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L’importanza di leggere Anton Čechov oggi

È uno degli autori russi più famosi di tutti i tempi. Ma perché dovremmo avventurarci nella lettura delle opere di Anton Čechov oggi?

Anton Čechov scompariva il 15 luglio 1904, lasciando dietro di sé un vuoto colmabile solo dalle sue opere, divenute celebri ed apprezzate già quando l’autore era in vita. Sembra strano, per alcuni anacronistico, pensare all’opera di Anton Čechov oggi. Invece, la grandezza di questo autore risiede nella lungimiranza dei suoi ideali e nel talento letterario senza uguali. Nel nostro articolo scopriamo dunque “Perché dovremmo leggere la produzione di Anton Čechov nel 2023?

L’importanza di leggere Čechov oggi

“Nei certificati di nascita è scritto dove e quando un uomo viene al mondo, ma non vi è specificato il motivo e lo scopo”.

Negli oltre seicentocinquanta racconti scritti da Čechov traspaiono molte delle tematiche che poi saranno protagoniste della letteratura e del teatro del Novecento. Dalla sensibilità poetica all’incomunicabilità, dall’ironia al fermento dovuto ai desideri e le prospettive, Čechov ha concepito un mondo intero dentro le sue opere.

Tematica cardine è senza dubbio la disillusione data dalla scoperta del vuoto, dei cambiamenti che rendono l’epoca una realtà nuova e inaspettata. Leggere Čechov oggi? Significa non solo scoprire uno dei maestri della letteratura e del teatro novecenteschi, ma anche interrogarsi sulle origini di noi esseri umani, sullo scopo che ci è stato assegnato, sul nostro ruolo e la nostra consapevolezza.

Non esiste tempo che non si adatti alla scoperta di temi di questa portata.

Gli irrinunciabili per conoscere Čechov

Fra le opere irrinunciabili di Čechov c’è di certo “Il giardino dei ciliegi“, commedia mancata che rappresenta l’immagine dolente della precarietà e meschinità dell’uomo, il frutto estremo della penna triste di un genio che credeva di vestire di comicità le sue opere, con cui ha donato individualità ai personaggi del teatro tradizionale, immaginato una realtà fatta di infinite, latenti possibilità di vita, e trasmesso a ogni lettore negli ultimi cento anni il gusto meraviglioso del quotidiano.

Anche “Zio Vanja” è da annoverare fra i capolavori di Čechov: si tratta di un’opera teatrale scritta nel 1897 e sviluppata in quattro atti durante i quali si intrecciano le monotone conversazioni e le banalissime vicende di un gruppetto di personaggi. La ricostruzione minuziosa di atmosfere sospese e vagamente inquietanti, l’indifferenza abulica dei personaggi intorno agli eventi, l’indefinito senso di attesa di una catastrofe incombente rendono questo testo una geniale anticipazione della drammaturgia novecentesca.

Anton Čechov, raccontare l’animo umano a parole

Di origini umili, Anton Čechov è stato uno degli autori russi più amati di sempre. Le sue opere teatrali, insieme alle centinaia di racconti scaturiti dalla sua penna, sono una vera e propria enciclopedia dell’animo umano, ma anche una rappresentazione perfetta della società russa di fine Ottocento.

Infatti, dietro l’apparenza di una società conservatrice e monarchica, serpeggiava il fermento di un mondo in rapida evoluzione, costellato di nuove figure sociali, incapaci di comunicare fra loro.

Uno dei temi che segnano in modo significativo la poetica di Anton Čechov è, in effetti, l’incomunicabilità, di conseguenza il fraintendimento, dunque il comico. Ma ben presto nelle opere di Čechov all’umorismo si aggiunge un velo di tristezza e i suoi personaggi finiscono con il constatare il fallimento dei propri ideali e delle proprie aspirazioni.

Sensibile ai mutamenti della epoca, Čechov ebbe la capacità di cogliere e immortalare quel nuovo mondo nelle sue opere teatrali. Tra esse ricordiamo le più celebri come “Il giardino dei ciliegi”, “Il gabbiano” e “Lo zio Vanja”. Lev Tolstoj paragonò il suo teatro a un tipo di pittura in cui le pennellate sembrano messe a caso, «come se non avessero nessun rapporto tra loro», mentre, guardando da lontano si coglie «un quadro chiaro, indiscutibile».

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