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L’avventurosa storia del manoscritto de ‘Le 120 giornate di Sodoma’, il controverso romanzo del Marchese de Sade

In occasione del bicentenario della morte del Marchese de Sade è stata allestita al Museo delle Lettere e dei Manoscritti una mostra dedicata all'autore: il pezzo forte dell’esposizione è appunto il manoscritto originale...

Le tribolate vicende del manoscritto originale del romanzo del Marchese de Sade, una delle opere più discusse della letteratura mondiale

 
PARIGI – In occasione del bicentenario della morte del Marchese de Sade è stata allestita al Museo delle Lettere e dei Manoscritti una mostra dedicata all’autore: il pezzo forte dell’esposizione è appunto il manoscritto originale della sua opera più famosa e controversa, “Le 120 giornate di Sodoma”. Da tutti riconosciuto come l’opera più importante di de Sade, “Le 120 giornate di Sodoma” è stato scritto dall’autore nel 1785. Le stesura del manoscritto fu redatta nell’arco di 37 giorni durante la prigionia dello scrittore alla Bastiglia.

 

UNA STORIA AVVENTUROSA – La realizzazione, la produzione e la conservazione del manoscritto potrebbe benissimo rappresentare il materiale per un romanzo d’avventura. De Sade lavorò all’opera scrivendo per tre ore ogni sera e ricopiando i suoi appunti su delle strisce di carta larghe circa 28 centimetri. Queste strisce venivano in seguito incollate insieme per formare un rotolo, in maniera tale che fosse più facile nascondere così il manoscritto all’interno della sua cella, in una fessura tra due pietre. Quando scoppiò la Rivoluzione Francese, la Bastiglia venne presa d’assalto e de Sade venne trasferito in un ospedale; il manoscritto andò perduto. In seguito l’autore scrisse di “aver versato lacrime di sangue” per quella perdita.

FURTO, CONTRABBANDO, BATTAGLIE LEGALI – Il rotolo venne ritrovato nel 1832, ancora nascosto all’interno della cella, ma rimase inedito fino al 1904, quando uno psichiatra tedesco lo pubblicò, ritenendo che le perversioni sessuali descritte nel libro potessero essere d’importanza scientifica per medici, giuristi e antropologisti. Il romanzo non giunse in Inghilterra che nel 1957. Nel 1929, il rotolo del manoscritto originale venne acquistato da un membro della famiglia Noailles, un diretto discendente di de Sade. In seguito venne rubato, contrabbandato in Svizzera e venduto a un collezionista. Al termine di una furiosa disputa legale internazionale una corte francese decretò che il rotolo fosse restituito alla famiglia Noailles. Questa decisione venne sovvertita nel 1998 dal giudizio di una corte Svizzera: questa sanzionò che il rotolo era stato acquistato dal collezionista in buona fede. Infine Gérard Lhéritier, presidente e fondatore di Aristophil, una compagnia specializzata in manoscritti rari, acquistò il rotolo per la mostruosa cifra di sette milioni di euro: decise quindi di esporlo al Museo delle Lettere e dei Manoscritti di Parigi, istituto di sua proprietà, nel quel il pubblico può oggi ammirare il manoscritto di uno dei romanzi più discussi – e avventurosi – della letteratura mondiale.

 

 

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15 gennaio 2015

 
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