Con “Io che ti ho voluto così bene” Roberta Recchia apre una nuova stagione di emozioni: un romanzo che parla di ritorno, di coraggio, di silenzi e parole sospese. Consigliato a chi ama storie intense, ancorate alla realtà ma affondate nella speranza.
“Io che ti ho voluto così bene” di Roberta Recchia
La trama del romanzo
In “Io che ti ho voluto così bene”, Roberta Recchia ci conduce in un viaggio emotivo intenso e avvincente. La trama, avvolta da un velo di delicatezza e malinconia, racconta di due anime che si trovano, si persero e si ritrovano nel crocevia delle emozioni. Il romanzo segue Elena, donna alla soglia dei quarant’anni, che scopre dopo anni un amore rimasto sospeso.
Una lettera inaspettata riaccende ricordi e speranze: l’amore non vissuto emerge con tutta la sua forza e fragilità. Nel tentativo di riannodare i fili del passato, Elena si confronta con le proprie scelte e con la possibilità di una rinascita sentimentale. L’intreccio si sviluppa tra presente e ricordi, mettendo a fuoco non soltanto la storia con Marco, suo grande amore giovanile, ma anche il percorso di consapevolezza di una donna che torna a interrogarsi sulla sua autenticità e coraggio.
Il ritmo avvolgente del racconto trasporta il lettore tra pagine pervase da tenerezza e rimpianto, invitandolo a gustare ogni frase, per scoprire che i sentimenti sembrano talvolta nascere e rinascere proprio nel tempo che li aveva messi in silenzio.
Un romanzo che nutre il cuore
Il secondo romanzo di Roberta Recchia conferma il talento scoperto con il suo esordio, regalando ai lettori una scrittura che tocca il cuore.
Le interviste rilasciate in occasione della nuova uscita rivelano un’autrice attenta all’ascolto dei personaggi, capace di lasciarli evolvere spontaneamente: «se un personaggio non mostra uno spessore, difficilmente ne racconto le vicende» e aggiunge, «nella scrittura cerco sempre un equilibrio per evitare che le emozioni sovraccarichino lo stile».
Questa cura nel dosare sentimento e misura dona al romanzo una profondità emotiva genuina, senza toni urlati o artificiosi. Recchia costruisce personaggi complessi, sostenuti da dialoghi realistici e riflessioni intime, che incontrano la vita del lettore con la naturalezza di un incontro inaspettato. Si ritrovano i sapori di “romanzo di formazione corale”, ribaditi dalla stessa autrice, dove ogni evoluzione interiore trasforma l’intera narrazione .
Ciascun capitolo, pur semplice nell’impostazione, è intenso, fluido, capace di suscitare emozione con leggerezza. Sul piano tematico, “Io che ti ho voluto così bene” celebra l’amore come cura, lo dimostra anche attraverso vicende di contrasto: ricordi non detti, scelte rimaste sospese, quel rimpianto che diventa linfa per la speranza.
Roberta Recchia ci insegna che alcune parole non dette non svaniscono, ma continuano a nutrire il cuore, e che è sempre possibile ricostruire dialoghi con se stessi, con l’altro, con la vita. La ritrovata armonia tra pensieri e parole diventa il vero motore di questo secondo romanzo, capace di afferrare e sostenere il lettore fino all’ultima pagina.
Chi è Roberta Recchia
Chi è Roberta Recchia? In diverse occasioni ha raccontato che la scrittura è nata da un bisogno di fuga, figlia di un’infanzia e adolescenza in cui si sentiva esclusa.
A soli undici anni è iniziato un percorso che l’ha vista protagonista di un’evoluzione poetica e narrativa. Il romanzo d’esordio, “Tutta la vita che resta”, è stato in traduzione in quindici paesi, ottenendo premi come San Salvo, Io Donna e Massa Rosa.
In diverse interviste ha dichiarato di avere trovato nella scrittura una “cura” alle frustrazioni quotidiane e di aver messo da parte la paura del fallimento quando è diventata insegnante.
Recchia spicca per la capacità di ascoltare i suoi protagonisti, come una macchina da presa che raccoglie sensazioni ed emozioni, traducendole in parola scritta.
Questo approccio, unito al suo equilibrio emotivo, le permette di costruire narrazioni autentiche e profonde.
Ne emerge la figura di un’autrice riservata ma intensa, attenta al mondo e alle persone che lo abitano, capace di tradurre le piccole cose in significati universali.
Il suo impegno narrativo mostra quanto creda nel potere della scrittura come strumento di cura e condivisione. Con “Io che ti ho voluto così bene”, conferma di essere una voce fra le più raffinate della narrativa italiana contemporanea, pronta a farci innamorare ancora una volta, pagina dopo pagina.