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“La legge del sognatore” di Daniel Pennac, un omaggio a Federico Fellini

Ispirato al bellissimo libro dei sogni di Federico Fellini, l'ultimo romanzo di Daniel Pennac è un tributo alla visione onirica del grande regista romagnolo

Professore di francese in un liceo parigino, Daniel Pennac è un autore eclettico: romanziere, drammaturgo e persino sceneggiatore di fumetti. Nei suoi libri, scritti con uno stile umoristico e surreale, si raccontano le avventure di Malaussène e della sua numerosa famiglia, ambientate a Belleville, un pittoresco quartiere di Parigi dove convivono etnie diverse.

Ma questa volta a sollecitare la fantasia di Pennac è Federico Fellini, che lo scrittore francese omaggia nel suo ultimo romanzo “La legge del sognatore”, per celebrare i cento anni dalla nascita del grande regista romagnolo.

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Di cosa parla “La legge del sognatore”

Questo libro parla di sogni. Sono i sogni di un giovane Pennac in preda a una visione notturna di grande suggestione, dove la luce è fatta di acqua e inonda le città fino a ricoprire tutto. Ma sono anche i sogni di Federico Fellini, quelli che annotava e disegnava ogni mattina sul sul taccuino e che hanno dato poi vita al “Libri dei sogni”, da cui prende spunto “La legge del sognatore”. È infatti un disegno di Fellini – appeso sopra il letto del Pennac bambino – a ispirare la marea onirica che travolge il narratore, sospingendolo in un dedalo di visioni e apparizioni dove la vita e il sogno si confondono, fino a diventare un tutt’uno. 

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Un sogno che il narratore fa dopo avere chiacchierato, da bambino, con il suo amico Louis, 10 anni, ospite della sua famiglia nella casa del Vercors, poco lontano dall’Italia. Il maestro a scuola aveva spiegato che la luce elettrica in montagna era fatta con l’acqua dei fiumi, grazie alle dighe. E allora nasce il sogno in cui la camera del piccolo Pennac viene invasa da una specie di luce liquida che non brilla più, una luce morta che dilaga in tutta la casa e poi ricopre la città intera, uno tsunami di luce.

Che cos’è il libro dei sogni di Federico Fellini

II “Libro dei sogni” è un diario, tenuto da Federico Fellini dalla fine degli anni Sessanta fino all’agosto 1990, in cui il grande regista ha riportato fedelmente i suoi sogni e incubi notturni sotto forma di disegni, o nella sua stessa definizione di “segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati”. 

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«Verso i sei, sette anni ero convinto che ci fossero due vite, una con gli occhi aperti e l’altra con gli occhi chiusi», è la frase di Fellini, tratta da quel libro, che Pennac ha usato all’inizio del nuovo romanzo «La Legge del sognatore», edito da Feltrinelli.

Il rapporto fra Daniel Pennac e Federico Fellini

Per gran parte della narrazione l’autore ci fa credere che sua madre avesse lavorato come costumista per Fellini, da qui anche il fatto che sopra il letto del Pennac bambino fosse appeso un disegno dello stesso Fellini. Ma che è successo in verità? Se lo chiede Fellini nel suo libro dei sogni e ce lo racconta Pennac nell’ultimo capitolo del libro, quando scrive: 

Tanto per cominciare, mia madre non conosceva Federico Fellini. Quindi non hai mai lavorato per lui […] Perciò non ho mai dormito sotto un sogno di Federico Fellini che mia madre avrebbe appeso sopra la mia culla. Per molto tempo ho persino ignorato che Fellini fosse il campione dei sognatori.

 

 

 

 

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