MILANO – L’amore fra Nora Barnacle e James Joyce sbocciò il 16 giugno 1904, in quello che è conosciuto ormai come “Il Giorno di Bloom”. Fu questa la data infatti in cui lo scrittore scelse si ambientare l'”Ulisse“: rimando volontario o coincidenza (bloom in inglese si traduce con fioritura, ma è anche il nome scelto da Joyce per personaggio del suo celebre “Ulisse“), i rimandi alla donna amata lasciano intendere il ruolo che ella ebbe per Joyce. Si conobbero giovanissimi, lei appena ventenne, lui di due anni più vecchio: resteranno assieme tutta la vita, sposandosi solo nel 1931.
Durante i quarant’anni di vita trascorsi assieme, Nora fu musa e sostegno, confidente e compagna fidata, madre e donna desideratissima (sono famose le lettere erotiche ritrovate pochi anni fa che lo scrittore irlandese indirizzò alla moglie). In questa lettera Joyce, lontano da casa, scrive a Nora per farle sapere che un pacchetto è in arrivo per lei. Gesti comuni, annotazioni quotidiane, piccoli gesti quasi banali che diventano segni tangibili di un amore profondo e consapevole.
Eccone un estratto tratto da “Il tuo cuore sa ancora far festa? Le più belle lettere di Natale” a cura di V. Rossi:
“Mia carissima Nora, ti ho appena spedito un regalo di Natale raccomandato espresso e assicurato.
È la cosa migliore (ma in fin dei conti è ben povera cosa)
che sia in grado di inviarti in cambio del suo amore sincero schietto e fedele. […]
Ma purché ti faccia salire alle guance una breve vampata di piacere quando lo vedi
o ti faccia balzar di gioia una volta quel tuo cuoricino tenero affettuoso e fedele,
io ne sarò ampiamente ricompensato».
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