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Il Matricomio, la vita di coppia si costruisce giorno dopo giorno

Jack & Vale de Il Matricomio, sposati da quattordici anni e celebri sui social, ci raccontano cosa secondo loro tiene insieme la vita di coppia

MILANO – “È davvero possibile che non resti nulla di quel sogno d’amore se non un mal di testa a fine giornata?” Abbiamo chiesto a Jack Alvino e Valentina Aurino, meglio noti come Jack & Vale, coppia di napoletani trapianti a Firenze sposata da quattordici anni, di raccontarci in cosa consista la convivenza di coppia oggi. I due sono autori del libro La misura dell’amore, un “manuale di sopravvivenza” utile ad alleggerire le dinamiche della convivenza con la stessa ironia dei loro video pubblicati sulla pagina Il Matricomio, che a oggi conta quasi 400 mila followers su Facebook e oltre 14 mila iscritti sul canale Youtube. Con il loro racconto,  Jack & Vale vogliono sottolineare l’importanza del dialogo e della reciproca comprensione in una coppia, e soprattutto quanto sia fondamentale accettare il fatto che l’amore non è uguale tutti i giorni e dipende da tanti fattori.

«Traffico. Un accenno di mal di testa. Quando parte così, a mezzogiorno sono KO, e siamo anche in ritardo. Buongiorno ai colleghi, qualcuno risponde, ma non il fornitore, quello non risponde mai quando lo chiamo. Qui poi non c’è campo e la mail non parte, stasera c’è da stirare. La cervicale, maledetta, anche oggi mi tormenta… La sola idea di inclinare la testa per farmi la barba mi provoca le vertigini. Oggi poi mi vedo gonfia, il ciclo proprio oggi, santo cielo… Con tutte le spese che abbiamo avuto s’è rotta anche la lavatrice, e la lavastoviglie non sta tanto meglio. Quel genio incompreso mi ha tamponato, devo passare dal carrozziere. Resta da cucinare, le bollette, il mutuo, a proposito come va l’Euribor? Il vicino che urla, ma cosa avrà da urlare? E cos’è sto dolore? Aspetta, il frigo è vuoto… è già passata una settimana? E che mangiamo stasera? Io adesso non posso, ho la riunione di condominio… Che poi preferirei fare la spesa, il carrello è molto più empatico dei miei coinquilini. Così non ce la posso fare, quando arriva la fine di questa giornata? Servirebbe solo svenire nel letto, se non fosse che devo sistemare i casini che ha fatto il fornitore, prima o poi lo cambio… Alla riunione di condominio tutto come al solito, nessuno è d’accordo, e il mal di testa ancora non è passato. Meglio farsi una doccia e provare a dormire, che domani si riparte. Oggi non siamo riusciti nemmeno a cenare insieme, come stai? Stanca. Anche io. Buonanotte».

Nel matricomio la misura dell’amore è la quotidianità

Se la osserviamo con sguardo disincantato, la convivenza che abbiamo sognato di costruire con il nostro amore è molto più simile ad un action movie che ad una storia romantica. Della fiaba d’amore sembra non sia rimasto nulla, se non il ricordo dell’idea che avevamo. Un giorno qualsiasi di una coppia normale, diciamo dalle 07:00 alle 23:00, ha una trama di gran lunga più complessa di Game of Thrones, e meno male che mancano i draghi, ché in casa farebbero un bel casino. La cosa più probabile che possa accadere, in questa giostra di eventi, è di essere fraintesi, o fraintendere, o semplicemente non cercarsi. Peggio ancora, non avere nemmeno il tempo di fraintendersi.

È davvero possibile che non resti nulla di quel sogno d’amore se non un mal di testa a fine giornata? E se invece fosse proprio questa giostra, la nostra storia d’amore? Se isoliamo quei brevi momenti, ad essere davvero fortunati, in cui possiamo godere di una vacanza senza stress, o raccogliere qualche piccola soddisfazione inattesa, il resto della vita di coppia non è nient’altro che quotidianità. E non è una parola orrenda, e non deve far paura. La paura che vivono in molti, quella di abituarsi. Abituatevi, invece. Dovesse mai mancarvi qualcuno, non vi mancherà quella vacanza alle Maldive, quanto piuttosto vederla assonnata prendere il caffè la mattina, o l’odore sul cuscino. O l’acido che gli provoca la pizza, perché anche lui comincia ad avere una certa età. Afferrare la quotidianità è l’unico modo per capire che ogni giorno è diverso, nella sua routine. E non sempre reagiamo allo stesso modo, e non sempre amiamo allo stesso modo. Il segreto è parlarne, sempre, anche nei ritagli di tempo, facendo la doccia, o spingendo un carrello. Affrontare il problema a due offre una doppia soluzione, quasi sempre, il che ci permettere di prendere, con dovuta precisione, la misura dell’amore. Se la diversità ci unisce, facendoci crescere a vicenda di fronte ad un modello diverso di pensiero, la quotidianità fa da collante, mettendo insieme tutti i pezzi, al netto di quello che domani, nel bene e nel male, potrà accaderci. Quello, per fortuna, ancora non lo sappiamo. Ciò che conta è calibrarsi a vicenda, cercare un equilibrio, sul filo, ogni giorno, come in un film d’azione. Il quale, l’avrete notato, termina sempre con un lieto fine».

Jack e Vale

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