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“Lettere contro la guerra” di Tiziano Terzani, un libro per riflettere sulla pace

Il 21 settembre di ogni anno ricorre la Giornata internazionale della pace. Il libro del giorno non poteva che essere dedicato all'argomento: "Lettere contro la guerra" di Tiziano Terzani.

Le “Lettere contro la guerra” sono una pietra miliare della produzione di Tiziano Terzani. Raccolte in un libro tempo dopo la loro stesura, queste lettere sono testimonianza di come occorrano ancora tanto lavoro e aggregazione per ripensare il mondo e creare un equilibrio in cui la pace prenda il posto della guerra.

Il 21 settembre di ogni anno si celebra la Giornata internazionale della pace, istituita dalle Nazioni Unite per esortare gli Stati membri dell’ONU, le organizzazioni governative e non e tutti gli individui a concentrarsi nella promozione di azioni educative per fare sensibilizzazione sul tema della pace globale.

“Lettere contro la guerra”, la sinossi

“Lettere contro la guerra” è la prima tappa di un pellegrinaggio di pace.

Un pellegrinaggio compiuto da un uomo che, nel corso della sua vita, è stato un cronista coinvolto in prima persona nella realtà che descriveva; un giornalista capace d’individuare per istinto i segni che un determinato avvenimento lascia sul territorio sconfinato della Storia; un narratore con una voce unica, spesso fuori del coro, sempre autentica e piena di comprensione.

Un uomo che, prima dell’11 settembre 2001, ha sempre avuto una profonda consapevolezza dell’abisso culturale, ideologico, sociale aperto (e spesso ignorato) tra l’Occidente in cui è nato e l’Oriente in cui ha vissuto per trent’anni.

Un uomo che, dopo l’11 settembre 2001, ha capito di non poter più tacere di fronte alla barbarie, all’intolleranza, all’ipocrisia, al conformismo, all’indifferenza.

Tiziano Terzani, con queste «lettere contro la guerra» da Kabul, Peshawar, Quetta, ma anche da Orsigna, Firenze, Delhi e dal suo «rifugio» sull’Himalaya, assolve un dovere verso il futuro di tutti noi, comincia un pellegrinaggio che tutti noi dovremmo compiere.

Perché non basta comprendere «il dramma del mondo musulmano nel suo confronto con la modernità, il ruolo dell’Islam come ideologia anti-globalizzazione, la necessità da parte dell’Occidente di evitare una guerra di religione»; bisogna soprattutto capire, convincersi, credere che l’unica via d’uscita possibile dall’odio, dalla discriminazione, dal dolore è la non-violenza.

E con disarmante, provocatoria, audacissima semplicità ci dice: «Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Fermiamoci, riflettiamo, prendiamo coscienza, facciamo ognuno qualcosa. Nessun altro può farlo per noi».

Un messaggio universale

«Visti dal punto di vista del futuro, questi sono ancora i giorni in cui è possibile fare qualcosa. Facciamolo. A volte ognuno per conto suo, a volte tutti assieme. Questa è una buona occasione».

Sebbene “Lettere contro la guerra” nasca dalla volontà di Terzani di rispondere alla lettera di Oriana Fallaci La rabbia e l’orgoglio“, originate dai tragici eventi che hanno sconvolto il mondo l’11 settembre 2001, questo libro costituisce uno spunto di riflessione a livello globale e universale.

Da varie e variegate zone del mondo, Tiziano Terzani scrive facendoci conoscere elementi che altrimenti non avremmo occasione di apprendere, portandoci alla scoperta di punti di vista nuovi, o semplicemente diversi dal nostro, ricordandoci di come la diversità sia ricchezza e di quanto sia necessario parlare di pace, sempre e comunque.

Chi è Tiziano Terzani

Tiziano Terzani nasce a Firenze il 14 settembre 1938. Per oltre trent’anni, dal 1972 al 2004, vive in Estremo Oriente con la moglie Angela e i figli Saskia e Folco. Corrispondente del settimanale tedesco Der Spiegel, Tiziano Terzani collabora anche a L’EspressoLa Repubblica e al Corriere della Sera.

I suoi libri raccontano le grandi storie di cui è stato testimone. In “Pelle di leopardo” (1976) la fine della guerra in Vietnam; in “La porta proibita” (1984) la Cina del dopo Mao; in “Buonanotte, signor Lenin” (1992) il crollo dell’Unione Sovietica; il volume “In Asia” (1998) raccoglie le sue migliori corrispondenze dai paesi d’oriente. Con “Un indovino mi disse” (1995), “Lettere contro la guerra” (2002) e “Un altro giro di giostra” (2004) affronta i temi che riguardano direttamente l’uomo e raggiunge un vastissimo pubblico. Muore a Orsigna nel luglio 2004.

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