Il 25 aprile è una data importante: si celebra la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista. In questi giorni si parla di tale ricorrenza come di un evento divisivo, politicamente schierato. Noi, intanto, ci chiediamo: come si può pensare che la liberazione da un regime dittatoriale, nonché da un’occupazione bellica, siano momenti storici non rilevanti? Come si può pensare che non sia un grande traguardo per la libertà? Come si può passare oltre e pensare di non festeggiare?
10 romanzi da leggere per celebrare la Liberazione
Siccome riteniamo che la festa della Liberazione non solo vada celebrata, ma anche riflettuta, gustata, capita nel suo spirito più profondo, oggi vi proponiamo 10 romanzi perfetti da leggere in occasione di questa importante ricorrenza, che ha segnato il corso della storia.
“Angeli terribili” di Gianni Barbacetto
Iniziamo con un libro che racconta la Liberazione scavando nei ricordi di un’esistenza sottaciuta, nascosta nelle pieghe del tempo.
«Qui giace Cruchi, uomo iniquo e perverso, pregare per lui è tempo perso.» È l’epitaffio sulla lapide di un uomo morto sul finire della seconda guerra mondiale, la cui memoria era tramandata di bocca in bocca dai vecchi che avevano vissuto quegli anni durissimi, e che riemerge ora tra i ricordi dell’infanzia dell’autore.
Ma chi era Cruchi, al secolo Amadio De Salis, e che cosa aveva fatto per guadagnarsi quel giudizio crudele, per non meritare neppure una preghiera? Era forse un partigiano? Una spia fascista? O una vittima innocente?
Gianni Barbacetto indaga tra le pieghe di testi storici, relazioni di polizia, memoriali politici e privati per portare alla luce una vicenda mai raccontata prima, e ricostruire così un pezzo della sua storia personale e della nostra storia collettiva, nel mezzo di una guerra di tutti contro tutti, che ha diviso i fascisti dai resistenti e i resistenti tra loro.
E, sullo sfondo, dipinge con affetto e disincanto quel pezzo d’Italia a nord del Nord-est, al confine con l’Austria, quella Carnia ferita, lacerata da divisione profonde e attraversata da eserciti stranieri, nel bel mezzo della confusa, eroica, sanguinosa epopea della Resistenza.
“Una questione privata” Beppe Fenoglio
Uno dei romanzi simbolo del 25 aprile e della letteratura neorealista, in cui storia d’amore e guerra si intrecciano alla perfezione, tracciando un doloroso affresco di un periodo controverso per la storia di molti uomini e donne.
Con parole precise e vere, con commozione e furia, Fenoglio fa risuonare la piú bella tra le storie d’amore possibili e impossibili.
“Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino
Ci sono libri che hanno un volto, un’identità: quello di Italo Calvino, la parola “liberazione” ce l’ha incisa in copertina. “il sentiero dei nidi di ragno” è un romanzo sulla resistenza. Il romanzo della resistenza. Da leggere, assolutamente.
“Al tempo in cui l’ho scritto, creare una ‘letteratura della Resistenza’ era ancora un problema aperto, scrivere ‘il romanzo della Resistenza’ si poneva come un imperativo; …ogni volta che si è stati testimoni o attori d’un’epoca storica ci si sente presi da una responsabilità speciale…
A me, questa responsabilità finiva per farmi sentire il tema come troppo impegnativo e solenne per le mie forze. E allora, proprio per non lasciarmi mettere in soggezione dal tema, decisi che l’avrei affrontato non di petto ma di scorcio.
Tutto doveva essere visto dagli occhi d’un bambino, in un ambiente di monelli e vagabondi. Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma nello stesso tempo ne rendesse il colore, l’aspro sapore, il ritmo…”
“La casa in collina” di Cesare Pavese
Il momento più alto della maturità dello scrittore Cesare Pavese: la storia di una solitudine individuale di fronte all’impegno civile e storico; la contraddizione da risolvere tra vita in campagna e vita in città, nel caos della guerra; il superamento dell’egoismo attraverso la scoperta che ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione. Il romanzo simbolo dell’impegno politico e del disagio esistenziale di un’intera generazione. Un libro che non si può non leggere legato al 25 aprile.
“Il partigiano Johnny” di Beppe Fenoglio
Andiamo con un altro romanzo della liberazione, un classico che, nonostante sia meno conosciuto degli altri lavori di Fenoglio, merita tantissimo.
«”Il partigiano Johnny” restituisce i principî ideali e le paure e le ragioni e i sogni di una intera generazione come nessun libro è riuscito a fare».
