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John Ruskin, il critico romantico

John Ruskin viene ricordato in particolar modo per la sua interpretazione dell'arte e dell'architettura che influenzarono fortemente l'estetica vittoriana

MILANO – John Ruskin  (Londra, 8 febbraio 1819 – Brantwood, 20 gennaio 1900) è stato uno scrittore, pittore, poeta e critico d’arte britannico. La sua interpretazione dell’arte e dell’architettura influenzarono fortemente l’estetica vittoriana ed edoardiana. La sua famiglia è di origine scozzese e sin da piccolo riceve una rigida educazione religiosa di stampo puritano. A sei anni segue i suoi genitori in giro per l’Europa: sarà con loro a Parigi, a Bruxelles, in Fiandra, nelle zone del Reno e in Svizzera. Si trasferisce ad Oxford per frequentare i corsi universitari. Nel 1840, come è tradizione per i figli di famiglie abbienti, compie il suo primo viaggio in Italia, descritto in un diario, frutto di una cernita delle sue pagine autobiografiche scritte in un periodo compreso tra il 1836 e il 1874.

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Le prime opere

Pubblica la sua prima opera nel 1843: si tratta di un’appassionata difesa della pittura di Turner ‘Modern Painters’, pubblicata anonima. I due intratterranno un’amicizia talmente stretta che, alla morte del pittore, Ruskin ne sarà l’esecutore testamentario. Compie un secondo viaggio nella penisola italiana nel 1845. Il suo soggiorno lo vede per un lungo periodo in Toscana; periodo durante il quale produce i suoi migliori acquerelli. Il soggiorno italiano gli fa comprendere i meriti dell’architettura e dell’arte gotica; sarà lui a far scoprire agli inglesi le bellezze delle città del nord Italia con i testi: ‘The Seven Lamps of architecture’ (1849), ‘Le pietre di Venezia’ (1851-1853).

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L’arte e la natura umana

In maniera molto graduale le sue meditazioni sull’arte lo inducono a formulare delle riflessioni sulla natura umana. In questo periodo comincia anche a maturare la sua personale filosofia anti-utilitaristica. Egli si scaglia contro la nuova civiltà industriale, auspicando un ritorno alle arti gotiche e ai mestieri medievali. Alcuni dei testi che contengono queste sue teorie sono giudicati rivoluzionari e ne viene impedita la pubblicazione. Si tratta dei saggi poi raccolti in un volume dal titolo ‘Unto this Last’ (1860) e ‘Munera Pulveris’ (1872).

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L’impegno attivo

L’esposizione completa delle sue idee è contenuta nelle venticinque lettere che compongono il testo ‘Time and Tide’. Le sue idee non rimangono però lettera morta ed egli si impegna a far seguire alla formulazione anche i fatti: sovvenziona infatti case operaie modello, cooperative, musei, costruzioni di strade. Il tutto è possibile grazie alle cospicue somme ereditate dal padre che gli consentono anche la fondazione di una sorta di comunità di lavoratori: Guild of St.George.

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L’insegnamento

Purtroppo l’esperimento non ha vita lunga e fallisce dopo pochi anni, ma Ruskin continua con l’attività di propaganda delle sue idee tramite anche l’attività di professore universitario ad Oxford. La sua vita amorosa è molto infelice, come confessa lui stesso nei suoi diari, motivo per il quale entrerà in uno stato depressivo dal quale non si risolleverà più. Dopo la morte della madre si ritira a Brantwood, continuando la sua attività di critica e di ricerca. Continua anche ad insegnare ad Oxford, e tra i suoi allievi vi è anche un giovane Oscar Wilde.

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L’autobiografia

Negli ultimi anni della sua vita comincia ad avere problemi di lucidità mentale, riesce però a scrivere la sua autobiografia ‘Praeterita’. John Ruskin muore a causa di una influenza il 20 gennaio del 1900 a Brantwood, all’età di 80 anni. Di lui dice Benedetto Croce: ‘Temperamento d’artista, impressionabile, eccitabile, volubile, ricco di sentimento dava tono drammatico e forma apparente di teoria, in pagine leggiadre ed entusiastiche ai suoi sogni e capricci’.

 

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