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In televisione il ruolo degli scrittori è sempre più marginale

''e scrittore'', oramai è questa l’etichetta che molti personaggi televisivi si portano dietro. ''Giornalista e scrittore'', ''Conduttore e scrittore'', ''Blogger e scrittore''….Gli scrittori ''e basta'' che fine hanno fatto? ...

L’unica trasmissione in cui si promuovono i libri gratuitamente è Striscia La Notizia. Fabio Fazio è l’unico, invece, che riesce a parlare di libri e a farli vendere. Ma gli scrittori, quelli veri, che fine hanno fatto? Ecco la critica del giornalista Massimiliano Parente, pubblicata oggi su ”Il Giornale”

MILANO – ”e scrittore”, oramai è questa l’etichetta che molti personaggi televisivi si portano dietro. ”Giornalista e scrittore”, ”Conduttore e scrittore”, ”Blogger e scrittore”….Gli scrittori ”e basta” che fine hanno fatto? Se lo chiede Massimiliano Parente, giornalista del ”Il Giornale” che oggi ha pubblicato un pungente articolo titolato ”Gli scrittori in televisione? Se ci sono, non sono scrittori”.

LA POLEMICA – Perché i grandi libri non passano sul piccolo schermo? Secondo Massimiliano Parente stiamo vivendo un completo degrado culturale: una volta si potevano citare opere importanti, oggi si fanno marchette. Il giornalista, infatti, ricorda: “Negli anni ’70 Pier Paolo Pasolini, il nemico della borghesia, oltre a scrivere su Il Corriere della Sera, veniva tranquillamente intervistato dalla Rai, e c’erano solo due canali di stato. Così come si vedevano talvolta Italo Calvino e Alberto Moravia”. Oggi? Oggi, a quanto pare i “veri” scrittori si sono estinti, “un po’ come i dinosauri”, scrive Parente.

NON CI SONO GLI SPAZI TELEVISIVI – A questo punto, però, è doveroso chiedersi : mancano i veri scrittori oppure mancano gli spazi per accoglierli? Anni fa, il pubblico poteva assistere alla trasmissione di “Alberto Arbasino che conduceva dibattiti strepitosi come quello tra un giovanissimo Nanni Moretti, inferocito esponente del cinema d’avanguardia, e Mario Monicelli che difendeva il cinema tradizionale. Immaginatevi un dibattito del genere oggi, e non saprete in quale palinsesto collocarlo: Porta a Porta, Anno Zero, Piazza Pulita?”

DISINTERESSE TOTALE – Difficile, quindi, secondo Parente, trovare uno scrittore che parla di libri in una trasmissione, o in uno spazio televisivo dedicato. Una volta, qualcosina veniva fatta da Maurizio Costanzo nel suo show (dove ha cominciato Aldo Busi a farsi conoscere) ma poi è finito tutto. La7 aveva uno spazio dedicato ai libri, ma “Enrico Mentana appena arrivato lo ha tolto”. Rimane Antonio Ricci che, all’interno del suo tg satirico, continua a fare promozione gratuita.

CHE TEMPO CHE FA – A quanto pare, Fabio Fazio rimane in testa alla classifica per il miglior promotore di libri in tv. Sembra, infatti, che se uno scrittore o un “e scrittore” si siede su quella poltroncina, le vendite in libreria aumentano esponenzialmente. Ma, secondo il giornalista, bisogna essere “Fazio –Compatibile” per promuovere il libri in quella trasmissione: “Per esempio Antonio Moresco è andato da Fazio solo quando era fazizzato a puntino, non a parlare di Canti del caos ma de La lucina. Quando l’ ho visto – scrive la penna pungente di Parente – mi sembrava Susanna Tamaro travestita da Eugenio Scalfaro, travestito da un barbone della Caritas, mi sembrava Heidi e il nonno di Heidi fusi nello stesso corpo e nella stessa mente, e mi sono commosso, mi veniva da piangere. Poi è arrivata la Littizzetto per tirare sul il morale, e allora ho pianto davvero.”

OPINIONISTA, DI COSA? – In tv bisogna parlare di cronaca nera, o di politca. Di libri, poco. Anzi, quasi niente. ‘E’ una cosa a cui mi sono abituato: quando mi chiamano è per parlare di politica, e io dico no. Poi mi chiama un’altra trasmissione per parlare di cronaca nera, e io dico no – si legge su Il Giornale – Per la verità mi convocarono anche per Masterpiece, il talent per aspiranti scrittori, ma mi bocciaro perché non ero di bocca buona. Come se per andare a Masterchef avessi dovuto accettare di premiare a priori un piatto di letame con contorno di fiorellini di campo’.

30 giugno 2014

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