“Le schegge” di Bret Easton Ellis: il thriller più oscuro dagli anni ’80 che non riuscirai a dimenticare

24 Agosto 2025

Un romanzo ipnotico tra adolescenza, paranoia e serial killer. Con Le Schegge, Bret Easton Ellis firma il suo ritorno più atteso e sconvolgente.

“Le schegge” di Bret Easton Ellis: il thriller più oscuro dagli anni ’80 che non riuscirai a dimenticare

Sono passati due anni da quando Bret Easton Ellis ha firmato “Le schegge” — “The Shards” (2023) — una sorta di romanzo slasher-autofiction ambientato nella Los Angeles del 1981. Tredici anni di silenzio per gettarsi a capofitto in un progetto straordinario, dove l’autore è stato capace di capace di sfruttare la propria biografia e il proprio stile per raccontare qualcosa di profondamente nuovo.

Tra segreti adolescenziali e consapevolezza queer, Ellis ci presenta una Los Angeles luminosa, drogata, violenta, frequentata da teenager rampanti, musica new wave, piscine di lusso e un serial killer che imperversa tra le colline hollywoodiane.

“Le schegge”: una Los Angeles inedita, costruita con frammenti di realtà

“Le schegge” è ambientato nell’autunno del 1981 e racconta l’ultimo anno di liceo di Bret (semi-autore), studente della Buckley School, coltissimo e viziato, che fatica a farsi accettare in un gruppo d’élite.

Tuttavia, la situazione attorno a lui cambia con l’arrivo di Robert Mallory, un ragazzo affascinante tanto quanto inquietante, sospettato di essere legato a un efferato serial killer noto come “The Trawler” che dissemina il terrore nella comunità.

Come sottolinea la recensione su Mare Rosso / LaFeltrinelli, è un romanzo che “ci porta nella Los Angeles degli anni ’80, lussuosa, spregiudicata, consumistica: un paradiso dove nulla è come sembra, dove un serial killer miete le sue vittime tra gli studenti in un vortice di terrore”.

E, come se non bastasse, Bret deve fare i conti anche con la sua identità e la sua ossessione… In questo scenario noir adolescenziale, Ellis mescola memoria e finzione, costruendo “un febbrile sogno anni Ottanta” per dirla con le parole del The Guardian: evocativo, nostalgico e persino estatico.

Autofiction, metafiction e ansia adolescenziale narrata da Ellis

Ellis mescola il memoir alla finzione: il narratore è “Bret Easton Ellis”, un personaggio estraneo, ma anche un sé stesso; un’ombra dell’autore divenuto personaggio di carta in un mondo inesistente ma plausibile. E questo gioco tra persona e personaggio è la cifra distintiva del romanzo: un esercizio di auto-fiction che, grazie a tecniche contemporanee, risulta molto più vivace di altre prove simili.

L’ambientazione peculiare, le feste costose, i genitori assenti: tutto è raccontato con un distacco anestetizzato tipico della società odierna. Ex Kirkus Reviews ha apprezzato questo approccio organico, benché volutamente piatto, specificando che riflette la disconnessione emotiva del protagonista; tuttavia, non è d’accordo con la “gratuitousness of the violence” (“violenza gratuita”), pur riconoscendo a Ellis una rara capacità di mantenere l’atmosfera anche in questa “prismatic numbness” (“intorpidimento prismatico”).

Sessualità e controversie: da “American Psycho” a “Le schegge”

Un altro nodo cruciale: l’identità sessuale del protagonista. Bret è dichiaratamente gay nel romanzo, ma ciò riaccende il dibattito sulla sessualità di Patrick Bateman in “American Psycho”. Recentemente, la regista Mary Harron ha chiarito:

“It was very clear to me and Guinevere, who is gay, that we saw it as a gay man’s satire on masculinity.”
“Era chiarissimo per me e Guinevere, che è gay, che lo vedevamo come la satira sulla mascolinità di un uomo gay.”

Questo commento ha causato scalpore e riflessioni tra i fan, specialmente quelli che idolatrano Patrick Bateman come simbolo di “sigma male” e toxic masculinity. The film’s intentional satire rischia oggi di essere fraintesa e celebrata da chi vede Bateman più come un modello estetico che come una critica corrosiva al narcisismo virile.

Suspense dilatata e immersione sensoriale negli anni ‘80

Il ritmo del romanzo ha diviso i lettori: la scrittura procede lenta e ciclica, ma ipnotica—una macchina che gira su nostalgia, paranoia e ricatti emotivi. Su Reddit si legge:

“It’s so mundane and cyclical that it becomes hypnotic, and when the neo‑noir and horror trappings appear it’s so intrusive and wrong. Love it.”
“È così banale e ciclico da diventare ipnotico, e quando gli elementi noir e horror fanno irruzione sono talmente intrusivi e disturbanti da sembrare “sbagliati”. Ed è proprio questo che adoro.”

Anche per AP News, “Le schegge” è un thriller “propulsive and twisty” (“propulsivo e pieno di svolte”) che fonde il decadente mondo adolescenziale anni ‘80 con un mistero seriale che mina la percezione della realtà.

Ma sono oltre 600 pagine e richiede un impegno significativo nella lettura. Alcuni lettori, come su Dead End Follies, hanno sottolineato come il romanzo si spalmi tra memoir dettagliato e thriller quasi gotico, con un effetto complessivo più riuscito della semplice forma di entrambi.

Dalla stampa estera

The Guardian lo descrive come:

“A febbrile 1980s dream… a loving act of pop-cultural conservation.”
“Un sogno febbrile degli anni Ottanta… un atto d’amore verso la conservazione della cultura pop.”

Su GQ si parla di Ellis come “tamest yet” in termini di trasgressione, quasi un ritorno al grande pubblico. “Il più morbido di tutti.”

Un viaggio oscuro che parte da Ellis e finisce dentro di noi

“Le schegge” non è solo un thriller generazionale con un serial killer in agguato, bensì un romanzo studiato e meditato da un grande scrittore, un esperimento che va affrontato assieme a lui. Dopo aver letto “Meno di zero” e “American Psycho”, ma anche uno solo di questi, “Le schegge” è una lettura d’obbligo, come un sequel spirituale.

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