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Il delicato rapporto tra genitori e figli nel libro di Nan Coosemans

La Coosemans regala, attraverso il suo libro "Quello che i ragazzi non dicono", una finestra sull’adolescenza che si rivela utile, se non indispensabile, per tutti noi

MILANO – L’adolescenza può essere un periodo difficile per molti ragazzi, contrassegnata anche dai contrasti famigliari e dall’incomprensione con i propri genitori. A dare voci ai problemi dei ragazzi, corre in aiuto la family coach Nan Coosemans  che nel 2010 ha fondato Younite®, un’organizzazione di formazione che opera a livello nazionale e interna­zionale sviluppando programmi scolastici, workshop e campus dedicati agli adolescenti e alle famiglie. La Coosemans regala, attraverso il suo libro “Quello che i ragazzi non dicono”, una finestra sull’adolescenza che si rivela utile, se non indispensabile, per tutti noi. La Cooseman, inoltre, sarà presente al workshop legato al libro che si terrà il 5 e 6 maggio a Riccione

Come è nata l’idea di scrivere un libro in grado di dare voce alle testimonianze e ai problemi dei ragazzi?

Lavorando da anni con gli adolescenti e le famiglie, sentivo sempre di più queste frasi: “Purtroppo io non parlo con i miei genitori perché non mi capiscono”, mentre i genitori mi dicono “Non mi parla più, non so come fare”. Credo molto negli studi e nella conoscenza ma se non vivi le esperienze con i ragazzi, la teoria rimane teoria e per questo ho provato a scrivere un libro che testimonia da vicino la realtà, il loro mondo e le loro storie, tutte scritte da loro e come affrontarle in modo semplice. Gli approcci funzionano perché li abbiamo provati tutti con i ragazzi negli ultimi anni

Quali sono le maggiori insicurezze che esprimono gli adolescenti?

Le maggiori insicurezze sono espresse con queste parole: “Sono insicuro di me stesso, della mia immagine, sono troppo grassa o magra”, ecc.  E poi le relazioni che hanno con gli altri: spesso non si sentono ‘abbastanza’ o evitano di essere se stessi, seguono il flusso e fanno spesso cose che non vogliono fare ma se non le fanno temono di non essere accettati. Sono tutte cose normali, nei nostri corsi lavoriamo tanto sul togliersi la maschera e questo essere risulta il desiderio di ogni adolescente: essere accettati per chi sono e non solo dagli altri in generale, ma anche dai loro genitori.

Quanto e come la società odierna sta ridefinendo il rapporto tra genitori e figli?

Spesso sento dire che i genitori di oggi non sono più capaci di fare i genitori: è un’affermazione molto forte, soprattutto perché non esiste un manuale per fare il genitore. Per questo è importante lavorare su di sé. Ci sono strumenti diversi oggi per affrontare l’educazione: il mondo cambia, i ragazzi cambiano e i genitori devono cambiare insieme a loro, riflettendo su se stessi, cercare di essere aperti a mettersi in discussione e imparare anche dai loro figli

Molti genitori sostengono di essere i migliori amici dei propri figli. Cosa pensi a riguardo?

Non sono favorevole a questo atteggiamento. Sono sempre stata dell’opinione che un genitore debba fare il genitore non l’amico, e chiaramente c’è anche una comunicazione dove si avrà un rapporto più amichevole con i figli. Spesso noto che le ragazze con le loro mamme hanno questo tipo di rapporto ma non dobbiamo dimenticare che il nostro passato e la nostra esperienza di vita sono diverse e che i ragazzi devono fare la propria esperienza. Essere genitore significa essere una sicurezza per i figli, un punto di riferimento e una guida che li accompagna nella crescita. Se diventi amico perdi l’autorità e molto velocemente i ragazzi decidono al posto dei genitori, invece di creare un rapporto stabile con loro

Perché spesso i ragazzi hanno meno difficoltà a confidare le proprie paure e insicurezze ai nonni piuttosto che ai genitori?

Perché vengono giudicati di meno. I nonni sono meno morbosi, ascoltano di più e giudicano di meno. In Italia è molto comune che tanti bimbi e ragazzi crescano con i nonni. Questo può avere i pro e contro, dipende dai nonni stessi, ovviamente.

Cosa ti senti di dire a tutti quei ragazzi che sentono in qualche modo di deludere le aspettative dei propri genitori?

Se i genitori hanno troppe aspettative i ragazzi avranno paura di deluderli, anche se è un meccanismo automatico che i ragazzi non vogliano deludere i genitori. Quello che dico sempre loro è che i genitori li amano qualunque cosa facciano e la cosa più importante per i genitori è che i figli siano felici. “Continua a fare quello che vuoi fare anche se il mondo esterno non è sempre d’accordo, l’importante che tu scelga il tuo cammino e vada fino in fondo perché hai tanto da dare”, lo ripeto sempre ai ragazzi.

 

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