Amélie Nothomb, una delle voci più interessanti nel panorama letterario contemporaneo, torna con una nuova, intensa opera. Si intitola “L’impossibile ritorno” ed è disponibile nelle librerie italiane a partire da oggi, 18 febbraio. Scopriamola insieme.
“L’impossibile ritorno” di Amélie Nothomb
La sinossi del libro
Amélie Nothomb torna nel paese amato, il Giappone, il luogo della sua infanzia e della disastrosa vergogna come impiegata (vedi Stupore e tremori).
Questa volta è in compagnia dell’amica fotografa Pep Beni e durante i dieci giorni di viaggio sperimenta il kenshō (una sorta di estasi contemplativa), abbandona lo champagne per i whisky giapponesi, si immerge con una nuova prospettiva nei luoghi della gioventù.
E se alcune parole giapponesi sono ormai sbiadite nella memoria, le sensazioni che i suoni, gli odori e la luce le provocano si riaffacciano come se non avesse mai lasciato il Giappone. Questa avventura “á la Thelma & Louise” diventa così un’occasione non solo per elaborare il lutto del padre ma anche per capire la sé stessa di oggi.
Ritorno al passato
“Se c’è un’arte nella quale non eccello, è quella del ritorno. Eppure nessuno ne ha fatto esperienza quanto me. Se ne deduce che l’esperienza non insegna niente: continuo a sbagliare i ritorni”.
Ha avuto una vita talmente avventurosa che alcuni dettagli – fra cui il luogo e la data della sua nascita – si perdono nel mistero. Amélie Nothomb ha vissuto tante vite quanti sono i luoghi che ha abitato. Fra i più cari figura senza ombra di dubbio il Giappone, dove è cresciuta sin da appena nata. A distanza di tanti anni, l’autrice sente il bisogno di tornare alle origini, in un posto che conserva gioie e dolori di una vita ormai matura.
L’occasione è un viaggio di dieci giorni con un’amica fotografa, alla ricerca del passato ma guardato con una luce nuova, quella del presente. “L’impossibile ritorno” è, appunto, un modo consapevole – e ovviamente impossibile – per ripercorrere il sentiero di ciò che è stato, elaborare il lutto del padre e, soprattutto, comprendere di più sul presente.
Chi è Amélie Nothomb
Amélie Nothomb – nata Fabienne Claire Nothomb – è una delle scrittrici francofone più celebri e amate dell’età contemporanea.
Nei suoi trent’anni di attività si è affermata con successo nelle librerie francesi, ma anche nel mondo mediatico e nell’ambito internazionale.
Di recente, la rinomata rivista Lire, le ha dedicato un numero straordinario per celebrarla, sostenendo il carattere “ricco, personale e accessibile” di una produzione letteraria che ha anche avuto il merito di avvicinare molte persone alla lettura.
La vita di Amélie Nothomb è costellata di accadimenti avventurosi che destano meraviglia e curiosità, ma che inducono anche a profonde riflessioni.
L’autrice, infatti, viaggia molto per via della professione del padre, diplomatico che si sposta fra Belgio, Giappone, Cina, America e Bangladesh.
I suoi libri raccontano le tante vite vissute e lo sradicamento provato ogni volta che la scrittrice doveva lasciare un luogo a cui si era ormai affezionata: l’infanzia trascorre fra la Cina e il Giappone, luogo in cui lei si sente a casa, e dove frequenta una scuola locale a differenza dei fratelli e dei figli dei colleghi del padre, che studiano in istituti stranieri.
Amélie Nothomb parla con fluenza il francese e il giapponese. Quando con la famiglia si trasferisce in Cina, la bambina continua a trascorrere un’infanzia serena, minata sì dalle difficoltà della vita sotto il regime, ma comunque ricca di bellezza.
Sradicata due volte da luoghi che sente suoi, la piccola si trasferisce poi a New York, per spostarsi in età adolescenziale in Bangladesh, dove conosce i dolori dell’anoressia e si rifugia per la prima volta nei libri, privata della possibilità di studiare a scuola.
A diciassette anni, con la famiglia si stabilisce a Bruxelles, dove confessa di sentirsi strana e straniera. Si laurea in filologia classica e decide di ritornare in Giappone per approfondire la lingua. L’esperienza nipponica non è positiva quanto quella dell’infanzia.
Amélie Nothomb passa dal lavoro di traduttrice a quello di custode dei servizi igienici.
Torna in Belgio nel 1992. Oggi vive fra Bruxelles e Parigi, dove scrive un romanzo ogni anno, che nei paesi francofoni viene pubblicato ogni agosto.