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Le autobiografie di 5 scrittrici straordinarie

Forti, coraggiose ed instancabili: ripercorriamo insieme memorie e ricordi di alcune fra le più grandi scrittrici della storia

MILANO – C’è chi ricorda gli anni della sua adolescenza, chi quelli della sua infanzia, chi si racconta attraverso le lettere o, ancora, fondendo realtà e fantasia. Sono le storie di donne che hanno lasciato un segno, che hanno fatto della loro vita una battaglia per il rispetto e l’emancipazione, trasponendo sulla carta le loro testimonianze. Il sito Il Tuo Biografo ci propone le autobiografie di alcune di queste scrittrici.

Buona vita a tutti di J.K. Rowling

Tutti conoscono l’autrice della nota saga di Harry Potter; forse pochi sanno che, prima di diventare una delle più famose scrittrici viventi, J.K. Rowling attraversò dei periodi non facili: dal divorzio al licenziamento, dalla perdita della casa fino al ritrovarsi sola ad accudire sua figlia neonata. Nonostante ciò la Rowling non abbandonò mai la passione per la scrittura, attività alla quale si dedicava in ogni pausa pranzo o momento libero. Pubblicato il suo libro d’esordio, J.K. Rowling riscosse un successo immediato, che proseguì ad ogni nuovo capitolo della saga tanto che, il volume conclusivo (Harry Potter e i doni della Morte) è risultato il libro più venduto nella storia dell’editoria. Buona vita a tutti è il racconto di una donna che ha raggiunto il successo facendo esattamente ciò che aveva sempre sognato di fare: scrivere. Una dimostrazione di come le sconfitte siano sfide da cui trarre coraggio per rialzarsi.

Una giovinezza del XIX secolo di Neera

Neera è una scrittrice dimenticata. Non se ne parla nelle antologie scolastiche, eppure fu un’autrice molto prolifica ed impegnata nelle battaglie sulla condizione femminile. Aderente al Verismo e amica di Giovanni Verga, le sue novelle (se ne contano una quarantina) erano ritratti della triste quotidianità in cui versava la donna, obbligate a rinunciare alla propria affermazione sociale ed imbrigliate in ruoli precostituiti.

Non sono passata per il camino di Francine Christophe

Francine Christophe, poetessa e scrittrice ebrea, è una sopravvissuta della Shoah. A nove anni fu catturata, insieme alla madre, mentre tentava di fuggire dalla Repubblica di Vichy e deportata, nel 1944, nel campo di Bergen-Belsen, lo stesso in cui, un anno dopo, sarebbe morta Anna Frank. Sopravvissuta al campo di concentramento, Francine Christophe tornò in Francia dove cominciò a scrivere la sua storia, una struggente testimonianza della sua esperienza di perseguita.

Diario di una scrittrice di Virgina Woolf

Opera postuma di Virginia Woolf, Diario di una scrittrice è l’insieme degli appunti raccolti dal marito Leonard dopo il suicidio della moglie. Direttamente dai diari privati dell’autrice, ai quali vi si dedicava ogni giorno per una mezz’ora “dopo il tè”, troviamo testimonianza dell’impegno, dell’apertura mentale e dei drammi personali di una grande scrittrice. Virginia Woolf riflette sui temi di attualità, di politica e di guerra, sui romanzi letti e su quelli ancora da scrivere, sulle personalità del tempo, oltre che sulla sua depressione, sulla malattia e sui tragici ricordi dell’infanzia.

Mirador. Irène Némirovsky, mia madre di Irène Némirovsky

Russa ed ebrea, nata a Kiev nel 1903, fu costretta a emigrare con la sua famiglia in seguito alla Rivoluzione di Ottobre, trasferendosi a Parigi. Cominciò a scrivere giovanissima e la sua produzione fu inarrestabile, fino al 1942, quando fu deportata ad Auschwitz. Élisabeth Gille, la più giovane delle due figlie di Némirovsky, aveva cinque anni quando sua madre e suo padre vennero deportati. Dedicò la sua vita alla letteratura e, sul finire della propria vita, gravemente malata, sentì l’esigenza di ricordare la propria madre attraverso una biografia, Mirador. Irène Némirovsky, mia madre. Élisabeth Gille decide di raccontare la madre in prima persona e di interrompere il racconto con brevi capitoli in cui parla di sé stessa. Il libro procede su due binari, quelli di due donne, madre e figlia, separate da un destino atroce ma che s’incontrano nell’immaginazione, nei ricordi, in cui riescono ancora a sfiorarsi.

 

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