“Il partigiano Johnny” è riconosciuto come il più originale e antiretorico romanzo italiano sulla Resistenza. La storia è quella del giovane studente Johnny, cresciuto nel mito della letteratura e del mondo inglese, che dopo l’8 settembre decide di rompere con la propria vita e di andare in collina a combattere con i partigiani.
Una storia simile a quella di molti altri giovani e di molti altri libri scritti sullo stesso argomento. Ma Fenoglio riesce a dare alle avventure e alle passioni di Johnny una dimensione esistenziale ben più profonda e generale, che racconterà per sempre che cosa sono stati i partigiani e la Resistenza in Italia.
“I quattordici mesi” di Enzo Biagi
I quattordici mesi è un libro che ripercorre l’intera opera di Biagi, raccogliendone memorie e brani d’epoca oggi introvabili. Un testo che ci riporta indietro nel tempo per raccontarci la storia di un giornalista clandestino che si rifugiò sulle montagne. Lo stesso giornalista che, un anno dopo quel fatidico viaggio in bicicletta, annuncerà alla radio della quinta armata la liberazione di Bologna.
Le memorie di un altro grande giornalista e testimone di quei tempi, che raccoglie i ricordi dei mesi trascorsi insieme ai partigiani fino all’annuncio della Liberazione di Bologna.
“Partigiani della montagna” di Giorgio Bocca
Questo è un libro, il primo di Giorgio Bocca, scritto nel 1945, che a distanza di più di cinquant’anni ha il fascino della testimonianza diretta e di una vicenda storica esemplare.
A guerra appena finita il grande giornalista racconta quello che è stato il periodo storico che ha vissuto in prima persona, durante il quale il popolo italiano ha preso il proprio destino nelle sue mani.
“Il tempo migliore della nostra vita” di Antonio Scurati
Il Premio Strega Antonio Scurati è in questi giorni sulla bocca di tutti per ciò che è successo con il discorso che avrebbe dovuto tenere in occasione della Festa della Liberazione sui canali della Rai. Questo suo bel romanzo si mette sulle tracce di Leone Ginzburg e racconta la resistenza con occhi privilegiati.
Leone Ginzburg rifiuta di giurare fedeltà al fascismo l’8 gennaio 1934. Pronunciando apertamente il suo no imbocca la strada difficile che lo condurrà a diventare un eroe della Resistenza.
Un combattente integerrimo e mite che non imbraccerà mai le armi. Mentre l’Europa è travolta dalla marcia trionfale dei fascismi, questo giovane intellettuale prende posizione contro il mondo servile che lo circonda e la follia del secolo.
Fonderà la casa editrice Einaudi, organizzerà la dissidenza e creerà la sua amata famiglia a dispetto di ogni persecuzione. Questa è la sua storia, dal giorno della cacciata dall’università fino a quello della morte in carcere.
Nel racconto di Scurati accanto a quella di Leone e Natalia Ginzburg scorrono anche le vite di Antonio e Peppino, Ida e Angela, i nonni dell’autore, persone comuni nate negli stessi anni e vissute sotto la dittatura e le bombe della Seconda guerra mondiale.
“Possa il mio sangue servire” di Aldo Cazzullo
“Possa il mio sangue servire” furono le ultime parole che il capitano d’artiglieria Franco Balbis, unitosi ai partigiani, scrisse ai suoi genitori prima di essere fucilato dai fascisti. La sua storia e quella di tanti altri uomini e donne che hanno lottato per liberare l’Italia sono raccontate nel libro di Aldo Cazzullo. L’autore in questo libro racconta la Resistenza che non si trova nei libri: storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai, di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai figli.
“Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” di Remo Rapino
Infine, un bellissimo romanzo che è ormai diventato un cult: attraverso la mirabolante vita di Bonfiglio Liborio, Remo Rapino ha raccontato con sguardo disincantato la storia del Novecento italiano, trattando anche il tema della Liberazione.
Liborio Bonfiglio è una cocciamatte, il pazzo che tutti scherniscono e che si aggira strambo e irregolare sui lastroni di basalto di un paese che non viene mai nominato.
Eppure nella sua voce sgarbugliata il Novecento torna a sfilare davanti ai nostri occhi con il ritmo travolgente e festoso di una processione con banda musicale al seguito. Perché tutto in Liborio si fa racconto, parola, capriola e ricordo: la scuola, l’apprendistato in una barberia, le case chiuse, la guerra e la liberazione, il lavoro in fabbrica, il sindacato, il manicomio, la solitudine della vecchiaia.
A popolare la sua memoria una galleria di personaggi indimenticabili: il maestro Romeo Cianfarra, donn’Assunta la maitressa, l’amore di gioventù Teresa Giordani, gli amici operai della Ducati, il dottore Alvise Mattolini, Teté e la Sordicchia.