Il 1° agosto 1819 nasceva a New York lo scrittore americano Herman Melville, celebre autore di Moby Dick, capolavoro grazie al quale l’intellettuale si colloca nella storia della letteratura americana e mondiale. Ecco, alcune delle sue frasi più memorabili.
Le frasi più iconiche di Herman Melville
“La malvagità più sottile abitualmente si accoppia con una prudenza fuor del comune, perché deve sempre celar tutto”
“Lascio una scia bianca e inquieta, acque pallide, facce più pallide, dovunque passo. Le onde invidiose si gonfiano ai lati per sommergere la mia traccia: facciano, ma prima io passo”
“Meglio dormire con un cannibale astemio che con un cristiano ubriaco”
“Oh Natura, e tu, anima umana! come le vostre analogie si distendono oltre quanto è visibile! Non il più piccolo atomo si muove o vive nella materia, che non abbia il suo sottile riscontro nello spirito”
“Quiqueg era nativo di Rokovoko, un’isola lontanissima all’Ovest e al Sud. Non è segnata in nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai”
“Una bella fronte umana che pensa […] è come quel sigillo aureo apposto dagli imperatori tedeschi ai loro decreti. Significa “un Dio: fatto oggi di mio pugno”
“Il povero vecchio Passato, schiavo del Futuro”
“La battaglia di tutte le battaglie è scrivere”
“Non c’è malvagio che non sia precoce”
“Un sorriso è il mezzo scelto per ogni ambiguità”
Chi era Herman Melville
Noto soprattutto per aver dato vita alle avventure di “Moby Dick”, Herman Melville è stato un prolifico autore di scritti in prosa ed in versi. Le sue opere sono abitate da una presenza forte e costante: il mare.
Herman Melville nasce il 1° agosto 1819 a New York in una famiglia piuttosto agiata. Nella stessa città riceve la prima istruzione e cresce, alimentato dagli avventurosi racconti del padre, un ricco commerciante che nel 1830 muore, dopo il tracollo dell’attività commerciale e l’infuriare di una malattia psichica.
L’evento luttuoso lascia attoniti Herman Melville e i familiari, che decidono di lasciare New York per trasferirsi in un villaggio fluviale. È qui che il giovane decide di abbandonare gli studi e cominciare a lavorare per aiutare la famiglia, ed è qui che egli matura la decisione di prendere la via del mare.
È il 1839 quando Herman si imbarca in qualità di mozzo su una nave diretta a Liverpool. Questa intensa esperienza porterà il giovane alla stesura del romanzo “Redburn: il suo primo viaggio”, pubblicato nel 1849. Per diversi anni, il mare diventa il compagno fedele di Herman Melville, che così appaga il suo desiderio di viaggiare e conoscere il mondo, e nutre la sua fervida immaginazione.
Nel 1847, le avventure marinaresche hanno fine. Melville torna sulla terraferma e sposa Lizzie Shaw, donna mite e affettuosa che diventa il porto sicuro dell’uomo, che in questo stesso periodo comincia a scrivere ispirandosi al mare e ai suoi ricordi.“Moby Dick”, il capolavoro dell’autore, viene pubblicato nel 1851 e ottiene ottime recensioni, nonostante le ritrosie dei primi editori ad investire sull’opera.
Herman Melville muore nel 1891, a seguito di un attacco di erisipela, addolorato per la prematura scomparsa dei figli e un po’ dimenticato nel mondo della letteratura.
“Moby Dick”, il capolavoro di una vita
Con “Moby Dick” Herman Melville concepisce un’opera destinata a rimanere impressa nella memoria e nel cuore.
Leggendo le pagine di questo romanzo, si ha la sensazione di vivere un’esperienza ancestrale, quella della lotta fra il bene e il male. Al contempo, ci sentiamo trascinati dal flusso di riflessioni intime e universali del capitano Achab, in un’esplorazione fisica e metafisica di abissi che, ci accorgiamo subito, non sono solo marini:
“O natura, e tu, anima umana! come le vostre intrecciate analogie giungono al di là di ogni dire! Non c’è minimo atomo che si agiti o viva nella materia senza avere un duplicato raziocinante nella mente dell’uomo”.
“Moby Dick” racchiude in un libro più generi diversi: il romanzo d’avventura, che è costituito dalla storia della caccia alla balena, il romanzo psicologico, espresso nei significati metaforici che caratterizzano la lotta fra Achab e Moby Dick e, infine, il trattato sui mari e la caccia alle balene.
Infatti, ci sono alcuni capitoli dell’opera in cui Melville mette su un vero e proprio manuale in cui parla di sopravvivenza in mare, cetacei e navigazione.
Insomma, “Moby Dick” è il capolavoro di una vita, perché in quest’opera Herman Melville ha raccontato tutto se stesso: lavoro, esperienze, passioni, sogni e paure.