“L’amore, per sopravvivere, deve trasformarsi”, un fumetto di Silvia Ziche e Tito Faraci

20 Novembre 2019

Come si passa dall'amarsi all'odiarsi? L'amore eterno ha forse una data di scadenza? Noi l'abbiamo domandato agli autori del divertente fumetto dal titolo "Quei due"

quei-due-fumetto

Lei è Marta, lui è Marco. Un tempo si amavano, e adesso si detestano. Sembravano una coppia solida, meravigliosa, innamoratissima, ma l’amore eterno ha spesso una data di scadenza scritta in piccolo. Questa è la storia di Quei due, firmata da Tito Faraci e Silvia Ziche, una commedia agro-dolce con un irresistibile gruppo di personaggi. Se volete conoscerli meglio, non perdete l’evento di domani al Mondadori Megastore di Via Marghera a Milano.

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L’intervista

Abbiamo chiesto a Silvia Ziche e Tito Faraci di raccontarci la genesi e lo sviluppo del loro ultimo lavoro, la commedia a fumetti dal titolo Quei due.

Silvia Ziche Tito faraci

Come nascono i personaggi di Marta e Marco?

SILVIA: Dall’osservazione della realtà, dai racconti di amici e conoscenti, o da esperienza diretta di relazioni infelici. Poi magari abbiamo portato il loro carattere un po’ all’estremo. Volevamo che fossero persone normali e plausibili, non eroi. Qualcuno che potremmo conoscere, e magari frequentare.

TITO: Tutti i personaggi di questa serie sono reali, anche quelli inventati. Un po’ perché, come dice molto giustamente Silvia, abbiamo usato vicende viste o ascoltate di persona. Ma poi anche perché reali sono i sentimenti e i rapporti relazionali che animano Marta e Marco. Le cose, fra le coppie “scoppiate”, funzionano veramente così.

Quanto c’è di “attuale” e quanto invece di “universale” in loro?

SILVIA: Attuale è il mondo in cui si muovono. Il carattere delle persone è universale. Le pulsioni umane rimangono le stesse, più o meno da sempre.

TITO: In fondo, se sai raccontare bene il tuo tempo, finisci per raccontare ogni tempo. È la forza dei classici. Marta e Marco vivono nella Milano di oggi, nel microcosmo dei navigli, ma le loro vicende riassumono quelle di tanta altra gente, in tanti altri luoghi e in tante altre epoche. Ciò non toglie che “Quei due” sia anche una riflessione ironica, mia e di Silvia, sul nostro tempo.

“Quei due” è una storia d’amore, d’amicizia, di tradimenti e di lealtà. Quanto questi sentimenti sono stabili oggi rispetto al passato?

SILVIA: Credo che i sentimenti non siano mai stati stabili. La nostra cultura ha cercato in tutti i modi di stabilizzarli, regolarli, codificarli. Ma è una battaglia persa. Se i sentimenti fossero stabili, noi che viviamo raccontando storie non avremmo più niente da raccontare. Ma sinceramente non vedo questo pericolo.

TITO: I sentimenti sono sempre instabili. È la loro natura. L’amore, per sopravvivere, deve trasformarsi e adattarsi, senza per questo svilirsi. Non è facile. Marta e Marco non ci riescono, infatti. E il loro odio sembra un sentimento più duraturo. Ma anche con l’odio devono imparare a fare i conti, elaborarlo e, in qualche modo, superarlo.

La storia si svolge a Milano, precisamente ai Navigli. Come mai avete deciso questa location in particolare per sviluppare le vicende dei personaggi?

SILVIA: Per quel che mi riguarda, quindi per la parte del disegno, è bello avere a che fare con un posto noto. Si riesce a raccontarlo meglio, a inventarlo meglio rendendolo però verosimile. Riesco a immaginare meglio i personaggi nel loro ambiente. E poi i navigli sono un luogo dove ci può essere chiunque, e può succedere di tutto. Ci sono turisti ma anche residenti che mai e poi mai si sposterebbero da lì. Un posto insomma in cui è facile trovare delle storie da raccontare, o ambientare delle storie inventate.

TITO: Sarò sincero. Ero un po’ stanco di raccontare, nei miei fumetti, storie ambientate in luoghi inventati o, comunque, non miei. E poi i navigli sono una specie di… villaggio di Asterix. C’è un popolo dei navigli, che non c’entra nulla con turisti e visitatori vari, che è una galleria di tipi umani molto interessante e archetipica.

Cosa ci dobbiamo attendere dai prossimi episodi?

SILVIA: Nevrosi, ricatti affettivi, tradimenti, amicizia, sentimenti inaspettati. Emozioni estreme o sommesse, tutte democraticamente condivise con la piccola comunità di amici e conoscenti dei nostri due protagonisti.

TITO: Una maggiore presenza di scene nel ristorante, che ha una clientela parecchio interessante. Soprattutto quella abituale. E qualche incidente sentimentale. 

 

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