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Le rivoluzionarie regole del maestro elementare Davide Tamagnini

Abbiamo chiesto al sociologo e maestro elementare Davide Tamagnini di raccontarci le 5 regole che possono rivoluzionare una lezione a scuola

Davide Tamagnini è un sociologo e, soprattutto, un maestro di scuola elementare. Attento a tutti i sistemi della scuola democratica e inclusiva e al metodo Montessori, ha applicato nella sua classe molte interessanti novità. Organizzatore insieme ad altri colleghi di  un evento sulla valutazione a Milano, il prossimo 28 ottobre, è attualmente nelle librerie con il suo ultimo libro Continuerò a sognarvi GRANDI.

Ecco, come Davide Tamagnini spiega i punti fondamentali del suo metodo

1. Valorizzare l’errore

«Il termine errare significa intraprendere un viaggio attraverso il quale imparare. Anzi, sbagliare strada, smarrirsi o semplicemente inciampare lungo il percorso, sono condizioni normali per chi è in cammino. Imparare implica il confronto con gli errori. A scuola, generalmente, si nascondono, perché considerati socialmente imbarazzanti. Dare valore all’errore, invece, significa riabilitarne la sua funzione pedagogica: fornendo agli studenti la possibilità di sbagliare, si può osservare come funziona il loro apprendere e riconoscere il valore di ogni percorso, diverso per ciascuno studente».

2. Imparare a scuola

«La scuola si fa a scuola e gli insegnanti disattendono a questo principio ogni qualvolta chiedono alle famiglie di fare i compiti con i figli, agli studenti di studiare un capitolo durante le vacanze per accelerare il programma, agli esperti psicopedagogici di sostituirli nella didattica…».

3. Scuola, non come luogo noioso, ma per imparare ad essere felici

«Non solo la malattia è contagiosa, lo è anche la passione! La noia è lo specchio del modo di costruire la lezione: se si impartiscono lezioni indipendentemente da quegli specifici studenti presenti in classe, allora facilmente chi non si sente coinvolto si annoierà. Occorre lavorare sulla realtà ogni giorno, stimolando le abilità e le competenze degli studenti e, al bisogno, provare a verificarne le conoscenze. A scuola tutti possono imparare ed essere felici».

4. Leggere quotidianamente

«Nella lettura si può trovare qualcosa che sta solo tra le pagine di un libro, che non si trova facilmente altrove: la profondità. La buona abitudine della lettura non deve restare nei confini dell’esperienza personale degli insegnanti ma diventare un’azione pedagogica. Gli studenti dovrebbero sperimentare la lettura che viene loro donata. Leggere ad alta voce in classe offre un modello di riferimento; farlo pressoché quotidianamente rafforza un messaggio implicito: leggete!».

5. Via i voti dalla scuola primaria

«L’uso del voto a scuola non è lo specchio di ciò che uno sa, perché è una sintesi, matematicamente scorretta, mentre la comprensione dei percorsi scolastici ha bisogno della profondità dell’analisi. Da qui l’idea di sperimentare una forma di valutazione realmente formativa che valorizzi i processi e non solo i risultati, dando agli studenti gli strumenti per quell’esercizio della riflessività utile a migliorare i propri apprendimenti».

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