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Il mercato dei libri antichi in Italia, tra digitale e mancanza di leggi

Roberto Sbiroli, responsabile del portale Libriantichionline.com, spiega in quale stato si trova oggi il mondo del libro antico in Italia

MILANO – Nomine ministeriali discutibili, carenza di personale specializzato, strutture spesso inadeguate, assenza di visione e legislazione vetusta rendono il mercato dei libri antichi in Italia arretrato rispetto ad altre realtà europee. E’ quanto affermato da Roberto Sbiroli, responsabile del portale Libriantichionline.com, piattaforma che ospita libri di vario argomento e stampati tra il XVI e la fine del XIX secolo, presentati al pubblico in maniera accurata con ampie schede bibliografiche accompagnate da numerose fotografie e video. Abbiamo chiesto a Roberto Sbiroli in quale stato si trova oggi il mondo del libro antico in Italia e come Internet abbia cambiato le abitudini dei collezionisti bibliofili

 

Come nasce il portale Libriantichionline.com?

Il sito nasce circa dieci anni fa. L’avvento di Internet ha radicalmente cambiato le abitudini dei collezionisti bibliofili. Fino al 1995 chi cercava libri antichi si rivolgeva alle mostre di settore, ai mercatini, alle librerie antiquarie, oppure consultava i cataloghi cartacei. Le nuove tecnologie hanno portato alla nascita di portali specializzati, con alle spalle colossi come Amazon e Ebay, pensati per contenere milioni di titoli. Libriantichionline.com è stato invece sviluppato per fornire un’accoglienza personalizzata all’appassionato. I libri, di vario argomento e stampati tra il XVI e la fine del XIX secolo, sono presentati con ampie schede bibliografiche accompagnate da numerose fotografie e video. Il cliente può accostarsi ai libri antichi in modo sempre virtuale, ma meno asettico; spesso infatti ci capita di fornire consulenze telefoniche mirate a semplificare la scelta del libro. Oggi il sito è visitato da circa mezzo milione di persone all’anno e i fan su facebook sono più di 270.000.

 

Qual è lo stato attuale del mercato del libro antico? Quale “fetta di mercato” occupa all’interno delle vendite dei libri?

Il mercato del libro antico in Italia, a differenza di altri paesi europei, in questo momento non gode di buona salute. La crisi economica ovviamente ha inciso. Ma in Italia assistiamo a un problema di ricambio generazionale, un problema quasi antropologico. La scarsa propensione degli italiani verso la lettura porta i giovani a non coltivare le passioni dei padri anche in tema di bibliofilia. Il mondo del libro antico diventa quindi una nicchia nella nicchia, dal sapore quasi elitario. Si è portati a pensare che i libri antichi siano irraggiungibili, esistono invece libri di ogni fascia di prezzo. Se è vero che ci sono edizioni rare del valore di decine o centinaia di migliaia di euro, è anche vero che esistono edizioni antiche che si posso acquistare con poche decine di euro. Il libro è sempre libro, il prezzo è un fattore di secondaria importanza. Il problema di fondo è che in Italia ci sono pochi lettori.

 

Come vengono tutelati e conservati i libri antichi in Italia?

Questo è un problema di portata enorme. Negli ultimi anni abbiamo assistito allo scempio di alcune biblioteche pubbliche e il caso della Biblioteca dei Girolamini di Napoli è solo la “punta dell’iceberg”. Le istituzioni hanno reagito in modo confuso, cercando di reprimere senza però curare le cause, talvolta scaricando le responsabilità sugli operatori del settore. La realtà risiede altrove: nomine ministeriali quantomeno discutibili, carenza di personale specializzato, strutture spesso inadeguate, assenza di visione e legislazione vetusta, hanno creato il terreno ideale per l’azione di delinquenti. Non è un problema circoscritto al solo mondo del libro antico, basti pensare ai numerosi episodi di furti di tele di inestimabile valore in musei e pinacoteche. Negli altri paesi europei i librai antiquari svolgono la professione riconosciuti dagli Stati come operatori culturali. In Italia questo non accade e il mercato del libro antico è storicamente guardato con diffidenza da burocrati e dirigenti ministeriali. Non dimentichiamo però che buona parte delle biblioteche pubbliche acquistano dalle librerie antiquarie libri che altrimenti sarebbero difficilmente consultabili da studiosi e ricercatori. Da sempre esiste un’interazione tra biblioteche pubbliche e librai antiquari. Da sempre esistono le biblioteche private e la circolazione dei libri, antichi o moderni che siano, rappresenta un chiaro esempio di libera circolazione delle idee. A questo proposito segnalo un illuminante brano di Roberto Ridolfi, scritto nel lontano 1948, ma più che mai attuale. Faccio un ultimo riferimento alla paradossale legislazione italiana sull’esportazione di libri. Qualsiasi libro avente più di 50 anni necessita, per essere legalmente esportato, di una licenza che prevede una pratica lunga circa due mesi. È immaginabile che per passare una frontiera con un libro del 1965 del valore di pochi euro si debba ottenere una licenza senza la quale si rischia una condanna da 1 a 4 anni di carcere? Questa dinamica è degna di uno stato moderno e liberale? Ognuno si faccia la propria opinione. Certo è che oggi numerosi librai sono costretti a espatriare per poter continuare a svolgere liberamente la professione.

 

Qual è l’interesse dei lettori nei confronti dei libri antichi? Quali caratteristiche hanno gli acquirenti di questi libri?

I libri più ricercati sono i classici di ogni argomento. Gli acquirenti dei libri antichi non sono facilmente classificabili: studiosi, professori, uomini politici, manager, liberi professionisti, artisti, tutti però accumunati dalla sfrenata passione per i libri.

 

Da cosa nasce l’idea di usare i social network per la comunicazione del vostro portale?

I social network sono uno strumento determinante per raggiungere chi nemmeno immagina l’esistenza di un mercato del libro antico in Italia. Non solo bibliofili specializzati quindi, ma anche e soprattutto amanti del libro interessati a regalare o a regalarsi un frammento di storia bibliografica.

 

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