, se il racconto è illuminante, condivisibile e coinvolgente, l’imprinting sarà lo stesso, anzi maggiore. La collana Lampi di genio di editoriale Scienza è nata nel 2000 con questo obiettivo.
Oggi, con Hawking e il mistero del buchi neri, la serie comprende 20 titoli, alcuni dei quali sono diventate trasmissioni televisive (http://www.raiscuola.rai.it/programmi-nuovi/lampi-di-genio/116/default.aspx ). Ogni librino è l’autobiografia di un grande personaggio, ma non solo. È un vero e proprio percorso tra storia, scienza, tecnologia e non trascurabili sentimenti. Nessuno dei Lampi di genio vuole essere “didattico”, anzi. Va solo letto e gustato. Se poi è usato come pretesto di lezioni o -come è accaduto alcune volte- di progetti teatrali, molto bene, mi fa solo piacere, vuol dire che “funziona”.
Cosa ne pensa dell’approccio didattico odierno, che usa le mappe concettuali per strutturare il viaggio nella conoscenza e per fissare dei punti cardine attorno ai quali costruire una lezione?
Come ho detto prima, io cerco di non essere “didattico”, non è il mio mestiere. Però non solo approvo la filosofia di questo tipo di “approccio”, ma forse inconsapevolmente lo pratico nei miei libri. La mia sorpresa è scoprire che è “odierno”.
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Lei ha scritto tanto su Darwin. Come si racconta l’evoluzionismo ai ragazzi?
Con molta semplicità l’ho raccontato in Darwin e la vera storia dei dinosauri. È una delle biografie della serie Lampi di genio che ha avuto maggior fortuna. È stato tradotto in più di venti lingue e in Italia credo sia alla dodicesima edizione. Percorrendo le tappe della biografia di Darwin il pensiero evoluzionista prende forma e diventa patrimonio intellettuale del lettore. Passo dopo passo, tra tartarughe e iguana, tra fossili di animali estinti e avventure patagoniche, la creazione di nuove specie appare per quella che è l’ipotesi più ragionevole: come conseguenza della selezione naturale.