La lezione di Balzac: perché le sue opere sembrano scritte oggi

26 Maggio 2025

Scopri perché le opere di Balzac sembrano scritte oggi, esplorando il loro impatto e la loro straordinaria attualità.

La lezione di Balzac: perché le sue opere sembrano scritte oggi

Da Parigi ai social, dalla speculazione immobiliare alla manipolazione dei sentimenti: leggendo Balzac oggi, sembra di guardarsi allo specchio. Il  critico letterario statunitense Peter Brooks ci spiega perché ne “La lezione di Balzac“.

Nel mondo iperconnesso dell’informazione liquida e delle emozioni mercificate, ci sono pochi autori dell’Ottocento capaci di restituirci uno sguardo così vivido e attuale sulla società come Honoré de Balzac. Il suo universo narrativo, che Peter Brooks, con finezza e rigore, analizza nel saggio “La lezione di Balzac” (Carocci Editore), è ancora un laboratorio sorprendentemente utile per comprendere le logiche del potere, del desiderio e della rappresentazione. Ma cos’è, oggi, questa “lezione di Balzac”? E perché dovremmo ascoltarla?

Honoré de Balzac: perché le sue opere sembrano scritte oggi

“La lezione di Balzac”, scrive Peter Brooks, “è che il romanzo può ancora insegnarci a vedere il mondo”. Ma non come un osservatore neutrale: piuttosto, come uno che sa che la realtà è già racconto, e che ogni storia, pubblica o privata, è costruita su interessi, illusioni, linguaggi da decifrare.

In un’epoca in cui la verità sembra sempre più liquida e l’identità si reinventa a ogni click, tornare a Balzac è più che un esercizio letterario: è un gesto politico. Un modo per imparare a leggere meglio il mondo, partendo dalla sua forma più onesta: la finzione.

Nato nel 1799, Balzac ha creato un’impresa titanica: La Comédie humaine, un insieme di più di 90 opere tra romanzi, racconti e studi, concepiti come una mappa totalizzante della società francese del suo tempo. Peter Brooks, con sguardo moderno e appassionato, ce lo restituisce non solo come autore, ma come osservatore acuto del comportamento umano, delle dinamiche economiche e sociali, e del modo in cui le storie plasmano il reale.

Nel saggio, Brooks dimostra come l’opera balzachiana sia già “seriale” ante litteram: personaggi che ritornano, intrecci che si allargano, storie che si riscrivono. Una struttura narrativa che oggi riconosciamo nelle serie TV, nei mondi condivisi del cinema e persino nella narrativa contemporanea più ambiziosa.

Una delle intuizioni più straordinarie di Balzac, come sottolinea Brooks, è che la società moderna è un teatro, e un mercato, in cui ognuno recita un ruolo per sopravvivere. I suoi personaggi mentono, si travestono, manipolano. Si vendono, letteralmente, per accedere a un mondo migliore.

La lezione di Balzac

Da “Il cugino Pons” a “Eugénie Grandet”, da “Papà Goriot” a “Splendori e miserie delle cortigiane”, Balzac mette in scena non eroi, ma sopravvissuti. Persone comuni (o ambiziose) che si adattano al contesto, cercano di emergere, falliscono o vincono, spesso a un costo altissimo.

E cosa sono oggi i social se non palcoscenici di auto-narrazione, in cui ognuno si reinventa per “piacere”, apparire, vendere qualcosa? L’attualità di Balzac è tutta qui: nella sua capacità di mostrarci che l’identità è una maschera, che il desiderio è un debito, e che ogni relazione, persino amorosa, ha un prezzo.

Nel libro di Brooks, colpisce la riflessione sulla “monetizzazione dell’intimità” nei romanzi balzachiani. Le emozioni non sono mai neutre: sono scambi, leve di potere, strumenti di avanzamento sociale. L’amore può essere sincero, ma è sempre attraversato da tensioni economiche, da vantaggi impliciti, da aspettative. Suona familiare?

Nel nostro presente di app per incontri, relazioni contrattualizzate, love bombing e ghosting, Balzac ci invita a rileggere i sentimenti come atti politici e sociali, non solo privati. Anche questo, oggi, è rivoluzionario.

Peter Brooks non analizza solo Balzac come teorico sociale, ma lo celebra anche come grande artigiano del racconto. La sua scrittura è corporea, visiva, quasi tattile. I suoi ambienti sono costruiti come scenografie teatrali, i suoi dialoghi hanno ritmo, ironia, una spinta alla narrazione che coinvolge e trascina.

Eppure, nulla è lasciato al caso. Ogni dettaglio è parte di un sistema, ogni scena serve a disvelare un equilibrio di potere, un meccanismo sociale, una trappola morale. Leggere Balzac, oggi, è fare un’esperienza immersiva, ma anche intellettuale. Una doppia sfida che solo i grandi autori riescono ancora a lanciare.

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