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Il ruolo delle donne e delle ragazze nella scienza oggi

Il ruolo delle donne nella scienza oggi è marginale a causa di stereotipi di genere che continuano a tenerle lontane dal mondo scientifico. Eppure ci sono state nella storia grandi donne che hanno dato il loro contributo

Oggi si celebra la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza. Sono donne meno del 30% dei ricercatori in tutto il mondo e solo il 30% delle ragazze sceglie un indirizzo scientifico nell’istruzione superiore (dati Onu). Negli ultimi 15 anni, sono stati fatti grandi sforzi a livello globale per coinvolgere le donne nella scienza, ma permangono pregiudizi e stereotipi di genere che continuano a tenere le ragazze e le donne lontane dal mondo scientifico.

Rinforzare il ruolo delle donne nella scienza

Per ricordare che la partecipazione delle donne nella scienza dovrebbe essere rafforzata e incoraggiata, e che devono essere garantite pari opportunità nella carriera scientifica, nel 2015 le Nazioni Unite – con il patrocinio dell’Unesco – hanno proclamato la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza che ricorre ogni anno l’11 febbraio. In occasione di questa Giornata, Il Sole 24 Ore propone in edicola per un mese a partire da giovedì 11 febbraio il libro “Ragazze con i numeri. Storie, passioni e sogni di 15 scienziate” delle autrici Vichi De Marchi e Roberta Fulci con le illustrazioni di Giulia Sagramola. Quindici storie di scienziate che fin da ragazze hanno inseguito un obiettivo; vite fatte di coraggio, fatica, entusiasmo, e soprattutto di sogni che si avverano. Quindici storie contro gli stereotipi di genere.

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La scrittrice e attivista britannica Virginia Woolf viene ricordata come uno dei più audaci scrittori classici che ha contribuito a cambiare il ruolo delle donne nella società

Le “ragazze con i numeri”

Ci sono Valentina Tereshkova, la prima donna al mondo ad andare nello spazio; Jane Goodall, etologa, considerata l’unico essere umano mai accettato da una comunità di scimpanzé selvatici. Rita Levi Montalcini, che ha saputo proseguire il suo lavoro nonostante le persecuzioni razziali; le sue scoperte hanno aperto la strada a nuove cure per molte malattie. E ancora, Margaret Mead, tra le prime donne a fare ricerca antropologica sul campo. Margaret ha dimostrato che l’ambiente e la cultura in cui viviamo influenzano le nostre vite. Katherine Johnson, matematica che ha dato un contributo fondamentale alla ricerca spaziale statunitense; è l’emblema di come il colore della pelle non abbia niente a che vedere con la preparazione scientifica.

Queste storie raccontano, attraverso il punto di vista delle protagoniste, una passione scientifica nata in giovane età, la tenacia nel perseguire un obiettivo nonostante i tanti ostacoli da affrontare, le soddisfazioni e i traguardi raggiunti.

La disuguaglianza scientifica

Il Rapporto dell’UNESCO di Woman in Science 2018 ha analizzato il livello di disuguaglianza scientifica per fornire numeri precisi delle donne in ambito STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Dal rapporto è emerso che solo il 28.8% delle donne a livello globale riesce ad affermarsi in ambito scientifico. Poche donne arrivano ai vertici degli istituti di ricerca, poche sono le accademie titolate, la piramide della scienza è costituita da un vertice maschile che ancora non lascia spazio all’ingegno femminile e il volume “Ragazze con i numeri. Storie, passioni e sogni di 15 scienziate”, in edicola con Il Sole 24 Ore a €12,90 oltre al prezzo del quotidiano, vuole essere uno strumento di conoscenza e di avvicinamento al mondo della Scienza.

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