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“La via della fame” di Ben Okri, un viaggio fra Africa magica e reale

Oggi ricorre la Giornata dell'Africa. Per l'occasione scopriamo "La via della fame", il capolavoro dello scrittore nigeriano Ben Okri che racconta il continente fra realismo magico e animismo.

Oggi si celebra la Giornata dell’Africa, e per l’occasione diamo inizio alla giornata con un capolavoro della narrativa contemporanea africana, “La via della fame“, in originale “The famished road”, vincitore del Booker Prize scritto da Ben Okri nel 1991.

La Giornata dell’Africa

La Giornata dell’Africa ricorre ogni anno il 25 maggio in occasione dell’anniversario della fondazione dell’Organizzazione dell’unità africana (chiamata dal 2002 Unione africana) fondata il 25 maggio 1963. Si tratta di una data dal valore fondamentale tanto per l’unione africana quanto per il mondo intero, perché è proprio oggi che si celebra l’unità di questo prezioso continente.

“La via della fame”, la sinossi

Azaro, il protagonista, è un “abiku”, uno spirito bambino destinato a morire e a rinascere più volte, perché sempre attratto dal “magico” mondo degli spiriti che tutti dimentichiamo nascendo. Attraverso i suoi occhi, Ben Okri racconta la storia dell’Africa dei nostri giorni, paese nel quale la violenza politica sembra annunciare il fallimento di ogni speranza.

L’Africa di Ben Okri, fra realismo magico e animismo

“La via della fame” è un meraviglioso romanzo che racconta l’Africa e la sua storia più recente attraverso uno spirito bambino, Azaro, che muore e rinasce più volte. Il romanzo di Ben Okri, ritenuto uno splendido esempio di realismo magico, è stato spesso associato a “Cent’anni di solitudine” di Marquez.

Tradotto in oltre venti lingue, campione d’incassi con più di mezzo milione di vendite, “La via della fame” racconta attraverso il filtro della magia una pagina tragica della storia africana, quella della guerra civile nigeriana, vissuta in prima persona da Ben Okri. Già dalle parole che aprono il romanzo, comprendiamo come l’autore abbia voluto incapsulare nel linguaggio della favola ciò che favola non è:

In principio era un fiume. Il fiume divenne una strada, e la strada attraversò il mondo intero. E siccome una volta la strada era stata un fiume, aveva sempre fame.

Azaro, che vive sospeso fra il mondo degli spiriti e quello degli esseri umani, è il simbolo di chi si ribella allo status quo e decide di prendere in mano la propria vita, di lottare per ciò in cui crede e per ciò che ama. Ed è così, attraverso la vita di Azaro, lo spirito bambino ribelle, che scopriamo una storia, quella africana, che spesso sconosciamo e a cui altrettanto di frequente non ci interessiamo, ritenendola troppo distante da noi.

Insomma, di motivazioni per comprare e leggere “La via della fame” ce ne sono moltissime. Non sarà il caso di correre in libreria?

Ben Okri

Ben Okri nasce il 15 marzo del 1959 a Minna, in Nigeria. Lascia l’Africa molto presto per via della volontà della madre e del padre, avvocato, che si trasferiscono a Londra ed impartiscono al figlio un’educazione di stampo occidentale. La famiglia ben presto ritorna in Africa,dove Ben Okri cresce sperimentando la bellezza del luogo d’origine ma anche gli orrori della guerra civile nigeriana che si consuma proprio negli anni della sua giovinezza. La madre appartiene infatti all’etnia degli Igbo, perseguitati dai militari durante tutto il conflitto.

Okri trova un’ancora di salvezza che gli permette di resistere alla brutalità della guerra: la lettura. Proprio in questi anni scopre gli esistenzialisti russi, Dickens, Shakespeare, innamorandosi perdutamente della letteratura e dando inizio ad un percorso che confluirà nell’iscrizione, grazie ad una borsa di studio nazionale, all’Università dell’Essex, dove il giovane nigeriano studia letterature comparate.

“Flowers and Shadows” esce nel 1980 e pone Okri sotto i riflettori di pubblico e critica, entrambi affascinati dallo stile e dalle storie del giovane autore. Ma è con “La via della fame” che l’autore raggiunge l’enorme successo, ottenendo, a poco più di trent’anni, il prestigioso Booker Prize.

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