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“Il cigno”, il romanzo storico di Sebastiano Vassalli che racconta il primo attentato mafioso

"Il cigno" di Sebastiano Vassalli racconta il primo delitto mafioso in Sicilia. Lo scopriamo in occasione della Giornata della Legalità.

Per celebrare la Giornata della Legalità e restituire dignità e memoria non solo a Giovanni Falcone, ma a tutte le vittime degli attentati mafiosi, diamo inizio al nuovo giorno scoprendo “Il cigno“, un romanzo storico in cui il Premio Strega Sebastiano Vassalli racconta un pezzo di storia taciuto e dimenticato che, però, spiega tanto del mondo in cui vivevano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e continua a essere attuale tutt’oggi.

“Il cigno” di Sebastiano Vassalli

La sinossi

Nella Palermo del 1893 Raffaele Palizzolo, detto “Il Cigno”, è deputato parlamentare e consigliere del Banco di Sicilia: è arrivato al potere giocando in borsa con i soldi dei risparmiatori.

Emanuele Notarbartolo, che ha diretto l’istituto bancario per oltre dieci anni, quando viene allontanato dal suo incarico per volere del Cigno denuncia la situazione di illegalità in cui è sprofondato il Banco, fino a ottenere l’apertura di un’inchiesta.

Ma non può portare a termine il suo compito di testimone, perché viene barbaramente ucciso a coltellate su un treno diretto a Palermo.

Al centro di tutto, lo scandalo del Banco di Sicilia e gli ultimi governi di Francesco Crispi, il grande manovratore. La storia del primo delitto di mafia nella Sicilia di ieri, diventa lo specchio inquietante di tutte le connessioni tra mafia e politica che continuano a inquinare la vita italiana di oggi.

Un romanzo storico da leggere in chiave d’attualità, nella scrittura spietata e suggestiva di Sebastiano Vassalli.

Ripensare il presente analizzando il passato

Con “Il cigno”, Sebastiano Vassalli mette in atto una strategia che accomuna la maggior parte delle sue opere mature.

L’autore genovese, novarese d’adozione, usa la penna per raccontare la storia. Lo fa sminuzzandola, decifrandola, scarnificandola in pezzi in apparenza insignificanti: l’omicidio di Emanuele Notarbartolo sembra non incidere in nulla nell’andamento delle vite dei suoi concittadini.

Un uomo notabile, è vero. Una povera vittima, è vero. Trascorsi i giorni di lutto, però, non rimane quasi traccia di lui. Ogni tanto, in alcune città siciliane si trova una via dedicata a lui. Ma niente di più. La storia è fatta così: procede, e procedendo, a volte si riavvolge su sé stessa coprendo con archi e volute alcuni suoi stralci.

E sono proprio questi stralci a interessare l’autore de “Il cigno”. Perché sono, per lui, i più significativi.

Chi è Sebastiano Vassalli

Il 25 ottobre 1941 nasceva a Genova Sebastiano Vassalli, uno degli autori più importanti e tuttavia meno frequentati del panorama letterario italiano.

Laureato in Lettere presso l’Università di Milano, Vassalli ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della scrittura avvicinandosi al Gruppo 63 e, più in generale, ai movimenti neoavanguardisti.

Curioso come poi si sia evoluto, in maniera diametralmente opposta, il suo percorso di scrittura.

Solitario, schivo, introverso, alcuni di voi ricorderanno l’autore de “Il Cigno” perché proclamato vincitore del Premio Strega nel 1990 con “La Chimera”, che niente ha a che vedere con sperimentazioni e avanguardie.

Vassalli, infatti, qualche anno dopo i suoi esordi, si allontana dalle idee che lo hanno spinto a scrivere in età giovanile e si dedica con tutto il suo impegno e la sua dedizione all’atto del racconto in sé e per sé.

Non è la letteratura a interessarlo, ma il racconto come microrganismo indispensabile in un sistema più ampio. Così, con tutte le sue opere, Vassalli si serve di piccoli pezzi di storia per raccontarne una più grande. “Il Cigno”, dopotutto, ne è un esempio lampante, così come “La Chimera”: i protagonisti sono sconosciuti ingranaggi di un meccanismo che, ingrandito, dà vita alla Storia con la S maiuscola.

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