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I giardini letterari più belli di sempre

Un proverbio cinese dice che "un libro è come un giardino portato in tasca". Ecco una raccolta di quelli che sono i giardini più belli descritti tra le pagine dei libri

MILANO – Un proverbio cinese dice che “un libro è come un giardino portato in tasca”. I giardini, infatti, possono anche giocare un ruolo chiave nello svolgimento della storia. Oltre a scrivere di questi, diversi scrittori hanno tenuto a loro volta un giardino. Ne è esempio Thomas Jefferson che ideò e curò personalmente l’allestimento della sua proprietà a Monticello. Grazie all’Huffingtonpost abbiamo voluto raccogliere quelli che sono i giardini più belli descritti tra le pagine dei libri. Giardini che fanno venir voglia di sedere sotto l’ombra di un albero a leggere per qualche ora lontani da ogni frastuono.

Mansfield Park, Jane Austen

Nei suoi romanzi Jane Austen parla spesso di giardini e spazi verdi. In Northanger Abbey, Catherine Morland viene riportata coi piedi per terra nell’orto del generale Tilney, mengtre Marianne Dashwood si prende un gran raffreddore attraversando le estese proprietà di Cleveland in Ragione e sentimento. In Mansfield Park, scritto nel 1814, si tende invece un pò a ridicolizzare il perfezionismo botanico.

The poetry, Hafez-e Shirãzi

I poeti persiani sembrano trovarsi sempre nei giardini mentre compongono i loro versi, accompagnati con un buon bicchiere di vino Shiraz  nelle loro mani. La bara del leggendario poeta trecentesco Hafez-e Shirãzi, che è per i persiani è ciò che Dante è per gli italiani e Shakespeare per gli anglofoni, è il fulcro di un giardino elaborato che è ancora costantemente visitato dai pellegrini. Questi vanno in vista al giardino, intonando versi del poeta ad alta voce.

Jane Eyre, Charlotte Brontë

Charlotte Brontë in questo romanzo crea una delle atmosfere “botaniche” più romantiche di sempre, per fare da sfondo alla proposta di matrimonio di Mr Rochester a Jan.

Maud, Alfred Tennyson

I versi ottocenteschi più famosi sull’amore scritti in un giardino, sono senza dubbio le strofe di Alfred Tennyson “Maud”, un poema interminabilmente lungo pubblicato nel 1855. Molto amati dai Vittoriani, i versi sono stati musicati da diversi compositori, in particolare Balfe e Delius.

L’Odissea, Omero

Uno dei riferimenti più antichi ai giardini in letteratura è quello che Omero fa nell’Odissea. Alcinoo è il padre di Nausicaa, la giovane che trova l’eroe svenuto sulle rive della sua isola. Il re accoglie degnamente Odisseo, come un pari, portandolo anche nei suoi rigogliosi giardini, prima di aiutarlo nel ritorno a Itaca

Memorie e ritratti, Robert Louis Stevenson

Robert Louis Stevenson ha amato i giardini fin da piccolo, anche se divenne un giardiniere attivo solo nel 1890. In questa opera del 1887 ricorda con nostalgia un vecchio giardiniere scozzese di nome Robert.

Epistola sull’uso della ricchezza, Alexander Pope

Lo scrittore era affascinato da giardini e parchi, in quanto li considerava un’ambientazione favolistica per le abitazioni. In ripetute occasioni prese anche dei mira lo stile dei giardini della sua epoca, in quanto la natura dovrebbe essere una guida e i giardini dovrebbero seguire l’ambiente e non venire costruiti dall’uomo. I suoi ideali sono espressi al  meglio in questa epistola, scritta nel 1730 e dedicata a Richard Boyle, Conte di Burlington.

 

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