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“La società fa finta di niente”, il racconto di Valeria Montaldi dedicato alle donne

In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, ecco in esclusiva per Libreriamo "Un tipo a posto", un racconto inedito di Valeria Montaldi

MILANO – Martin Luther King diceva che a spaventarlo di più non era la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni ed è proprio di questo che parla Valeria Montaldi nel racconto che ha scritto per noi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Di donne si è sempre occupata, Valeria Montaldi, già dal primo romanzo, “Il mercante di lana“, uscito nel 2001. Prima, per quasi vent’anni, aveva lavorato come giornalista, finché non ha deciso di dedicarsi completamente alla scrittura. I primi sei romanzi, “Il mercante di lana” compreso, sono ambientati tutti nel medioevo. Una particolare attenzione è sempre stato dedicato dalla Montaldi alla condizione della donna. Nel 2016 è tornata in libreria con “La Randagia“, romanzo in cui l’autrice per la prima volta nella sua carriera ambienta una storia nella contemporaneità, pur conservando quella particolare e affascinante predilizione per la figura femminile e il mondo medievale che la contraddistingue. Ecco, in esclusiva per Libreriamo, “Un tipo a posto”, un racconto inedito di Valeria Montaldi.

UN TIPO A POSTO

Valeria Montaldi

«Ma no, maresciallo, come facevamo a immaginare che… Ma sì, certo che abbiamo sentito gridare… cosa vuole, in queste case le pareti sono di cartone… Come dice? Se non ci siamo allarmati? Ma no, quei due lì guardavano sempre la televisione, anche a sera tardi, e noi pensavamo che era un film, sa, di quelli violenti, che tutti urlano e poi si sentono dei botti tremendi, come qualcuno che dà i pugni sulle pareti… No, non ci abbiamo fatto caso, io e mia moglie: ci siamo detti portiamo pazienza che tanto fra un po’ il film finisce e quei due lì andranno a letto. Anche perché, se devo dirla tutta, noi siamo due persone che cercano di non farsi i fatti degli altri. Mica potevamo andare di là a dirgli di abbassare il volume: ci avevamo già provato un’altra volta che avevamo sentito un gran baccano, ma non ci ha aperto nessuno… Poi il baccano è finito, per fortuna…  Sa, maresciallo, io e mia moglie siamo vecchi e abbiamo già i nostri guai, inutile andarne a cercare di nuovi… Come dice?, se non abbiamo mai sospettato niente? Ma, no, lui era uno tanto a posto, educato, sempre ben vestito… E anche lei, abbastanza, anche se devo dire che per i miei gusti era un po’ troppo appariscente… Sì, cioè, voglio dire, che bisogno aveva di truccarsi pesante come una soubrette, di mettersi quei tacchi altissimi che non riusciva nemmeno a camminarci su? No, lo so che non c’entra con quello che le è successo, ma insomma, un po’ di discrezione in più… No, per carità, cos’ha capito? Non sto dicendo che se l’è cercata, però magari… Sì, certo che rispondo alle domande… Allora, le urla e i colpi sono andati avanti per un bel quarto d’ora, poi non si è sentito più niente… Era verso le undici: lo so, perché a quell’ora lì devo prendere la pillola per il diabete e con tutto il parapiglia che avevamo sentito stavo quasi per dimenticarmene… Poi, prima di andare a letto, per sicurezza, abbiamo guardato dallo spioncino, ma il pianerottolo era deserto… Sì, certo, tutto tranquillo fino a stamattina, quando è arrivata la domestica: è una filippina che viene un giorno sì e uno no, ha le chiavi e… Ah, sì, scusi, lo so che l’avete già interrogata… Allora, dicevo, arriva questa qui, entra e caccia delle urla che sembrava che la stavano scannando: siamo corsi fuori e… Mai vista una roba simile: braccia e gambe tutte allargate sul pavimento, come un burattino, i capelli appiccicati alla faccia, un sacco di sangue in giro, perfino sul muro… Una scena da film, maresciallo, altro che storie… Abbiamo finito? Ecco, meno male, perché fra mezz’ora vengono due della tivù a intervistarci e io e mia moglie dobbiamo sistemarci un po’ prima che ci riprendano con la telecamera… Arrivederci, maresciallo, mi stia bene…».

 

VALERIA MONTALDI

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