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“Il rosso e il nero” di Stendhal, i disordini in Francia e il cuore in tempesta di Julien Sorel

"Cronaca del XIX secolo": è questo il sottotitolo de "Il rosso e il nero", il romanzo di formazione di Stendhal che racconta un'epoca di moti e cambiamento in Francia attraverso gli occhi di Julien Sorel, un giovane col cuore in tempesta pronto a tutto per la scalata sociale. Un'opera bellissima e molto attuale alla luce degli eventi che stanno interessando Parigi in queste settimane.

Il rosso e il nero” è uno dei capolavori di Stendhal, autore francese di cui oggi ricorre l’anniversario della scomparsa. Con il suo libro, ha voluto raccontare la scalata sociale di Julien Sorel, un giovane ambizioso che impariamo a conoscere in ogni sfaccettatura attraverso pagine che descrivono la “cronaca del XIX secolo”, epoca di grandi cambiamenti in Francia.

Gli animi agitati, la confusione imperante nelle strade di Parigi e i moti di protesta che si avvicendano nella città ci ricordano i titoli delle testate giornalistiche in questi giorni, con una Francia concitata a causa della Riforma Pensioni voluta dal governo.

Le proteste in Francia

Con “Il rosso e il nero”, Stendhal ha voluto imprimere su carta l’agitazione che ha dato vita alla Rivoluzione di Luglio del 1830, un momento chiave della storia politica e sociale di Francia. Oggi, stiamo assistendo ad un altro momento cruciale della storia. Non solo in Francia, ma in tutto il mondo, la crisi investe diversi piani del reale, da quello economico-finanziario a quello bellico. La guerra in Ucraina, la grave siccità e la crisi ambientale, le borse con giornate estremamente altalenanti e i governi che non riescono a far fronte alla spesa pubblica sono soltanto alcune delle problematiche che investono i nostri paesi.

In Francia sono giorni di fuoco, con proteste più o meno pacifiche che stanno coinvolgendo tutte le fasce della popolazione, soprattutto quelle più giovani, a manifestare contro la Riforma pensioni voluta dal governo. In queste ore ci si chiede se Macron scioglierà l’esecutivo, se ci saranno scontri più accesi, se si tratta solo di un fuoco di paglia o se il problema è più serio di quanto appaia.

Quel che è certo, è che non si dovrebbero mai sottovalutare il sentire e le intenzioni dei giovani, il futuro di questa terra, spesso molto più lungimiranti degli adulti, a loro volta troppo presi dal materialismo, dal bisogno di certezze e dalla paura del nuovo.

Il protagonista de “Il rosso e il nero”, che risulta immerso appieno nell’onda del cambiamento, è un esempio – starà a voi giudicare se positivo o meno dopo aver letto il romanzo di Stendhal – di come ciascuno di noi possa nel proprio piccolo influenzare il mondo e la sua direzione. Da leggere soprattutto oggi, in un’epoca in cui ci sentiamo dei minuscoli, insignificanti puntini mentre invece abbiamo la capacità di far arrivare le nostre idee dappertutto e cambiare il mondo con un clic.

“Il rosso e il nero”, la trama

Scritto tra la fine del 1829 e la prima metà del 1830, “Il rosso e il nero” è il secondo romanzo di Stendhal. L’autore ne corregge le bozze proprio durante le giornate della Rivoluzione di luglio, che liquida la Restaurazione e inaugura la monarchia borghese di Luigi Filippo.

Di questo passaggio cruciale della storia francese Stendhal restituisce con crudele fedeltà non la cronaca (malgrado il sottotitolo del romanzo), ma lo spirito, muovendo dalla realtà della provincia per approdare a Parigi, dove da sempre si annodano e si sciolgono i destini politici della Francia.

L’impietosa analisi storica non esaurisce tuttavia la complessità della vicenda e del protagonista de “Il rosso e il nero”. L’ostinata rivolta di Julien Sorel non è riducibile semplicemente all’acuto senso della propria inadeguatezza economica e sociale. La sua non è coscienza di classe, e “II rosso e il nero” non è il romanzo dell’ambizione e della scalata ai vertici della società: Stendhal non è Balzac.

Julien Sorel affronta il mondo brandendo la propria inferiorità sociale come un’arma, ma il mondo creato dalla potenza del denaro lo disgusta, anche se tanto spesso deplora l’umile condizione in cui la sorte lo ha fatto nascere. Perciò rimpiange l’epoca napoleonica (di cui questo romanzo rafforza il mito, nato già all’indomani di Waterloo), convinto com’è che allora fosse possibile affermarsi soltanto grazie ai propri meriti.

Julien Sorel, eroe o uomo da biasimare?

“Era uno strano essere, quasi sempre in tempesta”.

È con queste parole che Stendhal descrive Julien Sorel, il giovane protagonista de “Il rosso e il nero”. Vi accorgerete, andando avanti nella lettura di questa “cronaca del XIX secolo”, che Julien non è un eroe romantico, né un cattivo. O meglio, forse è entrambe le cose. Forse alternativamente. il protagonista de “Il rosso e il nero” non è un blocco monolitico, bensì un ragazzo dentro cui si condensa un groviglio di emozioni, desideri, sensazioni, pulsioni difficili da definire, perché intense, come intensa è la giovinezza.

Buono o cattivo? Non ci descriveremmo mai con uno solo di questi aggettivi così approssimativi. Stare al mondo significa fare esperienza di tutto ciò che esiste, nel bene e nel male. A volte siamo eroi, a volte sbagliamo, altre ancora rimaniamo in disparte ad osservare uno spettacolo di cui noi non siamo i protagonisti. Stendhal, ne “Il rosso e il nero”, così come nelle altre sue opere, ci mostra un uomo in divenire, ci permette di studiarlo e di studiare, attraverso esso, anche noi stessi.

Stendhal e le sue opere

Stendhal,  pseudonimo di Marie-Henri Beyle, nacque a Grenoble il 23 gennaio 1783 e morì a Parigi il 23 marzo 1842. Amante dell’arte e della letteratura sin da giovane, rimase affascinato dall’Italia, tanto da trasferirsi e vivere a lungo nella penisola. Esordì in letteratura nel 1815 con le biografie su Haydn, Mozart e Metastasio, seguite nel 1817 da una “Storia della pittura in Italia” e dal libro di ricordi e d’impressioni “Roma, Napoli, Firenze”.

I suoi romanzi di formazione “Il rosso e il nero” (1830), “La Certosa di Parma” (1839) e l’incompiuto “Lucien Leuwen”, scritti in una prosa essenziale che ricerca la verità psicologica dei personaggi, fanno di Stendhal, insieme a Balzac, Hugo, Flaubert, Maupassant e Zola, uno dei maggiori rappresentanti del romanzo francese del XIX secolo: i protagonisti a cui ha dato vita l’autore francese sono giovani romantici che aspirano alla realizzazione di sé attraverso il desiderio della gloria e l’espansione di sentimenti appassionati.

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