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Ken Follett, “Come migliorare il mondo? Basta accogliere gli altri”

Follett ha parlato del suo modo di lavorare, di come nascono le storie, del suo modo di essere di sinistra, del suo rammarico per la Brexit

MILANO – Uno degli ospiti più attesi agli incontri di “Panorama d’Italia” a Milano è lo scrittore Ken Follett, protagonista dell’incontro intitolato “Forever Follett: Ken Follett si racconta”, svoltosi ieri, 16 ottobre, alle ore 18.00 al Teatro San Babila. Durante l’incontro ha parlato del suo modo di lavorare, di come nascono le storie, del suo modo di essere di sinistra, del suo rammarico per la Brexit e del nuovo romanzo in uscita a settembre 2017. Ma andiamo per ordine.

MAI VIOLARE LA STORIA – Nei romanzi storici ci aspettiamo un certo rigore dello scrittore nel trattare gli eventi storici e Ken Follett soddisfa tutte le nostre aspettative. “Nei miei libri – ha raccontato ieri durante l’incontro – il comandamento principale è che la storia non deve essere mai violata. Al suo interno, si muovono i miei personaggi”. Il problema è che in romanzi lunghi centinaia di pagine si può rischiare di sbagliare ed è allora che interviene la sua squadra di esperti: “Ho un meccanismo che mi permette di verificare i fatti storici: la prima stesura è letta da editor e amici, la seconda è passata sotto esame da studiosi che controllano che quadri tutto. Io poi ricorreggo, seguendo le segnalazione di questi inseparabili compagni di lavoro”.

METODO DI LAVORO – E’ un metodo rigoroso di lavorare, che non ammette sorprese. “Sono un grande pianificatore” – ha detto parlando della sua prassi di lavoro. “Quando ho iniziato a scrivere le prime storie, cominciavo dal primo capitolo e vedevo come andava. Col tempo mi sono accorto che con me questo metodo non funziona. Il mio modo di lavorare è di avere sempre un piano molto dettagliato. Pianifico tutto quello che deve accadere, capitolo per capitolo, tutto deve partire da un piano molto particolareggiato. Comincio sempre da 70 pagine che riassumono tutto ciò che accade, le sorprese sono ben poche”.

COME NASCE UNA STORIA – Il metodo di lavoro è chiaro, ma come nasce una storia? Come prendono vita le storie, quali caratteristiche devono avere? Scegliere con attenzione l’episodio da raccontare è fondamentale, perché su quella trama l’autore trascorre mesi, se non anni interi. “Tutto parte da uno spunto, che può venire dalla lettura di giornali, saggi o libri, uno spunto, un personaggio che potrebbe funzionare, ma l’idea è solo l’inizio perché su un evento deve nascere un romanzo, allora ti cominci a porre domande relative al personaggio: chi è suo padre? Chi è sua madre? E la sorella? Cos’è successo prima? Cosa dopo? Pensiamo alla regina Elisabetta I, alla sua epoca: a quel periodo risale anche la nascita del teatro moderno”. Ma dove le prende le idee, uno scrittore da 150 milioni di copie? “Leggo molto e quando trovo storie interessanti le condivido col lettore, nella speranza che – preso il libro in mano – il lettore giunga all’ultima pagina, tiri su il telefono e chiami una persona cara per dirle: “sai, ho letto un libro straordinario”.

CONTRARIO ALLA BREXIT – Tra i tanti discorsi, si è parlato del Premio Nobel a Bob Dylan (di cui si è detto contento) e del referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. “Non me lo aspettavo” – ha detto. “Per me è evidente che questo non è un bene per il nostro paese. Io credo nella globalizzazione, nell’unione, nella tolleranza. Accogliere gli altri è un dovere. Alcuni dicono che stiamo bene, ma guardando alla storia del mio paese il successo è sempre dovuto all’apertura, all’accoglienza. Non si può pensare di avere ricchezza e successo chiudendo le porte. Per il futuro credo che molti cambieranno opinione. Spero in un nuovo voto”.

IN USCITA A SETTEMBRE 2017 –  A settembre dell’anno prossimo uscirà il terzo volume della trilogia di Kingsbridge, il cui titolo provvisorio è “A Column of Fire”. “Non l’ho ancora finito – ha detto in chiusura – “mancano sei settimane. Per me è un piacere tornare a Kingsbridge, un luogo immaginario che per me è ora molto reale. I pilastri della terra era ambientato nel XII secolo, Mondo senza fine al XIV e il nuovo sarà ambientato nel XVI secolo, durante il regno della regina Elisabetta I. Tutti la volevano morta, ma lei decise di creare il primo servizio segreto per proteggerla. Era molto efficiente, tanto che è arrivata fino a 69 anni, grazie a questo primo embrione di servizio segreto. Il protagonista è un giovane che va a lavorare per i servizi segreti, un James Bond ante litteram.

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